Il sindaco: “Non amo i salotti “

Creato il 07 dicembre 2012 da Nonzittitelarte

«Non amo i salotti né le pressioni e non mi sono montato la testa»

Il sindaco Zedda traccia un bilancio del suo primo anno e mezzo

 «Non frequento i salotti, vedo i miei vecchi amici, così ho il polso della città vera, non una visione ovattata. Mi irrigidisco davanti alle pressioni, che pure ci sono, e non amo dare troppo peso alle critiche dei media: mi porterebbero fuori strada. Berlinguer parlava di pensieri lunghi. Ecco: cerco di seguire il suo insegnamento lasciando da parte i pensierini quotidiani».
A poco più di un anno e mezzo dal suo insediamento a palazzo Bacaredda, Massimo Zedda traccia per la prima volta un bilancio del suo mandato. Lo fa negli studi di Videolina, ospite di “Dentro la notizia”, il programma di Anthony Muroni. Immancabile giacca blu, jeans e camicia bianca, il sindaco risponde prima alle domande del conduttore poi a quelle di cinque giornalisti: Egidiangela Sechi (Videolina), Flavia Corda (Raitre), Mario Cabasino (Sardegna uno), Roberto Paracchini (La Nuova Sardegna) e Fabio Manca (L’Unione Sarda).
«Qualcuno dice che mi sono montato la testa, semmai sono invecchiato precocemente», esordisce per rompere il ghiaccio. A dargli forza, confessa, è la mancanza di ostilità da parte di gran parte dei cittadini che incontra per strada (anche se il sondaggio promosso dal sito www.unionesarda.it ha registrato un 51% di scontenti del suo operato contro un 47,3 di soddisfatti) a sconfortarlo il fatto di non riuscire dare risposte adeguate sul problema dei problemi: la mancanza di lavoro. Soprattutto nel momento in cui il Comune deve rinunciare a 35 milioni di euro in bilancio – a tanto ammontano i tagli dei trasferimenti statali rispetto all’anno scorso – e contestualmente non ha la possibilità, a causa del patto di stabilità, di spendere 260 milioni di euro che ha in cassa, ottanta dei quali di crediti vantati nei confronti dello Stato.

«Abbiamo fatto la spending review prima di Monti. Solo che lui ha tagliato e basta mentre noi, tra i pochi Comuni in Italia, siamo riusciti a garantire i servizi essenziali – in primis quelli sociali, il trasporto pubblico, le scuole – grazie alla pulizia dei bilanci e all’eliminazione delle spese superflue. Sa che ora il Comune paga i fornitori entro 40 giorni? Il Governo dovrebbe premiare le amministrazioni virtuose con un allentamento del patto di stabilità, non accomunare chi spreca e chi fa bene».
I giornalisti lo incalzano sulle questioni più controverse dei suoi primi 550 giorni di governo. Una, almeno sul piano simbolico, è lo stadio Sant’Elia. «Non ho lasciato fuggire via nessuno, è andato via il Cagliari. Non posso regalare un bene pubblico a un privato, né il Sant’Elia né un campetto di periferia. Ogni bene pubblico ha un suo valore e chi lo vuole deve partecipare a una gara europea per farne ciò che indica l’amministrazione e tirare fuori i soldi. La faremo e spero partecipi anche il Cagliari: trasformeremo lo stadio in un impianto polivalente». Ma perché in tanti anni non si è riusciti a risolvere un problema che altre città, da Torino a Bologna, hanno risolto? «Torino paga un canone molto elevato al Comune ma a Udine, ad esempio, la società pretendeva di avere lo stadio gratis e la Corte dei conti ha ribadito ciò che sosteniamo noi: l’impianto va valutato e mandato a gara europea».

C’è un’altra questione spinosa sulla quale Zedda è stato attaccato dalla sua stessa maggioranza, dai dipendenti del teatro, da gran parte dei componenti del consiglio di amministrazione: la nomina di Marcella Crivellenti a sovrintendente della Fondazione del Teatro lirico. Una nomina irregolare secondo quattro membri del cda anche perché il curriculum della prescelta è stato pescato da Zedda all’esterno delle oltre 40 manifestazioni di interesse giunte alla Fondazione. «Il bando pubblico è un un supporto, ma non c’è l’obbligo di tenerne conto. Ho fatto una scelta autonoma e ritengo sia quella giusta. Votazione irregolare? Sì, e chi sostiene il contrario è ignorante. Come mai Crivellenti non è ancora al suo posto? Sto cercando di ricomporre la frattura nel cda». Difficilmente ricomporrà quella con i dipendenti («nominare il sovrintendente non spetta a loro»). «Il teatro ha 25 milioni di debiti e le risorse pubbliche sono sacre, serve un’attenzione maniacale nel controllare la spesa. Il teatro rischiava il fallimento e io mi sono speso per risanare i debiti». Vero è che proprio ad alcuni dipendenti che chiedevano gli atti della nomina della Crivellenti e un documento del ministero che chiedeva chiarimenti è stato negato un accesso agli atti. Un affronto inatteso da parte del sindaco che ha fatto della trasparenza e della partecipazione popolare alla vita dell’amministrazione la sua bandiera: «Io non mi occupo dei documenti: se hanno fatto richiesta li avranno».

