Il sole non splende per tutti coloro che sono ancora vittime dell'ineguaglianza e dell'ingiustizia: e sono il mondo.
Verso dopo verso, Jacques Prévert cerca di identificare tutti i deboli, gli oppressi, i miseri, gli sfruttati in una lunga poesia che sembra quasi una litania religiosa.
Il sole splende per tutti
ma non splende nelle prigioni
non splende per quelli che lavorano in miniera
quelli che mangiano carne cattiva
quelli che soffiano le bottiglie vuote che altri
berranno piene
quelli che passano le vacanze nelle officine
quelli che mungono le vacche e non bevono il
latte
quelli che dal dentista non vengono addormentati
quelli che hanno il pane quotidiano settimanale
quelli che l'inverno si scaldano nelle chiese
quelli che il sagrestano sbatte a scaldarsi fuori
quelli che vorrebbero mangiare per vivere
quelli che viaggiano sotto le ruote
quelli che vengono assunti. licenziati, aumentati.
diminuiti, manipolati, frugati. accoppati
quelli che non hanno mai visto il mare
quelli che puzzano di lino perché lavorano il lino
quelli che non hanno l'acqua corrente
quelli che spalano la neve per un salario irrisorio
quelli che invecchiano prima degli altri.
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