I proventi da tabacco nel 2013, ha rappresentato per almeno il 10,7 per cento del PIL dello Zimbabwe e il 21,8 per cento di tutte le esportazioni, e non è poco, comparato al 9,2 per cento di tutti gli altri prodotti agricoli. Ma la maggior parte dei nuovi agricoltori utilizzano il legno per essiccare il loro tabacco, secondo quanto ha spiegato Abedinigo Marufu, il vice direttore generale della Commissione forestale.
Prima della riforma agraria, la maggior parte dei circa 1.500 grandi produttori bianchi di tabacco utilizzavano l’elettricità per alimentare i ventilatori, che muovevano aria riscaldata col carbone per essiccare il tabacco. La produzione artigianale usa invece prevalentemente legname.
I dati più autorevoli sulla perdita della copertura forestale provengono dalla FAO, nel suo rapporto quinquennale, il Global Forest Assessment. L’edizione del 2010, ha collocato lo Zimbabwe tra i 10 paesi che hanno registrato la maggiore perdita di foreste tra il 1990 e il 2010. Secondo il rapporto, lo Zimbabwe ha perduto 327.000 ettari di copertura forestale all'anno nel corso dei due decenni.
Oltre al prelievo di legna da ardere per il trattamento del tabacco e per l’essiccazione dei mattoni, la deforestazione in Zimbabwe è causata dall'espansione agricola alimentata dalla crescita della popolazione, e dagli incendi boschivi.
La distruzione delle foreste ha raggiunto tali proporzioni allarmanti che durante il suo discorso per il giorno dell’indipendenza, il presidente Robert Mugabe ha minacciato un divieto della coltivazione del tabacco: "La nostra gente sta coltivando tabacco e vuole guadagnare soldi, ma sul lato negativo che abbiamo visto una deforestazione massiccia che porta alla desertificazione di intere zone. Per questo diciamo loro: 'utilizzate carbone o fermeremo la produzione di tabacco”.
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