Conoscete tutti il Supereroe di cui voglio parlare oggi: è Roberto Saviano. Forse però non tutti lo considerano un Supereroe, i motivi possono essere diversi e non mi interessa convincerli del contrario. Io sono figlia del Sud, che è parte di un’ Italia divisa ma, allo stesso tempo, unita da un destino comune: essere vittima del malcostume e della criminalità organizzata. Queste frasi sono continuamente ripetute dai media al punto da perdere il loro profondo significato e non avere più peso. Ma un figlio del Sud questo significato lo conosce bene. Quando, come me, si lasciano la propria terra, la famiglia e si decide di partire per rincorrere un destino diverso da quello che già si conosce, può capitare di scontrarsi con i pregiudizi generati dalla mancanza di un’approfondita comprensione della realtà meridionale. Può capitare di ascoltare sentenze sui “terroni” emesse da persone che non sono state più a sud di Roma e si sono formate un’opinione personale sulla questione Meridionale dalle notizie di cronaca nera. Il Sud d’Italia viene etichettato come zavorra della nostra economia e quelli che vivono laggiù sono considerati smidollati, omertosi, ignoranti e per questo la criminalità dilaga. E quelli che partono? Devono scegliere da che parte stare, scontrandosi con la diffidenza di chi pensa che gli rubi il lavoro e l’ignoranza di chi sospetta che quelli del Sud il lavoro, infondo, non lo vogliono davvero. Ho avuto spesso la sensazione che si consideri il mondo malavitoso meridionale come una terra di nessuno, lontana da noi. Niente di tutto questo si avvicina alla realtà: ma, per comprendere, bisognerebbe viverci o meglio sopravviverci laggiù e sperimentare in prima persona quello a cui nessuno vuole credere se lo racconti.
Poi finalmente Saviano scrive. Racconta quello che i tanti emigrati del Sud sanno e sentono di non riuscire a dire, attanagliati da rabbia e frustrazione, per una situazione fuori dal loro controllo che tanto però ha condizionato la loro vita e che nessuno realmente comprende. Saviano scrive Gomorra, edito da Mondadori e da voce a quel Sud che resta, che non ha un altro posto dove andare. E’ il suo Sud e vuole che tutti lo conoscano. Questo significa rivelare i meccanismi del potere occulto a tutta l’opinione pubblica affinché sia consapevole della realtà che nessuno racconta.
Lo scrittore si occupa in seguito di un altro tema importante: la macchina del fango. <<Che cos'è la macchina del fango? È delegittimazione, attacco personale, screditamento attraverso il gossip, gogna pubblica di fatti privati.>>
E ci avverte “l'unico modo per fermare la macchina del fango è non darle credito”.
Saviano ci mostra così il superpotere delle parole, per salvare o distruggere: la scelta tra le due possibilità spetta ad ognuno di noi.
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