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Il sogno continua e noi ci siamo… “Sennori Reggae, per un sorriso in più”…

Creato il 23 marzo 2011 da Socialmediares

Il progetto “Un Sogno per il Gaslini” è nato nel 2000, nell’ambito dell’omonima associazione Onlus fondata da Giulia Mancini che ne è tuttora presidente. L’obiettivo del progetto è il found raising per la ristrutturazione dell’Abbazia di San Girolamo di Quarto, un vecchio immobile adiacente all’Istituto Pediatrico Giannina Gaslini di Genova, da destinare a strutture non mediche, atte a rendere più sereno e piacevole il periodo di convalescenza degli oltre 50.000 bambini ricoverati ogni anno nella clinica che, per il 50%, provengono da altre regioni italiane o dall’estero. Il restauro dell’abbazia prevede la creazione di sale per il gioco e per lo svago, spazi d’incontro in cui i piccoli pazienti possano stare a contatto con le loro famiglie, palestre per la riabilitazione fisica, aule di teledittatica per i bimbi costretti ad interrompere la scuola a causa della malattia.Il sogno continua e noi ci siamo… “Sennori Reggae, per un sorriso in più”…

Dal 2000 al 2003 l’Associazione ha realizzato campagne e promosso eventi per raccogliere fondi anche grazie al contributo dei giocatori della Juventus, mentre l’inizio dei lavori di ristrutturazione è stato ufficialmente celebrato con una cerimonia d’inaugurazione il 26 maggio 2003. Dal 2004 il progetto si allarga ed entra nella sua seconda fase con il patrocinio ufficiale del CONI e la partecipazione di nuovi importanti testimonial: infatti, prestano la loro immagine gli atleti olimpici e paraolimpici di Atene 2004 e delle passate edizioni. I volti sono quelli conosciutissimi dal pubblico italiano, come le campionesse degli sport invernali Isolde Kostner, Carolina Kostner e Deborah Compagnoni, il ciclista paraolimpico Fabrizio Macchi, l’ex pallavolista Andrea Lucchetta, i ginnasti Igor Cassina e Sara Simeoni, i nuotatori Filippo Magnini e Domenico Fioravanti, gli schermidori Valentina Vezzali e Aldo Montano, il canoista Antonio Rossi e tantissimi calciatori tra cui Alberto Gilardino e Gianfranco Zola.

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Lo spot, a mio parere molto efficace, è stato realizzato nel 2006, a titolo gratuito, dall’agenzia JWT Italia col patrocinio di Pubblicità Progresso, del CONI, del Comitato per l’organizzazione dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006 e del Segretariato Sociale RAI. Le immagini sono di “girato”, raccolte durate le tante visite degli atleti ai bambini ricoverati al Gaslini, e grazie alle riprese di backstage del “Calendario della Solidarietà 2006” realizzato da Famiglia Cristiana, il cui ricavato è andato interamente all’istituto pediatrico. Quest’ultimo, fondato nel lontano 1938 in memoria della piccola Giannina Gaslini, stroncata a soli undici anni da una grave malattia, è stato fortemente voluto dai suoi genitori per l’assistenza all’infanzia, affinché la ricerca e le cure più avanzate evitassero il ripetersi di tragedie analoghe alla loro. Le immagini iniziali sono molto intense e ritraggono gli atleti olimpionici all’interno dell’Abbazia di San Girolamo di Quarto mentre appare la toccante didascalia “nessuna gara vinta, nessun record, nessuna medaglia vale quanto aiutare un bambino che sta male”. In conclusione le immagini dei campioni insieme ai bambini sorridenti dell’ospedale Gaslini, mentre una voce fuori campo recita “Lavoriamo per il Gaslini, il più grande ospedale italiano, per bambini. Aiutaci, chiama l’800.050.747”, numero fondamentale per richiedere informazioni o fare donazioni riportato anche in sovrimpressione.

