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Il sindaco di Bari Michele Emiliano al tavolo dell'incontro ''Mare Nostrum'' al Meeting CL di Rimini oggi 26 agosto 2011 ANSA/PASQUALE BOVE

Da Pukos
Il sindaco di Bari Michele Emiliano al tavolo dell'incontro ''Mare Nostrum'' al Meeting CL di Rimini oggi 26 agosto 2011 ANSA/PASQUALE BOVE

Stamani nella trasmissione televisiva “Omnibus” che va in onda su La7, condotta da Alessandra Sardoni, il Governatore PD della Puglia, Michele Emiliano, si è lasciato andare a delle dichiarazioni che definire “shock” sarebbe assolutamente riduttivo.

Emiliano ha cominciato in maniera soft, ma ben presto il tono delle sue parole si è fatto via via sempre più inquietante, ecco testualmente ciò che ha detto Emiliano:

“Io ho sostenuto nell’ultimo congresso Renzi, e l’ho fatto in modo convinto, peraltro in Puglia Renzi ha forse avuto uno dei migliori risultati in assoluto e sono ancora convinto, nonostante mi faccia arrabbiare molto spesso, che si tratta di un modello di politico innovativo rispetto al passato, nel quale, parliamoci chiaro, io venivo sostanzialmente considerato anche da quegli altri (l’attuale minoranza Dem ndr), semplicemente perché ogni tanto dicevo quello che pensavo, un’anomalia, ero considerato inaffidabile, perché nel Partito Democratico chi esprimeva il suo punto di vista in libertà … io non faccio parte di nessuna corrente, non ho capi e capetti che mi dicono quel che devo fare la mattina, obbedisco alle leggi che sono il mio unico orientamento ed al popolo pugliese che, bontà sua, ogni tanto mi elegge e mi dà delle responsabilità da svolgere”

Ci sarebbe già da allarmarsi solo per queste considerazioni fatte dal Governatore PD della Puglia, ma siamo solo all’inizio, sentite cos’altro dice:

“Ora questo modello di Pd, vecchio e nuovo, onestamente non va da nessuna parte, perché anche Renzi, purtroppo, sta ripetendo gli errori che sono stati fatti in passato dagli altri, cioè ha costruito un suo piccolo sistema di governo del partito, devo dire ancora più sordo del precedente al sistema democratico italiano. Non sopporta che le regioni interloquiscano sulla linea politica del partito, non vuole dialogare ed approfondire insieme le cose, è infastidito da ogni genere di eccezione che viene mossa In qualche caso ha avuto ragione lui nelle polemiche con me, intendiamoci, non è che io ha sempre avuto ragione, però ho sempre pensato che la politica fosse questo. Un partito servisse alla discussione, anche aspra, che poi si risolve con una decisione comune, e un abbraccio comune, invece qua siamo alle solite, c’è un partito dilaniato, spaccato, che quando sbaglia insiste e fa finta di non aver sbagliato e non si riconcilia mai col popolo italiano che vede un partito della sinistra europea che tuteli i più deboli, e noi questo siamo, non è che possiamo diventare il partito che si occupa solo di banche, petrolieri e grandi industriali. Fermo restando che siamo anche il partito che deve rimettere in piedi questo Paese, ci dobbiamo occupare di banche, petrolieri e grandi industriali, ma lo dobbiamo fare con un occhio che non si distrae mai da chi è nella società più debole e che quindi ha bisogno di riequilibrio, ha bisogno di eguaglianze, il principio della sinistra europea ed italiana.”

A questo punto Emiliano è un fiume in piena, la conduttrice, da giornalista intelligente, lo ha perfettamente compreso, e lo incalza chiedendo cosa ne pensi di eventuali “espulsioni o fuoriuscite” di esponenti della minoranza dal partito, ed ecco cosa risponde Emiliano, fate molta attenzione perché sono dichiarazioni che possono scombussolare se non addirittura devastare completamente il panorama politico italiano:

“Renzi, chiaramente, sta perseguendo un progetto politico chiaro. Utilizzando la legge elettorale farà delle liste a sua immagine e somiglianza nel PD e secondo me farà fuori tutti gli avversari, non consentirà a nessuno (dell’attuale minoranza del PD ndr) di stare in quelle liste, come d’altra parte temo che farà fuori tutti i suoi alleati di coalizione, perché con la legge elettorale che dà premio al partito che arriva per primo, molto probabilmente renderà i suoi avversari inoffensivi nelle urne, Dopo di che, avendo eliminato anche l’altro ramo del Parlamento, con una maggioranza assoluta che risponde solo a lui, in Parlamento sarà in grado di realizzare il suo progetto politico che a quel punto, con le Regioni menomate e diminuite di poteri, con un’interpretazione della Costituzione che non sopporta il meccanismo dell’intesa Stato/Regioni, con il Parlamento completamente ai suoi piedi, dal punto di vista democratico, in tutta sincerità, credo che questo modello non funzioni.”

Neanche il grillino più oltranzista avrebbe usato espressioni di questo tipo.

A questo punto occorre chiedersi: chi c’è dietro a Renzi? Che chiaramente è una pedina nelle mani di qualche “potere” che ora sappiamo essere anche decisamente poco democratico.

Ed ancora.

Siamo ancora in tempo per salvare la nostra democrazia?

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro  


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