Il sogno spezzato di Barcellona: il COI la invita a rinunciare alle Olimpiadi Invernali del 2022
Da Rottasudovest
E' stato un colloquio franco e cordiale, come si usa dire nel linguaggio
diplomatico.
Nell'ambito di un processo di riflessione sulla candidatura olimpica, il sindaco di Barcellona Xavier Trias
ha incontrato ieri il presidente del COI Thomas Bach a Losanna, in Svizzera, e
questi l'ha invitato a rinunciare alla corsa per l'organizzazione delle
Olimpiadi Invernali del 2022. Le ragioni del neo-presidente del COI sono
chiare, anche se magari non del tutto condivisibili dagli spagnoli.
Barcellona, la Catalogna e la Spagna non hanno una cultura degli sport
invernali, non hanno campioni carismatici in grado di trascinare una
candidatura olimpica di queste specialità, non hanno un pubblico sufficiente
interessato alle gare olimpiche d'inverno. E, a parte lo scarso interesse degli
spagnoli per questi sport, c'è anche la situazione politica in Spagna e in
Catalogna: la crisi economica non facilita gli investimenti e lo stato d'animo
da essa causata rende più facile un atteggiamento critico sugli investimenti
necessari per le infrastrutture che un largo consenso. Insomma, la candidatura
olimpica potrebbe più facilmente dividere che unire gli spagnoli e i catalani.
Se venisse fatto un referendum, per verificare l'appoggio cittadino alla
candidatura, così come è stato fatto recentemente a Oslo, e il risultato fosse
negativo, il contraccolpo sarebbe evidente per l'immagine dei Giochi Invernali
e il COI non è disponibile a vedere messa in discussione l'immagine delle
Olimpiadi.
Bach ha rinnovato stima e ammirazione per Barcellona, ha elogiato la sua
immagine olimpica e il successo dei suoi Giochi del 1992, ma ha praticamente
invitato il sindaco Trias a presentare la candidatura olimpica in tempi
migliori.
TV3, la tv pubblica catalana, ha detto ieri che il sindaco annuncerà oggi il
ritiro della candidatura di Barcellona, dopo aver parlato con i suoi omologhi
dei Pirenei, e ha assicurato che la città si ripresenterà per i Giochi
Invernali del 2026, citando fonte vicini al Comune (ma se le Olimpiadi del 2022
saranno in Europa, non lo saranno quelle del 2026). Per i sindaci di Barcellona
e dei Pirenei sarà un incontro triste, dato che tutti avevano ottenuto il
consenso alla candidatura nei loro Consigli Comunali.
La candidatura di Barcellona ai Giochi Invernali aveva ripreso forza dopo la
terza bocciatura consecutiva della corsa olimpica di Madrid. Sempre leale nel
suo sostegno alla capitale, dopo il terzo fallimento, la Catalogna aveva deciso
di investire nella sua candidatura ai Giochi invernali, rimasta sempre in
secondo piano. Una candidatura ambiziosa che, se avesse avuto successo, avrebbe
fatto del capoluogo catalano la prima città al mondo ad aver ospitato sia i
Giochi Estivi che quelli Invernali. Il modello di riferimento perl'organizzazione era Torino 2006: una grande città vicina alle montagne,
sede delle cerimonie di apertura e di chiusura e di alcune competizioni sul
ghiaccio, e le montagne sede delle gare sulla neve.
L'idea aveva affascinato Barcellona e le valli catalane e, dopo il fallimento
di Madrid, aveva ottenuto l'appoggio del PP e del PSOE. C'era qualche dubbio
circa i reali investimenti che si potevano realizzare nell'organizzazione, ma,
assicuravano quelli che ci credevano, la Spagna sarebbe stata in grado di farvi
fonte, essendo prossima all'uscita della crisi economica.
Ieri, il COI ha messo Trias davanti a una realtà non considerata: la Spagna non
ha grandi campioni negli sport invernali: "E' molto importante che la
città e il Paese che vogliono organizzare i Giochi Invernali siano in grado di
affermare una scommessa decisa, per realizzare un piano sportivo ambizioso, che
permetta di garantire che gli organizzatori potranno presentare anche campioni
di alto livello nella maggior parte delle discipline" hanno spiegato a Losanna. E in questi anni di
trionfi sportivi spagnoli, lo sci e gli sport della montagna sono i grandi
assenti.
Per Barcellona una doccia fredda, per la Spagna in cerca di Olimpiadi una nuova
delusione.
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