Il Taccuino di Marilea: Act Circus: Spettacolo e Gusto
Creato il 06 ottobre 2014 da L'Aspirante Biondo
Letteralmente tradotto significa
“atto da circo”, e questo non perchè all’interno si assiste a numeri di magia,
corse di cavalli o show di leoni... L’unico leone che qui si sente ruggire è la
cultura, la quale non ha bisogno nemmeno di addestratori, perchè solitamente è
lei che addestra il pubblico. Ruggisce, si fa sentire la cultura in questa sala
di pochi metri quadrati e che a guardarla meglio ci sembra un tendone circolare
aperto, simile alla “C” della parola... circo! Pagliacci non ci sono, ma
artisti sì, sempre diversi e da tutto il mondo. Il Circus (lo chiamiamo così per abbreviazione) è un posto ridente e fascinoso, dove
tutto è possibile, persino mangiare il “pane cafone”. Il cibo infatti fa da
equilibrista, tenendo sospesi alla corda tra l’estasi celebrale ed il
piacere gustativo. La regina delle arti è il teatro. Il Circus organizza infatti
laboratori teatrali, esibizioni e brevi performance durante tutto l’anno. Abbiamo
chiesto al direttore artistico Daniele Onorati se credeva che il teatro fosse
una buona scuola di vita, ma lui ci ha risposto: “È una buona scuola di teatro
la vita!”
Il Circus nasce circa 8 anni fa
dall’idea di un gruppo di ragazzi di Pisticci già coinvolti nella realizzazione di
spettacoli folkloristici itineranti all’interno del loro paese. L’appuntamento
più rinomato era il Carnevale, che riusciva a coinvolgere tutta la comunità
attraverso parate, travestimenti, danze e canti tradizionali. Gli spettacoli
venivano sostenuti grazie ad una raccolta fondi che a lungo andare è riuscita a
riservare una piccola parte all’allestimento di uno spazio inteso come base
operativa, il Circus appunto!
“Siamo sempre stati una piccola
macchina da guerra” ci racconta Daniele “una sorta di associazionismo
d’assalto. Ci siamo inchinati davanti ai balconi di mezza Basilicata per
chiedere il permesso di esistere. E qualcosa alla fine l’abbiamo ottenuta. Non siamo nati per chiuderci in un posto ma lo spazio del Circus ci è servito ad avere una base. Il Circus era un ex circolo per anziani, rimasto chiuso per oltre un anno. Dopo
esserci confrontati con il vecchio direttivo, abbiamo convertito la sede in
centro associativo con finalità di promozione sociali. Da lì sono cominciati i
lavori di riqualificazione della struttura, che ahimè versava in condizioni
pessime. Grazie ad un efficiente lavoro di squadra abbiamo recuperato il
cortile antistante, ristrutturato lo spazio interno, allestito un palco,
montato un efficiente impianto luci, le scenografie e alla fine siamo riusciti
anche a tirar fuori uno spazio per la cucina! Siamo poi finalmente passati al
secondo step: aprire le porte al pubblico ed entusiasmarlo, di modo da non
farlo più uscire! Per l’inaugurazione abbiamo scelto di organizzare una mostra
espositiva di abiti tradizionali lucani che avevamo preso in prestito dai
diversi centri storici disseminati per tutta la regione. Radici e tradizioni
rimangono l’humus del Circus e si fanno sentire in quasi tutti gli spettacoli. Questo
ci serve per stare vicini alla gente che viene qui e per rimanere fedeli a noi
stessi. Successivamente abbiamo avviato una stagione di concerti di gruppi
locali, che poi abbiamo arricchito con un programma di degustazione.
