Sebbene la comprensione del testo sia talvolta alquanto difficoltosa per i numerosi nomi, per il fatto che uno stesso personaggio o luogo sono noti con più di una denominazione e per l'articolata geografia del Beleriand (le terre ad ovest dei Monti Azzurri, oltre i quali si trovano l'Eriador e la Contea), Il Silmarillion, che deve il suo titolo alle mitiche gemme dai poteri straordinari create da Fëanor, sottratti dal malvagio Melkor/Morgoth e infine spariti nel nulla, è in realtà un testo di ampio respiro, ma conciso ed essenziale, che, nel suo stile scarno e talvolta ripetitivo (con scene-tipo o aggettivi costantemente riutilizzati), ricorda la formularità e la solennità dell'epica. Il mondo descritto nel Silmarillion e i suoi personaggi costruiscono un'intricata rete di racconti che si intersecano uno con l'altro e in cui emergono grandi personalità, come l'eccezionale Umano Beren, con la sua commovente storia d'amore con l'Elfa Luthien da cui sarebbe disceso Elrond, la potente Maia Melian, che con il suo incantesimo protegge il Doriath, l'eroico ma tracotante Fëanor, il valoroso Turin Turambar, privato dei genitori e miracolosamente sopravvissuto allo scontro col drago Glaurung per poi uccidersi di fronte alla rivelazione che la sposa Níniel altri non è che la sorella perduta.
J.R.R. Tolkien (1892-1973)
Il racconto si fa sempre più interessante a mano a mano che ci si avvicina agli ultimi capitoli, dedicati alla superbia dei Numenoriani, Uomini beneficiati col dono di una lunghissima vita dai Valar, ma irretiti da Sauron al culto di Morgoth e desiderosi di un'immortalità pari a quella degli Elfi al punto da voler dare l'assalto alla sede degli dei, il Valar a loro precluso, attirando l'ira di Manwë, che scatena una tempesta e fa sprofondare le terre di Numenor sotto il mare; dalla tragedia, che richiama evidentemente le sorti di Atlantide e, in parte, il Diluvio biblico, si salvano soltanto il puro Elendil e i suoi figli Isildur e Anárion, futuri fondatori del regno di Gondor e delle città di Minas Ithil (che, presa dagli Spettri dell'Anello, diventerà Minas Morgul) e di Minas Anor (la futura Minas Tirith), che avrebbe ospitato l'ultimo germoglio dell'albero bianco del Telperion. Le pagine seguenti ospitano il racconto della divisione degli Anelli del potere, dell'avvento degli Istari (Mithrandir/Gandalf e Curunír/Saruman) e dei tentativi di opposizione da parte di costoro, assieme agli Elfi di Elrond e Galadriel, al ritorno di Sauron, che si insedia a Dol Guldur e getta la sua cancrena di morte su Bosco Atro; queste ultime sono le vicende si collocano sullo sfondo lontano della più leggera storia de Lo Hobbit e che la trilogia cinematografica dedicata a quest'ultimo romanzo ha parecchio intensificato.Sebbene talvolta tacciato di pesantezza, Il Silmarillion, cui Tolkien lavorò per tutta la vita, mi è parso, delle tre opere dedicate alla Terra di Mezzo che ho letto finora, la più affascinante e la più gradevole: sarà certamente lo spunto per riprendere Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, forte di tutte le informazioni aggiunte da questo piccolo, grande epos.C.M.