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Nel corso degli ultimi dieci anni l’associazione “Un Sogno per il Gaslini” non ha smesso di lavorare e di raccogliere fondi anche grazie ad illustri testimonial e ad importanti aziende italiane che non hanno

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esitato a mettersi in gioco per una buona causa. Come ad esempio il marchio Dainese, che ha messo all’asta su Ebay la tuta, i guanti e gli stivali indossati da Valentino Rossi nel Gran Premio di Valencia del 2006, che hanno portato ben 71 mila euro a favore del progetto, o il “casco con un cuore grande” sfoggiato sempre dal campione di Tavullia nel Gran Premio del Mugello del giugno 2007 e battuto all’asta nel novembre dello stesso anno per 13,496 euro.  Ancora, nel 2006 è stato venduto su Ebay il vestito da sposa indossato da Isolde Kostner alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi Invernali di Torino dello stesso anno, creato dallo stilista italiano Carlo Pignatelli, gli abiti disegnati da Roberto Cavalli e indossati dalla pattinatrice Carolina Kostner e la torcia olimpica che ha raggiunto l’offerta record di 13.550 euro. Inoltre più di 1.400.000 euro
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sono stati raccolti nel programma televisivo “Una Squadra per Amico” trasmesso dai Rai Uno, grazie anche a vari oggetti battuti all’asta come le ultime scarpette di Diego Armando Maradona, aggiudicate per 20 mila euro dal calciatore cileno Marcello Salas, o il lotto composto dai guanti di Gigi Buffon, gli occhiali di Davis e un pallone autografato dai giocatori della Juventus venduto per 25 mila euro. Altre iniziative per il found raising all’ospedale Gaslini di Genova sono legate al Giro d’Italia, al parco divertimenti Gardaland, a molteplici tornei calcistici, manifestazioni sciistiche ed eventi mondani come sfilate di moda, programmi televisivi e galà. Inoltre sul sito “unsognoperilgaslini.it” è possibile aiutare l’associazione con l’acquisto della felpa della Nazionale Italiana firmata da tutti gli atleti di Atene 2004, o con le bomboniere solidali, con donazioni o intestando il cinque per mille alla Onlus “Un Sogno per il Gaslini”.

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L’evento

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E la solidarietà verso i bimbi ammalati e sofferenti non è mai troppa, soprattutto quando situazioni del genere ci toccano in prima persona, per cui nel piccolo paese di Sennori, in cui io stessa abito, nell’agosto del 2009 nasce “Sennori Reggae, per un sorriso in più”, un’iniziativa per il found raising destinata alla ricerca sui tumori cerebrali del bambino dell’ospedale Gaslini di Genova.

L’evento, proposto e organizzato in poco meno di un mese, da mamme che hanno avuto o hanno ancora bambini in cura nell’istituto pediatrico ligure, ha richiamato all’azione e alla solidarietà la maggior parte della popolazione sennorese, dai più giovani agli anziani, e ha avuto un grandissimo successo. Durante la mattinata le mamme promotrici, le altre madri del paese e chiunque altro volesse partecipare,  hanno preparato e venduto nella piazza principale del paese torte

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fatte in casa, dolci sardi, frittelle e torte salate in cambio di un’offerta. In poco più di un’ora le oltre 100 torte preparate sono incredibilmente terminate grazie al buon cuore dei miei paesani che non si sono rifiutati di offrire anche più del dovuto per una buona causa. Il pomeriggio, dalle 16:00, nel Piazzale D’Annunzio, sono state vendute altre 50 torte prontamente preparate dalle massaie sennoresi e anche queste subito terminate per un notevole incasso. Dalle 18:00 Sennori è diventata un caleidoscopio di colori e genti arrivanti da tutto il nord Sardegna per il concerto che poche ore dopo avrebbe fatto ballare l’intero paese. Infatti, dalle ore 20:00, sul palco si sono alternati artisti sia locali, come gli ormai celebri Train To Roots, gli Arawak, i Bass Conqueros, e internazionali, come General Levy, artista arrivato da Londra e famosissimo nell’ambiente Reggae.
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Durante il concerto le stesse persone organizzatrici, aiutate da amici e familiari e sponsorizzate da varie imprese locali (come negozi, panifici, macellerie, supermercati, ecc.) hanno venduto quasi 2.000 panini, chili e chili di patatine fritte, porchetta e pizzette, il cui ricavato è andato a sommarsi a quello già consistente della mattinata e del primo pomeriggio.

Il concerto è durato tutta la notte, contrassegnandosi quasi come un addio all’estate e

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diventando un appuntamento da ripercorrere ogni anno, ma nessuno avrebbe mai sperato in un successo tale e in un simile ammontare di fondi raccolti da una piccola comunità come quella sennorese. All’ospedale Gaslini, infatti, sono stati inviati oltre 8.000 euro, un piccolo gesto forse, ma sempre doveroso e indispensabile vista l’importanza che oggi assume la ricerca in Italia e i pochi fondi a essa destinati.

 

Alice Secchi



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