Il Sole e la Piccola Era Glaciale

Creato il 12 giugno 2011 da Stukhtra

Consoliamoci con i paesaggi di Bruegel il Vecchio

di Mattia Luca Mazzucchelli

Per gli scienziati è ancora un mistero: che cosa ha portato alla Piccola Era Glaciale? Il primo sospettato è sempre stato il Sole, che secondo alcuni scienziati era piuttosto fiacco in quei 300 anni, tra il Cinquecento e l’Ottocento. Ma la controversia è ancora intensa. Solo qualche mese fa era stato pubblicato un articolo che assolveva la nostra stella, sostenendo che il suo ruolo è stato marginale. Ora invece un fisico americano dice di avere nuovi dati sulla sua colpevolezza.

Tutto perché la Piccola Era Glaciale è stato un periodo molto particolare, influenzato da fenomeni ancora non chiari. Il nome che gli è stato dato di sicuro mette l’accento sul freddo, ma scientificamente parlando non è molto azzeccato: le ere glaciali durano milioni di anni e, per dovere di cronaca, va detto che adesso siamo ancora in un’era glaciale iniziata 2,58 milioni di anni fa. Dal punto di vista glaciologico, un’epoca può essere definita era glaciale solo se esistono zone estese della Terra coperte dai ghiacci. E, pur con tutti i problemi attuali, questo è ancora vero. Poi all’interno delle ere esistono momenti più freddi di espansione dei ghiacciai, i periodi glaciali, e momenti più caldi di ritirata, i periodi interglaciali. Ovviamente noi ci troviamo in uno di questi ultimi. Ma anche per i periodi si parla di decine di migliaia di anni, non di qualche manciata.

La Piccola Era Glaciale invece è stata un intervallo breve, di appena tre secoli, tra il Cinquecento e l’Ottocento, anche se si ritiene che le prime avvisaglie risalgano al Duecento. Inoltre studi recenti dicono che ha riguardato soprattutto l’emisfero settentrionale, con un abbassamento delle temperature medie tra 1 e 2 gradi. Comunque resta il problema di capire che cosa abbia portato a un cambiamento così repentino delle temperature, tra l’altro in un periodo interglaciale.

Ed ecco che viene tirato in ballo il Sole. Durante il Seicento già si facevano osservazioni astronomiche e si contavano le macchie solari. Eppure tra il 1645 e il 1725 se ne sono contate poche, perché mancavano. Negli stessi anni la Piccola Era Glaciale raggiungeva uno dei momenti più freddi. Una coincidenza? Molti scienziati hanno pensato di no.

Le macchie solari sono zone della fotosfera più scure e fredde di quelle circostanti, causate da attività magnetiche che rallentano la convezione del plasma. Il loro numero non è stabile ma varia tra un massimo e un minimo, secondo un ciclo di 11 anni. E a volte mancano quasi del tutto per un lungo periodo, come durante il Minimo di Maunder, tra il 1645 e il 1715. Le macchie sono zone più fredde, quindi durante un periodo di massimo il Sole dovrebbe irradiare meno energia. Ma sono circondate da zone più calde rispetto al resto della fotosfera, dette facole. Queste non solo compensano bene il deficit causato dalle macchie, ma anzi fanno aumentare la costante solare.

Durante un minimo le macchie ovviamente sono poche, se non completamente assenti. Il problema è che cosa succede alle facole. Uno studio pubblicato nel marzo scorso su “Geophysical Research Letters” sostiene che anche durante un minimo prolungato le facole non si riducono oltre una certa soglia. Insomma, diversamente da quello che si pensava prima, rimane un certo numero di facole attive indipendentemente dalle macchie. Gli scienziati, del Caltech, del Lockheed Martin Advanced Technology Center e di altri centri di ricerca, lo deducono a partire da dati rilevati durante un minimo prolungato tra il 2008 e il 2009. E concludono che, se il Minimo di Maunder è stato dello stesso tipo di quello da loro registrato, le cause della Piccola Era Glaciale vanno cercate altrove.

Ma Peter Foukal, un fisico indipendente che ha fondato la Heliophysics Inc., in Massachusetts, non è d’accordo. Science Now riporta che lo scienziato a fine maggio, durante il congresso dell’American Astronomical Society a Boston, ha presentato uno studio in cui afferma che le rilevazioni condotte tra il 2007 e il 2009 hanno mostrato che tutte le attività magnetiche del Sole sono ridotte durante un minimo prolungato. Facole comprese. Il risultato è stato una riduzione nell’irradiazione solare, sufficiente per innescare la diminuzione di temperatura. Poi altri eventi, come le eruzioni vulcaniche, possono aver aiutato a mantenerla bassa. Insomma, proprio il contrario dello studio precedente.

Probabilmente bisognerà attendere una pubblicazione di Foukal per capire esattamente su quali dati si basino i suoi studi. E ulteriori indagini per comprendere meglio come i processi astronomici influiscano sulle variazioni climatiche terrestri. Del resto non si conoscono ancora bene nemmeno le cause dei periodi glaciali veri e propri. Ma l’impegno dei ricercatori è forte, visto anche ciò che da un secolo a questa parte sta succedendo al clima.

Fin qui la scienza. Ma la Piccola Era Glaciale è interessante anche sul piano storico. Sui grandi cambiamenti climatici del passato (milioni se non miliardi di anni fa) abbiamo informazioni fisiche, astronomiche, geologiche, al limite paleontologiche. Tutte raccolte a posteriori. Ma qui si ha la possibilità di confrontarsi con la storia. Che non riporta solo i dati quantitativi su temperature e macchie solari, ma ci racconta anche di carestie, contrazione demografica, leggende e opere d’arte.

La Piccola Era Glaciale arrivò in Europa dopo un periodo dal clima mite, chiamato appunto Periodo Caldo Medievale, durante il quale c’erano state crescita agricola e demografica. Già dalla metà del Duecento, però, le estati si fecero più corte e piovose. La produzione entrò in crisi, e dal Trecento si fecero frequenti le carestie, seguite dalla Morte Nera. Fu il periodo delle leggende sui genitori affamati che abbandonavano i bambini nelle foreste, come quella di Hansel e Gretel. Per l’avanzata dei ghiacci in Groenlandia scomparirono le colonie dei Vichinghi, fondate durante i secoli caldi precedenti. Dal Cinquecento all’Ottocento molti inverni diventarono tristemente celebri per le carestie e le ripercussioni sociali che ne seguirono. Un fenomeno naturale, che in altra epoca avrebbe al limite determinato l’estinzione di una qualche specie paleontologica, ha concorso a scrivere la storia dell’Europa tardo medievale e moderna. E ne abbiamo anche le immagini: i paesaggi di canali ghiacciati e pattinatori, dipinti a partire dal 1565 nelle Fiandre.

Pieter Bruegel il Vecchio: "Paesaggio invernale con trappola per uccelli". Una "fotografia" della Piccola Era Glaciale. (Cortesia: Wiltshire, Wilton House)

Schrijver, C., Livingston, W., Woods, T., & Mewaldt, R. (2011). The minimal solar activity in 2008–2009 and its implications for long-term climate modeling Geophysical Research Letters, 38 (6) DOI: 10.1029/2011GL046658


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