Il taccuino del giovane cinefilo presenta “I bambini sanno” di Walter Veltroni

Creato il 01 maggio 2015 da Alessiamocci

Un anno dopo il suo interessante esordio cinematografico (Quando c’era Berlinguer, 2014), Walter Veltroni torna al genere documentaristico prendendo come oggetto d’interesse i bambini: li pone di fronte alle cineprese, a loro agio, lasciandoli liberi nella formulazione dei discorsi e nell’approccio coll’interlocutore, e guida dal fuori campo, con giusto tatto, le “interviste”, più simili a delle confessioni, visto il clima intimo (le riprese avvengono nelle residenze private) e intimista di cui è imbevuto tutto il lungometraggio.

Si parla dell’amore, della famiglia, di Dio, dell’omosessualità, della crisi… Tematiche nevralgiche, oculate, che permettono un vasto e variegato scrutare negl’animi e nelle menti dei giovani protagonisti, così come in quelli degli spettatori.

Almeno la sincera intenzione è quella di stimolare riflessioni senza ricorrere a tremendismi, anzi limitandosi a proporre un ventaglio di personalità, posizioni, circostanze che risulta difficile (e tutto sommato biasimevole) non apprezzare.

Si viaggia attraverso i gradi di maturità e di lettura del reale legati all’età (che va dai 9 ai 13 anni), i vari strati sociali, le diverse religioni, le contrastanti situazioni familiari, le variabili esperienze personali, le multiculturalità.

Certo, in puri termini inerenti il linguaggio filmico il risultato finale non si discosta da una placida mediocrità, vista la struttura semplice e iterata; e magari il taglio cristallino, sostenuto da una fotografia pulita che mostra volti puliti, oltre che da musiche di facile presa (ma nient’affatto disprezzabili in sé e per sé), può non incontrare i gusti dei “morandiniani” e in generale degli amanti di un rigore narrativo austero.

Ma a ben vedere, quello che conta veramente è il contenuto e le forme in cui viene espresso; e senza dubbio la confezione veltroniana non nuoce alla ricezione da parte di chi è di fronte allo schermo, incuriosito e con spirito ben disposto.

Nulla vieta di intravedere nel corso del film costruzioni innaturali, scorciatoie empatiche, forzature che soffocherebbero la profondità di certi pensieri o al contrario vorrebbero elevarli quando, in fin dei conti, si tratterebbe di luoghi comuni sospinti da rappresentazioni idealizzate del mondo giovanile; persino utopici, sospirati riflessi di futuro (cfr. Raffaella Giancristofaro).

I bambini sanno” è un piccolo esperimento sociologico, che in tutta franchezza non ha pretese più ambiziose di un qualsiasi altro prodotto medio e mediato, relato alla sensibilizzazione del popolo italiano a questioni di tal genere.

Si attiene al suo ruolo un po’ in sordina, ma conserva un potenziale intrinseco che nel migliore dei casi può innescare una convinta, seppur lenta e necessitante di ulteriori stimoli, rimozione di parte di molte e spesse patine pregiudiziali ed egoistiche che avvolgono gli individui d’oggi e, imprescindibilmente, di domani.

  Voto al film:

Written by Raffaele Lazzaroni

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Recensione di Raffaella Giancristofaro


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