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Il Taccuino di Marilea: Angelo Faraci: diventare attore per un siciliano “medio”

Creato il 02 marzo 2015 da L'Aspirante Biondo
Si definisce un siciliano “medio” di nome e di fatto Angelo Faraci, eppure fin dall'inizio noi dell’Aspirante Biondo non abbiamo trovato nulla in lui di riconducibile alla “media”. È eccentrico, chiassoso, esuberante ma sempre nei limiti dell’educazione e delle buone maniere. Pensate che la prima volta che l’abbiamo incontrato, ci ha dato la mano e con un sorriso a trentadue denti ha esordito dicendo: “Buona sera! Mi chiamo Angelo Faraci, più ti guardo e più mi piaci”. Ed è bastata questa prima battuta per farci capire che si trattava di una personalità esplosiva.
Il Taccuino di Marilea: Angelo Faraci: diventare attore per un siciliano “medio”
Sangue meridionale, classe 1989, simpatia da vendere e una carriera tutta da far sognare. Sono questi i quattro assi nella manica di Angelo Faraci, attore emergente, sbarcato sui set televisivi direttamente dalla sua bella Palermo, che dice di non aver mai abbandonato. Ha cominciato con piccole comparse finché, prendendoci gusto, ha iniziato a realizzare piccoli cortometraggi e persino una campagna pubblicitaria per diverse attività commerciali della sua città. Nel suo curriculum di attore, compaiono  presenze in alcuni grandi film nazionali e non,  come “Santa Rosalia”, “Il coraggio di dire no”, “Barriere architettoniche in famiglia”, “Un passo dal cielo 3”; “Il commissario Rex”, e poi “Squadra Antimafia Palermo 6”, “Romanzo Siciliano”, “Andiamo a Quel Paese” di Ficarra e Picone, e “Il giovane Montalbano”. Cangiante e versatile nei diversi ruoli di comico, poliziotto, boss mafioso, scippatore e chi più ne ha più ne metta, Angelo rimane fedele alle sue origini e sceglie di mantenere un legame forte con la sua madre-terra, la Sicilia.  
Il Taccuino di Marilea: Angelo Faraci: diventare attore per un siciliano “medio” Ti hanno definito un attore versatile ma tu tendenzialmente ti presenti al pubblico come “il siciliano medio”, o meglio, è questa l’immagine che hai legato a te. Chi è per te il “siciliano medio”? Ho sempre fatto in modo da non imitare nessuno. Ci tengo a creare un’immagine inedita, mia personale e non ispirata a cliché o miti. Nella mia identità c’è però la Sicilia, con il suo accento caratteristico, i suoi tratti somatici mediterranei, i suoi modi di fare, forti, diffidenti e spesso feroci. Tanto è vero che nella maggior parte dei casi mi sono trovato ad assumere il ruolo di un criminale, un mafioso o anche un poliziotto. Ruoli che in qualche modo devono rispecchiare un carattere duro e audace. Naturalmente questa mia “inclinazione” non mi ostacola dal fare ruoli meno “siciliani”. In fondo sono un comico, faccio anche il presentatore e sono amministratore di eventi nell’ambito più ristretto della mia regione. In fondo il siciliano medio è il connubio tra queste due anime: quella cattiva e quella comica!
Pensi che questo sia un modo per promuovere e dare visibilità alla tua regione? Certamente sono proprio gli aspetti meno felici della mia regione ad essere portati sulla scena: mafia, criminalità, omertà... io però attraverso il mio percorso vorrei che la gente non si concentrasse sui personaggi che di volta in volta interpreto (mafiosi, criminali, uomini scorretti,...) ma su di me, su quello che rappresento: un giovane che tenta di insegue un sogno di felicità non legato ad azioni illegali, ma a valori ben più alti, come l’arte. Perché in fondo recitare cos’è, se non una forma artistica... Spero di lanciare un messaggio ai giovani della mia terra: quello di inseguire sempre i propri ideali, lottando con le proprie forze e in maniera onesta e coscienziosa. Direttamente ho messo a disposizione la mia attività, impegnandomi nel sociale e promuovendo alcune campagne contro lo sfruttamento infantile, la violenza sulle donne e l’uso di sostante stupefacenti. Mi impegno a sensibilizzare la coscienza popolare e soprattutto giovanile. Ma in questi casi serve un impegno da parte di tutti, che però manca dalle mie parti, forse perché c’è molta inerzia e ignoranza.
