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IL SU-POST DEL SABATO. Silvio scrive al Papa, Scilipoti l’autobiografia e a noi “Marie Claire”

Creato il 23 aprile 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
IL SU-POST DEL SABATO. Silvio scrive al Papa, Scilipoti l’autobiografia e a noi “Marie Claire” PillolaIl messaggio del presidente del consiglio a SS Benedetto XVI° per la santa Pasqua sprizza bontà e generosità da tutti i pori, cioè dalle parole. Gli abbiamo dato una scorsa e quello che salta immediatamente agli occhi è che è stato scritto a due mani, quelle di Silvio e quelle ben più aduse a trattare con il clero di Gianni Letta. Il tono enfatico, ispirato ad una interessata sottomissione (il 15 e 16 maggio si vota), è infatti quello dell’ex direttore del Tempo del periodo d’oro, molto prima che ne assumesse la direzione Polifemo trasformandolo nell’ennesimo bollettino pro-Silvio veritate. Letta inizia la lettera di Silvio che, come da prassi, non è indirizzata al Papa in persona personalmente ma al cardinale Carrozziere, citando Ratzinger a proposito dei diritti umani, allorquando il pontefice scrive: “In ossequio al rispetto della dignità e del valore della persona umana sancito dai Popoli della terra nella carta dell'organizzazione delle Nazioni Unite”. “Anch’io – sottolinea Silvio nella parte della lettera scritta di suo pugno – ho accolto con generosità e spirito di solidarietà le centinaia di migliaia, i milioni di profughi in fuga dalle terre d'Africa, e a loro ho concesso l’uso in comodato gratuito delle mie 126 ville, 12 castelli, 364 appartamenti, 1543 dependance accollandomi anche le spese delle utenze che il ragionier Spinelli salda puntualmente a fine mese”. E, mentre Letta ha ricordato al Papa che l’Italia sarà vicina alla Santa Sede per la cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II del Primo Maggio, Silvio ha tenuto a sottolineare che: “il Governo italiano sarà impegnato con le sue strutture per garantire la tranquilla e serena partecipazione alla cerimonia  religiosa della moltitudine di pellegrini che interverranno”. Il che sta a significare che i fondi per la festa vaticana sono stati messi a disposizione dalla presidenza del consiglio e prelevati dagli stanziamenti per le Grandi Opere. Anche il finale della lettera è stato scritto a due mani. Letta si è limitato ad augurare la buona Pasqua al Pontefice, mentre Silvio, nel PS che la chiude, ha invitato papa Ratzinger alle sue feste chiosando: “Caro Papa, in fondo la differenza fra me e lei è solo una vocale”. PillolinaAnche Domenico Scilipoti ha scritto la sua autobiografia. Il titolo sarà “Perché Berlusconi” e racconterà la vita, l’arte, le opere e la carriera del simbolo vivente del salto della quaglia a piedi pari. Pur non avendo ancora trovato un editore (ma la Mondadori dopo aver pubblicato quella di George Clooney è in agguato), Scilipoti l’ha presentata lo stesso perché la prefazione è stata scritta nientepopodimenoché da Silvio Berlusconi in persona. Nel primo capitolo il Domenico racconta la sua infanzia trascorsa a Barcellona Pozzo di Gotto dove, preparandosi alla sua sfolgorante carriera di medico alternativo, già da bambino si divertiva a pungere con un ago le lucertole. A chi gli domandava perché diavolo le torturasse, Scilipoti rispondeva: “Non le sto torturando, gli sto curando la cervicale”. Nel secondo capitolo, Scily racconta gli anni dei pazzi studi, quando per sopravvivere, somigliando a Danny De Vito, faceva la comparsa nei filmetti sexy dove gli facevano recitare sempre la parte dell’infermiere che tentava di bucare con un ago le tette di Edvige Fenech. Nel terzo, racconta l’incontro che cambierà la sua vita, quello con Antonio Di Pietro che lo sceglie per entrare in Parlamento, colpito dalla padronanza della lingua e dal modo in cui gli aveva curato la sinusite. Il quarto ed ultimo capitolo è quello della folgorazione: Scilipoti si innamora fatalmente di Silvio. E quando 2232 gli propone di lasciare quello sgrammaticato del suo leader, Domenico decide che è giunta l’ora di finirla con lo storpiamento della lingua madre e dei congiuntivi scambiati per condizionali. Fonda i “Responsabili” e consente a Silvio di sopravvivere alla mozione di sfiducia. Il Capataz lo ricambia con una prefazione che ne disegna la grande levatura morale. Scrive Silvio: “Il libro è un sasso nello stagno dell’ipocrisia politica oggi alimentata dall’egemonia culturale della sinistra”, come se Scilipoti fosse davvero un grande scrittore. E conclude: “Domenico Scilipoti è un uomo coerente e forte che si è ribellato alla vergognosa pratica del ribaltone e ora è vittima della macchina del fango: quel meccanismo perfetto e perfettamente oleato – (alla faccia dell’italiano!) – pronto a mettersi in moto per lamentare presunti attentati”. Ogni riferimento a Belpietro è puramente voluto anche se, come sempre, Silvio dimentica il suo, di presunto attentato. Ma la storia continua a dargli ragione, quindi...SuppostaMi ha contattato Marie Claire. La notissima rivista femminile vuole dedicarmi la copertina, un servizio fotografico e una lunghissima intervista che metta in risalto il mio lato glamour. Sconcertato, ho domandato più volte se non avessero sbagliato indirizzo e se fossi proprio io il soggetto delle loro attenzioni. “Si, è proprio lei – mi ha detto con una falsa voce infantile la redattrice incaricata di scrivere di me – il giornalista rompipalle che ha un blog letto da 6 aficionados e mezzo e che vorremo presentare al grande pubblico spogliandolo della veste professionale per mostrare quella umana”. Quello che mi ha turbato è stato il verbo “spogliare”, tanto che, svegliandomi, mi sono reso conto di aver fatto una sudata bestiale, diretta conseguenza dell’incubo da sovraesposizione mediatica del quale ero stato vittima. Non dovevo leggere Vanity Fair prima di addormentarmi. Lo sapevo che sarebbe andata a finire così.

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