Sangue meridionale, classe 1989, simpatia da vendere e una carriera tutta da far sognare. Sono questi i quattro assi nella manica di Angelo Faraci, attore emergente, sbarcato sui set televisivi direttamente dalla sua bella Palermo, che dice di non aver mai abbandonato. Ha cominciato con piccole comparse finché, prendendoci gusto, ha iniziato a realizzare piccoli cortometraggi e persino una campagna pubblicitaria per diverse attività commerciali della sua città. Nel suo curriculum di attore, compaiono presenze in alcuni grandi film nazionali e non, come “Santa Rosalia”, “Il coraggio di dire no”, “Barriere architettoniche in famiglia”, “Un passo dal cielo 3”; “Il commissario Rex”, e poi “Squadra Antimafia Palermo 6”, “Romanzo Siciliano”, “Andiamo a Quel Paese” di Ficarra e Picone, e “Il giovane Montalbano”. Cangiante e versatile nei diversi ruoli di comico, poliziotto, boss mafioso, scippatore e chi più ne ha più ne metta, Angelo rimane fedele alle sue origini e sceglie di mantenere un legame forte con la sua madre-terra, la Sicilia.
Pensi che questo sia un modo per promuovere e dare visibilità alla tua regione? Certamente sono proprio gli aspetti meno felici della mia regione ad essere portati sulla scena: mafia, criminalità, omertà... io però attraverso il mio percorso vorrei che la gente non si concentrasse sui personaggi che di volta in volta interpreto (mafiosi, criminali, uomini scorretti,...) ma su di me, su quello che rappresento: un giovane che tenta di insegue un sogno di felicità non legato ad azioni illegali, ma a valori ben più alti, come l’arte. Perché in fondo recitare cos’è, se non una forma artistica... Spero di lanciare un messaggio ai giovani della mia terra: quello di inseguire sempre i propri ideali, lottando con le proprie forze e in maniera onesta e coscienziosa. Direttamente ho messo a disposizione la mia attività, impegnandomi nel sociale e promuovendo alcune campagne contro lo sfruttamento infantile, la violenza sulle donne e l’uso di sostante stupefacenti. Mi impegno a sensibilizzare la coscienza popolare e soprattutto giovanile. Ma in questi casi serve un impegno da parte di tutti, che però manca dalle mie parti, forse perché c’è molta inerzia e ignoranza.
Abbiamo visto che hai scelto di lanciare una campagna pubblicitaria promuovendo alcuni prodotti venduti da attività commerciali locali, che conoscevi bene e di cui potevi garantire qualità e convenienza. Finalmente un nuovo modo di fare marketing, autentico e consapevole, per niente indifferente al consumatore. Ho prediletto prodotti accessibili a tutti di modo da non trascurare nessuno. Ma soprattutto mi è premuto poter promuovere realtà piccole sì ma soprattutto valide. La comicità mi è servita per entrare in confidenza con il pubblico, ma a prescindere da questo strumento tecnico, la gente sa che il mio non è un lavoro freddo, ma al servizio di tutti: consumatori e venditori. La gente si fida di me perché rimango sempre vicino alla gente
A quasi due anni dall’inizio della tua carriera, riassumiamo i tratti più salienti del tuo percorso.
Il sogno di fare l’attore è molto diffuso tra i giovani i quali pensano in questo modo di ottenere facilmente ingenti guadagni, visibilità e successo. Non è tutto, vero? Se fosse vero gli attori non sarebbero tutti infelici come lo siamo. Il mestiere di fare l’attore non è affatto semplice, perché oltre a richiedere bravura, talento, impegno e sacrificio, necessita di fortuna. Per le donne la questione si fa ancora più complicata se si considera che spesso in questo mondo gli si chiede di scendere a compromessi scorretti. In tutti i casi ci vuole molto coraggio e resistenza. Soprattutto perché è una carriera discontinua. In alcuni periodi fiorente, in altri sterile. E poi i guadagni non si ottengono subito. La gavetta è lunga e scarsamente remunerata. Non è tutt’oro quel che luccica.
Per un attore agli esordi come te, è più importante avere talento o tecnica? I più grandi attori del passato avevano il talento, e nient’altro. Oggi i più grandi attori vengono fuori da scuole, corsi di dizione e di teatro, master e percorsi didattici. A tal proposito faccio una distinzione tra: personaggi ed attori. Gli attori hanno tecnica, i personaggi talento naturale. Io ritengo di appartenere ai primi, ma non nego che lo studio e la formazione non abbiano importanza.
Qual è la parte che interpretandola hai sentito più tua? Quella che eseguo nel videoclip “A duminica”, trasmetto in tv nazionale. Non vi dico qual era il mio ruolo, ma vi consiglio di andarlo a guardare direttamente perché è abbastanza comico e divertente!
Inseguire il sogno di diventare attori, certo, non è affare da poco. Investe energie, sonno, denaro ed entusiasmo. Ti proietta su un terreno instabile, dispersivo, dove la determinazione e l’impegno non basta, perché saranno sempre gli altri a giudicare le tue capacità. Restare con i piedi per terra e sapersi rialzare sono le capacità necessarie che ogni esordiente deve avere. Lasciamo Angelo sicuri che il suo temperamento esplosivo lo porterà molto lontano e aspettiamo di vederlo al cinema nel film 007. Arrivederci al prossimo lunedì!
Marilea!