IL SU-POST. La Gelmini alla Giustizia. Responsabili e inconsapevoli mentre l’orgia continua

Creato il 04 giugno 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
PillolaLa domanda è di quelle destinate a far scalpore. Il pm di Venezia Carlo Nordio o Mariastella Gelmini? Con la nomina di Angelino Alfano a segretario del Pdl, si apre di fatto la corsa alla successione del capo del ministero di via Arenula. Posizione delicatissima in questo momento perché un ministro della Giustizia, invece di salvaguardare i cazzi di Silvio, dovrebbe avere il compito di mandare avanti la macchina giudiziaria, completare l’informatizzazione dei tribunali, assicurarne il pieno funzionamento, vigilare sull’imparzialità dei giudici, curare l’organizzazione di un settore che, secondo le stime del Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, con le “lentezze strutturali dei processi civili, rischia di far perdere al Paese l’uno per cento del Pil” e, infine, ridare lustro a un dicastero che, da Roberto Castelli allo stesso Alfano, non ha certo brillato per efficienza. Così, mentre Gianni Letta aveva pensato seriamente di mettere in quel posto il “tecnico” pm di Venezia Carlo Nordio, Silvio sta elucubrando tutt’altra soluzione. Nonostante Nordio abbia dichiarato “La forma mentis del magistrato non è quella dell'amministratore pubblico. [...] L'idea che la politica non riesca a esprimere un nome al proprio interno e che debba ricorrere a un magistrato è un segnale di crisi profonda”, il Nunzio Apostolico presso il Pdl resta convinto che un giudice al di sopra delle parti possa rappresentare una sorta di rinfrescata all’immagine alquanto compromessa di un ministero il cui capo, fino a ieri, partecipava tranquillamente alle riunioni del pool difensivo del presidente del consiglio. Ma da questo orecchio Silvio non ci sente. Svegliatosi dall’ennesima crisi catalettica, Berlusconi è più che mai convinto che in quel posto debba andare una persona fidata, dalla forte personalità, contraddistinta da una solida preparazione giuridica e soprattutto convinta che si debba porre fine all’egemonia comunista in tutti i campi dello scibile umano e financo della cultura. Da quando Alfano è diventato il segretario di un partito che non prevede il ruolo di segretario, Silvio è alle prese con il riempimento di una casella alla quale tiene in modo particolare. “Ci serve una persona di fiducia – ha detto a Gianni Letta che implorava una svolta di ‘qualità’ – qui ci serve Mariastella”. Dopo aver distrutto la scuola con tutti gli annessi e connessi e aver fatto incazzare come una iena turkomanna Giulietto Tremonti per i rimborsi delle cause che i precari stanno facendo al ministero, la Gelmini avrà l’incarico niente affatto proibitivo, di affossare un altro dicastero, quello della Giustizia. Primo compito del neo-ministro sarà quello di far mancare la carta igienica nelle toilette dei tribunali, seguirà la fornitura di toner riciclato per le fotocopiatrici e la non fornitura delle risme di carta, il ritorno dei pallottolieri al posto delle sofisticate calcolatrici a manovella Olivetti, il blocco delle assunzioni dei cancellieri e degli amministrativi, il taglio orizzontale degli stipendi dei magistrati, i contratti co.co.co per i vincitori dei concorsi, l’abolizione del ruolo dei pretori e il rimborso forfettario per i giudici di pace: 5 euro a sentenza. La Gelmini, occhio vitreo e l’aria di chi è capitata in un qualsiasi posto per caso, ha già fatto sapere che è disposta a sacrificarsi, tanto nella scuola ha già fatto tutti i danni possibili.PillolinaDa un po’ di tempo, accanto al termine “responsabile”, nel Pdl se ne sta facendo largo un altro: “inconsapevole”. Coniato da quel genio della politica di Claudio Scajola, il combinare danni senza accorgersene deve essere diventata una specie di epidemia che ha colpito di riflesso anche il fratello del presidente del consiglio. Sicuramente qualcuno ricorderà ciò che avvenne la vigilia di Natale del 2005, quando tre figuri si recarono ad Arcore per portare in regalo a un distrutto e ormai rassegnato alla pensione Silvio Berlusconi, un nastro con l’intercettazione della famosa telefonata di Fassino a Consorte nella quale si diceva: “Allora abbiamo una banca”. Grazie a quella telefonata, che Paolino “Pa” Berlusconi girò di corsa al Giornale, Silvio riuscì a recuperare una situazione che lo dava sicuro perdente alle successive elezioni politiche. L’intercettazione, che era parte dell’indagine che i magistrati milanesi stavano conducendo sulla scalata dell’Antonveneta da parte dei “furbetti del quartierino, non era stata trascritta neppure in un brogliaccio né tantomeno consegnata ai giudici. Da qui le accuse, pesantissime, rivolte agli intercettatori Roberto Raffaelli, Eugenio Petessi e Fabrizio Favata (che si è avvalso del rito abbreviato) e a Paolino che andrà a processo per rispondere di ricettazione, concorso in rivelazione del segreto d’ufficio e millantato credito. Ma Berlusconi junior ha fatto sapere, attraverso l’avvocato Ghedini, che tutto è avvenuto in buona fede, che lui ha “inconsapevolmente” passato al Giornale l’intercettazione convinto che si trattasse di un atto già regolarmente trascritto. Il fatto strano è che nel Pdl si delinque inconsapevolmente esattamente come si governa.SuppostaPer nulla affaticato dalle continue performance sessuali e più che mai affamato di pilu, Silvio ha trasferito la sua discoteca naif da Arcore a Villa Gernetto che aveva acquistato per destinarla all’Università delle Libertà. Mancando gli arredi per le aule, Silvio ha pensato di iniziare intanto ad utilizzarla come dependance privata trasferendoci alcuni dei servizi per i quali Arcore era diventata sede troppo esposta. Lele Mora è stato così costretto a fare qualche chilometro in più per rifornire di carne fresca il sultano e Flavio Briatore a dire a Daniela Santanchè in una telefonata anche questa intercettata: “È malato, proprio come diceva Veronica”. Insomma sembra che Villa Gernetto abbia preso in tutto e per tutto il posto di Arcore, con tanto di danzatrici del ventre pronte ad allietare gli ospiti. Ed è quello che è accaduto alle figlie di Silvio, Barbara ed Eleonora le quali, invitate a colazione dal papà che voleva mostrare loro l’ultimo acquisto, si sono viste girare intorno per tutto il tempo una danzatrice del ventre che non lesinava attenzioni particolari al genitore. “Che volete farci – sembra abbia detto Silvio alle figlie – piaccio ancora molto alle donne”. Barbara ed Eleonora a quel punto si sono alzate e, disgustate, se ne sono andate. “È malato – ha detto Barbara – proprio come dice mamma”.

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