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Il sistema duale tedesco in Italia – A mali estremi, quali rimedi?

Creato il 29 febbraio 2016 da Propostalavoro @propostalavoro

«Dobbiamo fare come la Germania, o finiremo come la Grecia». Ma in realtà, su alcuni fronti, siamo già messi molto peggio della Grecia. Basta guardare alla quota di NEET nel nostro paese: una situazione drammatica che rischia di esplodere da un momento all'altro. 

Giovani che non studiano, non lavorano e non sono in tirocinio. Come avvicinarli al lavoro se il lavoro non c'è? Una soluzione potrebbe essere quella di virare su percorsi di volontariato. Ma è una soluzione sostenibile?

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Non esiste miglior percorso di avvicinamento al mondo del lavoro di un percorso integrato di formazione e lavoro. Purtroppo, non sempre è possibile trovare luoghi di lavoro per ogni persona che si vuole attivare. Di recente ci si è chiesti se non sia possibile riconoscere una certa valenza anche al volontariato, un tipo di attività che può sviluppare una vasta area di competenze (soprattutto trasversali) e di cui la domanda non è mai bassa. Riconoscere le competenze di una persona che ha investito il proprio tempo in attività di volontariato è un’opportunità che sta suscitando un interesse diffuso. A livello europeo, a solo titolo di esempio, ricordiamo i progetti Lever e I’VE.

Premesse le potenzialità del volontariato, ci si chiede se l’attivazione di una persona in questa cornice sia una strada effettivamente percorribile in Italia e, se sì, per quale tipo di persona.

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Sul volontariato, la situazione italiana appare simile a quella greca: è una questione “da ragazze”. La differenza con la Germania, dove per altro la partecipazione è molto più significativa, si nota nettamente: il genere non influisce sulla scelta di fare volontariato o meno. Per quanto riguarda i NEET, numeri ed immagini parlano da sé. Si può però approfondire la situazione italiana scomponendo il dato ed evidenziando alcuni fattori.

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L’Italia difficilmente si presta ad essere descritta con un'unica media nazionale. Geograficamente, le differenze sono decisamente marcate. Ad esempio la quota di NEET nel Nord-Ovest è circa la metà di quella che si registra nelle isole.

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Anche nella tabella, l’Italia è stata divisa geograficamente. I numeri riportati sono il risultato della sottrazione tra la quota NEET femminile e la quota NEET maschile. Dal momento che i NEET maschi superano le femmine, un numero negativo corrisponde a una maggiore attivazione del mondo femminile rispetto alle controparti del genere opposto. Dalla tabella si può derivare una considerazione: è nei territori dove la quota NEET è più che alta che si registra la maggiore attivazione femminile. Sud e Isole mostrano andamenti statisticamente significativi in questo senso.

Partendo dai dati – in Italia sono più le ragazze che i ragazzi a fare volontariato, le stesse tendono ad essere meno inattive, l'attitudine femminile ad attivarsi è in crescita – si può concludere che sono proprio le giovani donne del Sud-Isole ad essere il target ideale del volontariato in alternanza? Sono necessari approfondimenti, ma, dati alla mano, la risposta è certamente sì, per lo meno a livello indicativo.

CONCLUSIONI

Una via italiana al sistema duale non è impossibile, così come non è impossibile avere un sistema di placement efficace ed efficiente con strumenti già disposizione. Si tratta di fare attenzione più alla strategia che non alla tattica: copiare dal modello tedesco vorrebbe dire confezionare un abito su misura con le misure di un’altra persona.

Una prima indicazione è quindi cercare di capire per quali persone è pensato il sistema in costruzione. Con pochi dati, si può gettare un primo sguardo su questo universo, certamente composto da storie individuali ed impossibili da generalizzare, ma anche da trend universali e tendenzialmente validi ad ogni livello. Quattro, dunque, sono gli spunti originali proposti, che suggeriscono come le aspettative dei giovanissimi verso il mercato del lavoro siano comprensibilmente pessimistiche, concausa di un numero di inattivi, NEET e scoraggiati tanto alto da essere allarmante. In parte questa situazione potrebbe essere risolvibile attivando potenzialità, informatiche su tutte, non ancora sufficientemente valorizzate proprio dagli stessi giovani, rendendoli non solo più attivi ma anche più consapevoli. Parlando sempre di potenzialità, anche il sistema potrebbe riconsiderare le proprie, ad esempio estendendo i propri orizzonti al lavoro autonomo, verso il quale i giovani italiani, soprattutto quelli più istruiti, mostrano un interesse crescente, ma anche verso il volontariato, che in Italia fa presa soprattutto sulla componente femminile. La stessa componente, per altro, ha dimostrato di volersi attivare negli ultimi anni con determinazione crescente.

Piccole tessere nel mosaico della via italiana al sistema duale, una via che certamente porterà tanto più lontano quanto più sarà percorribile dalle persone chiamate ad intraprenderla.

Simone Caroli


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