Man mano
che l’attività procedeva, abbiamo deciso di creare dei percorsi gusto-uditivi,
di modo da offrire al pubblico delle vere e proprie esperienze sensoriali
attraverso prodotti tipici di qualità e musica dal vivo o performance teatrali
che io stesso eseguo tra un tavolo e l’altro. Questa formula rimane attiva tutt’oggi
nel fine settimana. Quattro anni fa invece è nata l’iniziativa Teatro Lab che
si sposa benissimo con la formula del Circus e i suoi spazi. Il
progetto ha subito raccolto un soddisfacente numero di iscritti e tanto entusiasmo,
riconfermato anche nelle edizioni successive. Io personalmente mi impegno a
formare una squadra di attori che a fine anni si esibisce sul palco del Circus
in spettacoli di volta in volta diversi. In generale, abbiamo permesso che il
Circus subisse delle metamorfosi graduali e continue, di modo da accogliere
stimoli e fermenti di volta in volta diversi. La missione è rimasta sempre la
stessa, cioè avvicinare la gente allo spettacolo e lo spettacolo alla gente. Seppur
a fatica. Tutt’ora continuiamo ad auto-finanziarci.
Un locale che presenta nel suo menù la voce spettacolo è inedito per
questa zona dove la parola “cultura” solitamente non viene associata alla sfera
“ricreativa”, ma piuttosto (ed essenzialmente) alla sfera “istituzionale”.
“Non è stato semplice oliare il
meccanismo "cultura", tradizionalmente inteso come momento di aggregazione e di piacere.
Il Circus ha dovuto in più occasioni battersi con le classiche ortodossie che
sopravvivono in ogni piccolo centro; ma con il passare del tempo ha imparato a
fare lo slalom tra i divieti e a concentrarsi sui riscontri intesi come
partecipazione e gradimento del pubblico. E di soddisfazioni ne abbiamo avute! Certo l'attività teatrale è abbastanza sfavorita nel mio territorio. Probabilmente sarebbe stato più semplice avviarla altrove. Ma a ben guardare i grandi teatri stanno chiudendo, Cinecittà diventa un parco divertimento, il cinema Farnese diventa un atelier Persol, contrariamente ai teatri più piccoli che stanno acquistando sempre più successo. Così mi sono detto: "Non si può avere un’idea di come andranno le cose. Tanto vale non valutare i posti per quello che hanno ma piuttosto per quello che non hanno e intervenire su questo." E il mio paese poteva offrire certamente la possibilità di intervento. Oggi giorno è difficile conservare un’idea di appartenenza territoriale. L’immaginario comune
ha messo in discussione l’idea di “proprietà privata” aprendo le porte a scenari globalizzati e geografie mondiali. E tuttavia io concepisco il legame con le
proprie origini come un principio fondamentale da rispettare. A meno che non si voglia tradire se stessi.
Come si
coniuga cucina gastronomica, arte e cultura?
La cucina ci ha permesso di
sponsorizzare dei prodotti lucani, di consolidare il legame con la cultura
regionale, e ha fatto da “esca” per il pubblico. Ci siamo impegnati nella ricerca di prodotti tipici lucani (salame
suino nero lucano, formaggio podolico,
pecorino certificato, melanzana DOP di rotonda, creme biologiche, salumi
di Latronico , mostarde, ecc...) di modo da proporre al pubblico un alimento
legato storicamente o geograficamente alla regione. E questa peculiarità, la facciamo emergere dotando ogni prodotto di cartellini esplicativi. Il
prodotto principe del Circus rimane il “pane cafone”, nome che abbiamo preso in prestito dal gergo napoletano. Si tratta di un biscotto di pane, meglio conosciuto in zona come "frisella". Ha la forma di una pizza e allo stesso modo può essere condito in diversi modi, noi per esempio proponiamo un’ampia varietà di
verdure, ortaggi e salse.
Lo spettacolo invece si affianca alla gastronomia per
accostamento. Dicono che i migliori
affari si fanno a tavola perché il cibo genera le emozioni più forti! Se ci
pensiamo non c’è altro passaggio tra l’esterno e il nostro corpo diverso da quello
che avviene per mezzo del cibo. Nel momento in cui si mangia gli esseri umani
perdono le loro difese. Così abbiamo inteso il cibo come un mezzo per rompere
le difese del pubblico ed esporlo allo spettacolo. Sembra una strategia
di marketing ma in realtà non lo è. La convivialità e il piacere gustativo sono
per noi solo valori aggiunti e alla cultura.
Il Circus rimane aperto per tutta
la prossima stagione con un programma di spettacoli teatrali e musica
internazionale. Senza rinunciare alla buona tavola naturalmente. Buona settimana
e arrivederci al prossimo lunedì.
Marilea Laviola!
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