Il suono giallo – Alessandro Solbiati

Creato il 15 giugno 2015 da Maxscorda @MaxScorda

15 giugno 2015 Lascia un commento

Ho conosciuto Solbiati ascoltando "Lezioni di musica" sul terzo canale di RadioRai.
Teorico poderoso, didatta straordinario ma cio’ che colpisce in lui e’ la passione che sovrasta ogni mestiere, il pathos sopra tecnica e tecnicismi, il sano sentire della musica ben diverso dall’ascoltare. Insegnante di mestiere, compositore di talento innato, ho cercato quando e dove possibile, di ascoltare la sua produzione.
Come egli racconta, il teatro e’ per lui una conquista relativamente recente, diversi lavori prima di oggi e per una fortuita serie di concomitanze, il Teatro Comunale di Bologna presenta in anteprima assoluta "Il suono giallo", liberamente ispirato all’opera omonima di Vassilij Kandinskij.
Che Solbiati abbia scelto di rappresentare uno scritto di Kandinskij, non sorprende se ricostruiamo un percorso umano e professionale teso all’analisi introspettiva ed espressiva della musica, anzi un ritorno vero e proprio all’espressionismo e dell’espressionismo utilizzare tutti i meccanismo fondamentali.
Kandinskij sublimo’ la propria arte nella pura emotivita’ e il suo teatro non di meno segue la regola del parlare attraverso le sensazioni evocate piuttosto che alla figurazione letterale. Egli lo premette nei suoi scritti, o ci si sente partecipi oppure no, nessuna via di mezzo. L’artista propone forme e soprattutto colori in cerca di una sincronizzazione, una partecipazione emotiva comune e funziona o non funziona, altro non c’e’ da sapere.
Ecco, il "Suono giallo" di Solbiati e’ sostanzialmente la stessa cosa, si fonda sui medesimi principi e su questi soli serve basarsi. Stiamo parlando di teatro musicale, percio’ il lavoro di Solbiati risolve solo in parte, dove il resto della rappresentazione e’ in mano a Marco Angius alla direzione e Franco Ripa di Meana alla regia. Non trascurabile anzi fondamentale, il lavoro compiuto dallo scenografo Gianni Dessi assieme alle luci di Daniele Naldi, anime visive dei suoni di Solbiati e col compito altrettanto arduo di seguire le indicazioni dell’artista russo, sempre sull’onda espressionista da lui definita.
Ecco, date le premesse sarebbe pura accademia analizzare o spiegare, mettersi a caccia di significati e significanti, quando il solo presupposto e’ il soggettivo sentire.
A me ha entusiasmato, sotto ogni punto di vista e cio’ potrebbe bastare.
La messinscena e’ a dir poco stupefacente rapportando le indicazioni di Kandinskij con quanto si e’ visto sul palco. Dessi e Ripa di Meana sfruttano le scarne indicazioni in loro possesso e le rielaborano in piena autonomia, rafforzando ancor di piu’ il senso complessivo del disagio emotivo col passaggio dall’ordine al caos, nascita e rinascita, entropia emotiva e umana con risoluzione finale, laddove comunque dal caos puo’ emergere la vita e la salvezza.
Fino ad un certo punto e’ un paradosso ma sono proprio le musiche di Solbiati ad essere programmaticamente piu’ rigorose nella forma e nella sostanza, in molti momenti letterali nella perfetta trasposizione del testo in melodia. A lui percio’ il compito piu’ arduo e’ la maggiore difficolta’ di comprensione rispetto l’esposizione del testo.
Eppure mi ha emozionato, forse perche’ conscio del meccanismo che richiede di non incedere nell’analisi ma al contrario lasciarsi andare cercando un’oscillazione sincronica con musica, testo e rappresentazione.
Pubblico delle grandi occasioni, mi pare si dica cosi’. Non il tutto esaurito ma credo posa definirsi un successo dato il carattere dell’opera. Applausi calorosi a conclusione e ad ascoltare i commenti, di sincero apprezzamento. Soprattutto la rappresentazione, la piu’ leggibile del resto, forse qualche perplessita’ in piu’ per le musiche ma cio’ era prevedibile per via di una fruizione piu’ faticosa che come detto richiede conoscenze musicali importanti oltre al puro ascolto. In aiuto viene certamente il libretto dell’opera, rivelatore e guida pratica nella genesi e negli intenti de "Il suono giallo"
Spero che la rappresentazione non si fermi con queste giornate bolognesi e molti altri abbiano la possibilita’ di godere di uno spettacolo straordinario. C’e’ ancora tempo per Bologna, approfittatene.

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