il sole di settembre

Da Foscasensi @foscasensi

14 settembre 2013 – diario

il museo della guerra – monte piana

Al sabato ho l’abitudine di comprare i giornali all’edicola del paese che dista sei chilometri da casa. La Zora mi segue nel viaggio, paziente,  sul sedile posteriore della macchina foderato per lei con una coperta a righe, poi andiamo, a piedi, a esplorare le strade e i cigli. Ci sono cancelli di cani rognosi, cassonetti, lagerstroemie ancora in fiore coi riccioli dei rami più teneri e i tronchi nudi, cartacce, persone  sedute a prendere il sole di settembre.

Settembre è caldo ma già perplesso, la luce si prepara alla lunga convalescenza delle stagioni più avare, l’aria è netta  e ogni cosa ride da dietro un cristallo. Sono nata a settembre ma settembre è un buon mese per morire. La Zora annusa le siepi e lo sterco e accanto all’aiuola ancora soffice c’è una casa e una finestra a vetri aperta e dentro si vedono un letto più complicato del normale e una sedia dalle ruote d’acciaio e sulla sedia un corpo curvo forse già  sconfitto eppure anch’esso esposto al dolce sole di settembre. Davanti alla chiesa  un manipolo di uomini ricorda la croce già più che trecentenaria ritrovata da Sant’Elena nelle viscere di un tempo che ormai mi  fa paura.
Come se ci fosse qualcosa per cui dovessimo essere felici.

Sto ascoltando

O frondens virga (antiphona)
Hildegard von Bingen