Il sussurro della montagna proibita
“A volte si deve fare molta strada per trovare la propria verità interiore” scrive Eskandar-Agha. Siamo agli inizi del ‘900 e l’Iran osserva impotente le prime estrazioni da parte degli inglesi dell’oro nero.
Questo libro è il racconto di un bambino che cresce in questa nuova era e che grazie alla sua curiosità e a una buona dose di coraggio, diventa un uomo rispettabile e benvoluto. Eskandar è un viaggiatore per natura, parte dal suo Villaggio Senza Nome e per lavoro, amicizia, amore e divertimento si sposta di città in città. Il quadro politico che fa da sfondo al racconto è quello di un Iran diviso, manipolato, di una popolazione disinformata ma legata profondamente al proprio Paese e alle proprie tradizioni. In questo Iran, Eskandar vive, cresce e scrive la sua storia. Mette su famiglia e vede i propri figli crescere, combattere e morire per un Iran più libero, per la democrazia. Vede crescere i nipoti e insegna loro l’arte del raccontare, perché il ricordo non vada perduto.
“Sono come gli uccelli che si mettono alla ricerca del Simorgh, il più bello e intelligente di tutti i volatili, solo per tornare a casa e scoprire che tutto ciò che stavano inseguendo era già dentro di loro”.
Jonathan