Abbiamo visto che hai scelto di lanciare una campagna pubblicitaria promuovendo alcuni prodotti venduti da attività commerciali locali, che conoscevi bene e di cui potevi garantire qualità e convenienza. Finalmente un nuovo modo di fare marketing, autentico e consapevole, per niente indifferente al consumatore. Ho prediletto prodotti accessibili a tutti di modo da non trascurare nessuno. Ma soprattutto mi è premuto poter promuovere realtà piccole sì ma soprattutto valide. La comicità mi è servita per entrare in confidenza con il pubblico, ma a prescindere da questo strumento tecnico, la gente sa che il mio non è un lavoro freddo, ma al servizio di tutti: consumatori e venditori. La gente si fida di me perché rimango sempre vicino alla gente
A quasi due anni dall’inizio della tua carriera, riassumiamo i tratti più salienti del tuo percorso. Il Taccuino di Marilea: Angelo Faraci: diventare attore per un siciliano “medio”Tutto è iniziato a maggio 2012, quando per caso presi parte ad un videoclip realizzato nella mia città. Per me è stata una rivelazione, avevo scelto di partecipare per gioco ma recitando mi ero accorto che mi era piaciuto molto. Sin da piccolo avevo mostrato una personalità eccentrica e istrionica ma non avevo mai pensato di poter sfruttare questi tratti caratteriali. Di fatti in precedenza avevo fatto diversi altri lavori, dal venditore ambulante al promoter, al rappresentante, lavori che tuttavia non mi avevano mai soddisfatto abbastanza. In questa prima occasione, non presi troppo in considerazione l’idea di intraprendere la carriera di attore. Finché, qualche tempo dopo, in un momento critico della mia vita, segnato tra l’altro dalla perdita del lavoro, mi giunse notizia che nella mia città si stavano svolgendo dei provini per partecipare ad un film contro l’uso di sostanze stupefacenti, dal titolo “Il coraggio di dire no” di Alfredo Li Bassi. Anche in quel caso, mi presentai al provino senza troppe illusioni. E invece, inaspettatamente mi presero. Dovevo interpretare la parte di uno scippatore... non male come inizio!(Ride) Da lì sono partite una serie di esperienze, culminate con la partecipazione al set di “Squadra Antimafia 6” in cui interpreto un colombiano coinvolto in un traffico di droga. Sono seguiti altri ruoli in set nazionali come Romanzo Siciliano, Andiamo a quel paese, Lo scambio per Rai Cinema, Again Time, Barriere Architettoniche, Il giovane Montalbano, Il commissario Rex ed infine “Io non perdono” che uscirà prossimamente. Ho partecipato anche come opinionista a molte trasmissioni tra cui cito Animali Animali di Licia Colò. Nel frattempo mi sono creato un personaggio comico “Angelo Feraci, più ti guardo e più mi piaci”, conosciuto soprattutto in Sicilia grazie al mio lavoro di presentatore e a numerose iniziative promosse nell’ambito regionale, che spero di poter esportare anche al di fuori. Le statistiche mi hanno nominato attore emergente italiano per il più alto numero di partecipazione ai set. L’ultimo a cui ho partecipato è stato 007 con Daniel Craig e Monica Bellucci, dove ho girato una piccola parte, molto importante per me.
Il Taccuino di Marilea: Angelo Faraci: diventare attore per un siciliano “medio”
Il sogno di fare l’attore è molto diffuso tra i giovani i quali pensano in questo modo di ottenere facilmente ingenti guadagni, visibilità e successo. Non è tutto, vero? Se fosse vero gli attori non sarebbero tutti infelici come lo siamo. Il mestiere di fare l’attore non è affatto semplice, perché oltre a richiedere bravura, talento, impegno e sacrificio, necessita di fortuna. Per le donne la questione si fa ancora più complicata se si considera che spesso in questo mondo gli si chiede di scendere a compromessi scorretti. In tutti i casi ci vuole molto coraggio e resistenza. Soprattutto perché è una carriera discontinua. In alcuni periodi fiorente, in altri sterile. E poi i guadagni non si ottengono subito. La gavetta è lunga e scarsamente remunerata. Non è tutt’oro quel che luccica. Il Taccuino di Marilea: Angelo Faraci: diventare attore per un siciliano “medio”
Per un attore agli esordi come te, è più importante avere talento o tecnica? I più grandi attori del passato avevano il talento, e nient’altro. Oggi i più grandi attori vengono fuori da scuole, corsi di dizione e di teatro, master e percorsi didattici. A tal proposito faccio una distinzione tra: personaggi ed attori. Gli attori hanno tecnica, i personaggi talento naturale. Io ritengo di appartenere ai primi, ma non nego che lo studio e la formazione non abbiano importanza.
Qual è la parte che interpretandola hai sentito più tua? Quella che eseguo nel videoclip “A duminica”, trasmetto in tv nazionale. Non vi dico qual era il mio ruolo, ma vi consiglio di andarlo a guardare direttamente perché è abbastanza comico e divertente!
Inseguire il sogno di diventare attori, certo, non è affare da poco. Investe energie, sonno, denaro ed entusiasmo. Ti proietta su un terreno instabile, dispersivo, dove la determinazione e l’impegno non basta, perché saranno sempre gli altri a giudicare le tue capacità. Restare con i piedi per terra e sapersi rialzare sono le capacità necessarie che ogni esordiente deve avere. Lasciamo Angelo sicuri che il suo temperamento esplosivo lo porterà molto lontano e aspettiamo di vederlo al cinema nel film 007.  Arrivederci al prossimo lunedì!
Marilea! 

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