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IL SU-POST DEL SABATO. L’Italia dichiara guerra alla UE. Silvio se la ride e "peve pirra”

Creato il 09 aprile 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
PillolaOgni giorno che passa ci tocca renderci conto della nostra assoluta impotenza da frustrazione. Così ci sentiamo quando Roberto Maroni, ministro dell’Interno, torna trionfante da Tunisi, dichiara che è stato raggiunto un accordo faticosissimo per tenere a bada i migranti e ci rendiamo conto subito dopo che invece dei migranti arrivano gli evasi dalle carceri tunisine. Mentre ci chiediamo che tipo di intesa Maroni possa aver raggiunto con Essebsi, considerato che di risultati non se ne vedono, ecco che si apre il “fronte francese”. I nostri cugini d’oltralpe dicono chiaro e tondo che alle loro frontiere non passerà lo straniero, soprattutto se munito del permesso di soggiorno temporaneo che le autorità italiane daranno ai poveri cristi provenienti dal Nordafrica. Maroni urla, strepita, minaccia, convoca il ministro francese Guéant alla prefettura di Milano, gli mostra le stanze occupate da Napoleone nel 1805 e un risultato lo raggiunge, quello di pattugliare insieme le coste del Mediterraneo per impedire nuovi arrivi e nuovi sbarchi. In conferenza stampa però nessuno fa cenno ai 60 euro giornalieri che i profughi dovranno dimostrare di avere (oltre un alloggio e un lavoro), per entrare in Francia, nessuno accenna al fatto che, nelle stesse ore, la “Cermania” ha detto: “Da noi non passa nessuno a costo di costruire un altro muro”. Nel frattempo la base leghista è in rivolta. Accusa Maroni di eccessiva “tenerezza”. I padani avrebbero risolto la cosa ricorrendo ai forconi, come fecero i nazisti per scaricare i camion di ebrei, per cui l’atteggiamento permissivo di “Bobo Blues” lo vedono come fumo di sterco delle vacche in quote latte negli occhi. Maroni è disperato, inizia ad articolare frasi senza senso, fino a che non gli scappa “usciremo da Frontex” che assomiglia molto a una dichiarazione di guerra stile “abbandoniamo l’Onu e bombardiamo chi cazzo ci pare”. L’Italia, prendiamone atto, non conta più una mazza. L’unico amico che ci è rimasto è Putin ma il leader russo, più che una formale presa di distanza da quando sta accadendo nel Mediterraneo non ha fatto e non può fare. E così, mentre la Francia, la "Cermania" e l’Inghilterra pensano a come dividersi gli affari libici dopo la dipartita del Cojonello, l’Italia combatte da sola contro il preannunciato esodo biblico dalle coste nordafricane. Dopo non essere stata invitata alla famosa videoconferenza che ha deciso la strategia anti-libica, l’Italia si ritrova isolata dall’Europa e dal resto mondo e con un ministro degli Esteri che partecipa ai lavori della Camera solo per votare. Zero credibilità, zero dignità, nessun potere contrattuale, questa è la nostra nazione nell’anno 17 E.B.Pillolina“Ragazzi, ci si presenta con la giacca allacciata, senza barba, con un trapianto ad hoc di capelli, niente occhiali ma lenti a contatto. Ragazze occorre che siate carine, niente vestiti seri come quelli che indossate ma cosce al vento e spacchi vertiginosi perché l’occhio dell’uomo vuole la sua parte. E poi, ma solo dopo, vi invito al bunga bunga”. Così ha parlato Silvio Berlusconi ieri a Roma alla consegna dei riconoscimenti agli studenti “geni” delle nostre università. Ha raccontato le solite barzellette, sparato le solite ignobili cazzate, gigioneggiato come solo lui sa fare quando l’alzheimer si risveglia. Ormai prigioniero del suo mito di miglior cabarettista del mondo, Silvio non sa più distinguere le occasioni nelle quali si può lasciare andare e quelle in cui il ruolo che ricopre lo dovrebbe tenere a freno. Al discorso di ieri è mancato solo un bestemmione dei suoi. Secondo la tabella di marcia di monsignor Fisichella (e i soldi recuperati dalla Chiesa dall’8 per mille destinato allo Stato), a Silvio restano ancora tre bestemmie e un paio di bunga bunga. Poi scatta la penale.SuppostaFatto di sangue davanti al Teatro delle Vittorie. Ieri sera alle 20 e 30 un uomo è stato giustiziato con due colpi di pistola di cui uno alla testa. La polizia e i carabinieri accorsi sul posto, si sono trovati di fronte uno spettacolo raccapricciante, un omicidio in perfetto stile mafioso. Se il morto fosse stato Bruno Vespa avrebbero capito immediatamente chi era l’assassino ma trattavasi di tal Roberto Ceccarelli, quarantacinquenne non incensurato, implicato in passato in reati di riciclaggio di denaro. In tasca aveva un assegno di centomila euro. Pippo Baudo, appresa la notizia e il nome del morto, ha tirato un sospiro di sollievo.

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