Negli ultimi mesi abbiamo registrato episodi di teppismo sui bus urbani (il più recente ieri, quando due ragazzi hanno minacciato il controllore con un coltello). Sono fatti molto preoccupanti che rappresentano la forma estrema e violenta di una diffusa illegalità: evadere il pagamento del biglietto. A questi fenomeni non possiamo abituarci.
Pagare il biglietto sul bus significa rispetto delle regole di civile convivenza, ancor prima – ma questo non è certo irrilevante – che contribuire ad un servizio che paga la comunità. Ricordo a questo proposito quanto disse il Procuratore Fumu ai ragazzi che partecipavano ad una manifestazione sulla legalità, ovvero che ciascuno è responsabile con i suoi comportamenti di contribuire al livello di legalità, quindi di sicurezza, della città in cui vive. Il che significa anche che sui bus si paga il biglietto e che sui mezzi pubblici si sta in modo corretto. Questo principio deve assolutamente passare tra i ragazzi, grazie anche alle loro famiglie, alla scuola e alle agenzie educative. Ovviamente, non solo tra i ragazzi, perché l’ evasione appare un fenomeno diffuso e trasversale, nonostante negli ultimi mesi ci sia stato un rafforzamento dei controlli. Resta il fatto che il cittadino che paga non può assistere ad un corteo di viaggiatori che salgono e scendono dai bus senza nessuna altra preoccupazione che trovarsi un posto a sedere.
Ferma restante l’ educazione all’ uso corretto di un servizio pubblico, è evidente che il bus non può essere un terreno franco e l’ azienda deve provvedere. I tecnici troveranno la soluzione idonea, l’importante è che questo andazzo finisca. L’ adozione dei tornelli, per esempio, è un provvedimento efficace, ed il Ministero dovrebbe dare finalmente una risposta, visto che il progetto esiste da anni.
Quanto poi ai fenomeni di violenza, ci aspettiamo che le risposte siano appropriate, perché non si può permettere a bulli e prepotenti di fare il loro comodo.