Un’altra polemica recente ha riguardato sette mega silos programmati dalla sua Giunta e, in particolare, il parcheggio interrato sotto via Cammino Nuovo. Un multipiano progettato dall’amministrazione Floris e rispolverato da Zedda sul quale alcuni gruppi ambientalisti hanno annunciato battaglia. Il sindaco parte da lontano e fa una premessa che ricalca un ragionamento del suo predecessore: «Cagliari ospita ogni giorno 200 mila veicoli ma ottiene fondi statali per 156 mila residenti. Significa che i cagliaritani pagano servizi anche per gli ospiti. E di questo la Regione dovrebbe tenere conto. Noi realizzeremo parcheggi di scambio per far sì che le auto non entrino in città e si raggiunga il centro con i mezzi pubblici: li realizzeremo tra Pirri e Monserrato, vicino alla cantina sociale, tra Banca Cis e Banco di Sardegna, in piazza De Gasperi, cercheremo un accordo con le ferrovie. Li realizzeremo con fondi pubblici e privati: noi abbiamo 20 milioni destinati allo scopo specifico».
Altro capitolo: la valorizzazione del patrimonio comunale e la riqualificazione degli immobili pubblici. «Con le poche risorse di cui disponiamo interverremo in via Flumentepido e via Donizetti ma sto sollecitando Area a investire i 36 milioni che ha a disposizione per i suoi alloggi». Zedda conferma che a febbraio abbasserà l’Imu al 4 per mille, che l’imposta resterà alta per le case sfitte e ci saranno incentivi ai privati per favorire contratti regolari («con affitti in nero a 20 mila studenti universitari fuori sede si altera il mercato»), che l’ufficio edilizia privata del Comune, dove giacciono 8 mila pratiche arretrate, nella scorsa consiliatura «era stato abbandonato e quando ci sono meno regole c’è più discrezionalità». Poi difende l’amministrazione da alcune accuse sull’abbandono di alcuni luoghi-simbolo: piazza Matteotti è delle ferrovie, l’ospedale Marino della Regione, come i parcheggi di viale La Playa e quello di viale Trento, Su Siccu è dell’autorità portuale.
Infine i capitoli Tuvixeddu, gestione dei centri culturali e fondi per la Cultura, altri fronti sui quali è stato colpito anche da fuoco amico. Sui due argomenti, Zedda si scalda (in particolare a telecamere spente). «In primavera apriremo il parco ed abbiamo messo la pietra tombale sull’edificazione: io sono per la tutela della necropoli ma non potevo cancellare tutto con le ruspe, non posso buttare giù tutto ciò che ha fatto il mio predecessore ma intervengo dove posso. Sui fondi alla cultura abbiamo confermato i 400 mila euro degli anni scorsi pur avendo 35 milioni in meno in bilancio e, quanto alla gestione dei centri, alcuni da gennaio saranno aperti a tutti a prezzi bassi, altri sono inagibili e serve un milione per sistemarli. Intanto ora abbiamo regole certe che tutti devono rispettare, anche se qualcuno vorrebbe ancora vecchi privilegi».

Il sindaco annuncia che non si candiderà alle regionali né, se glielo chiederanno, farà il ministro nell’eventuale governo Bersani («per me il massimo è fare il sindaco della mia città»). Semmai gli piacerebbe governare ancora Cagliari «perché i tempi della politica sono più lunghi di quelli che un amministratore o i cittadini auspicano».
Dal sito web www.unionesarda.it chiedono conto del costo eccessivo dell’arena grandi eventi (circa 500 mila euro) di Sant’Elia e dei presunti abusi edilizi commessi posando cemento davanti al mare. Zedda sbotta: «Era un finanziamento bloccato dal ’99 destinato a quello scopo e quel teatro lo utilizzeremo anche nei prossimi anni. Troppo cemento? C’è stata la conferenza dei servizi con la Regione, chi muove queste accuse si studi le carte».
Infine una stoccata ai predecessori: «Prima si stanziava un milione per organizzare il Capodanno e noi abbiamo speso 50 mila euro. E si spendeva altrettanto per Sant’Efisio: noi abbiamo messo in campo 300 mila euro. E il Santo è passato lo stesso».

Fonte: L’Unione Sarda 7 dicembre 2012

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