Il Sudafrica re-introduce le quote razziali

Creato il 15 agosto 2013 da 22metri @22metri

Dalla prossima stagione di Vodacom Cup tornano le quote per i giocatori neri

La SARU ha deciso che sette su ventidue giocatori della rosa delle squadre di Vodacom Cup per la stagione 2014 dovranno essere di colore. Dei sette due dovranno essere avanti.
L'esperimento fu introdotto, senza troppo successo, nel 1999 ed andò avanti per cinque anni, prima che la SARU lasciasse le squadre libere di scegliere i giocatori in base alla loro qualità e non al colore della pelle.
L'intento della federazione sudafricana è quello di aumentare il numero di giocatori d'elite di colore, ma imporre tale quota è, a mio parere, doppiamente sbagliato.
Primo: i cinque giocatori di colore potranno essere visti come dei privilegiati che hanno ottenuto il posto in squadra solo perché in quota. Al primo caso in cui uno di essi non dovesse giocare bene, subito i primi critici solleveranno il fatto che un altro giocatore, bianco, avrebbe potuto far meglio.
Secondo: non aiuta a far crescere lo sport nella maniera giusta, cioè con la passione. Chi decide di farsi prendere a colpi per 80 minuti, correre nel fango, rischiare di slogarsi l'impossibile e perdere più sangue di un donatore abituale, non lo fa perché "in quota", senza la passione dietro, ogni sport, come ogni cosa della vita, non funziona.
Queste operazioni vanno chiamate per ciò che sono; razzismo. Che sia esso teso a favorire o a punire, distinguere e giudicare una persona per il suo colore della pelle è abominevole. Punto.
Investire sul rugby di base nei quartieri e nelle località prevalentemente abitati da neri, è la soluzione migliore se si vogliono vedere più giocatori di colore nello sport d'elite. E se ciò non riesce, sia. Non si può imporre a nessuno di fare qualcosa, solo perché quando gioca la nazionale springbok ci sono stati più giocatori di colore che indossavano la maglia inglese o francese.

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