Quando arriva Novembre, gli entusiasmi di inizio stagione si
sono già spenti e il conto alla rovescia per Natale è troppo alto per generare
eccitazione. Figuriamoci se il ponte di
Ognissanti cade giusto di sabato e domenica: niente giorni di riposo in più
rispetto a quelli dovuti. Per fortuna che in weekend come questi ci vengono in
soccorso iniziative allettanti che, se colte con il giusto entusiasmo, possono
cambiare radicalmente le cose. Per esempio, cosa sarebbe stato di noi lo
scorso 2 novembre se non fosse che ogni prima domenica del mese i musei
rimangono aperti al pubblico gratis? Saremmo stati certamente inghiottiti dall'abominevole noia della domenica!
E invece qualcuno come il caro ministro Franceschini ci ha voluto davvero bene regalandoci un biglietto gratis per i centri d'arte statali. Che poi si sa, magari qualcuno non riconoscerà nemmeno l'importanza di una tale concessione, sottostimando (aihmè) il valore dell'arte. Eppure siamo tutti bravi noi italiani ad irrobustire il petto quando si parla di
cultura italiana, essendo unanimemente d'accordo che l’unica cosa che ci rimane di indubbiamente
superiore al resto del mondo è proprio questa. Cogliere l’occasione di conoscere e apprezzare l'immenso patrimonio artistico nazionale è dunque un dovere prima che un diritto
elargito.
Ma ora la finisco con le raccomandazioni da brava maestra per passare piuttosto ai
consigli da buona amica. Cosa visitare? Ogni primo lunedì del mese Il Taccuino tenterà di
suggerirvi un museo da poter visitare gratuitamente (distanze e volontà
permettendo!). Il museo scelto questa settimana è la Galleria d’Arte Moderna di
Roma (comunemente conosciuta come GNAM), che ospita dipinti,
sculture, disegni e incisioni riconducibili a tutto il periodo che va dall’Ottocento
alla prima metà del Novecento.
Il primo progetto di Galleria di Arte Moderna fu realizzato nel 1925 ma ebbe negli anni immediatamente successivi una vita piuttosto turbolenta. Fu
solamente grazie alle donazioni private e all’arrendevole impulso al collezionismo e all’acquisto di
tele del comune di Roma, che si riuscirono a raccogliere in deposito ben trecentoquarantotto titoli importantissimi, con lo scopo di promuovere le arti e documentare l’ambiente artistico romano contemporaneo.
Tra gli autori più illustri Carrà, de Chirico, Carena, Scipione, Morandi,
Giacomo Balla, Mario Mafai e poi molti altri celebri esponenti di Realismo Magico, Simbolismo, Scuola Romana e Futurismo. Così nel 1949 quando Carlo Pietrangeli predispose la riapertura della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, si poté contare non
solo sulle opere conservate su questo vasto repertorio tenuto in deposito dal Comune di Roma. Da quel lontano 1949 la Galleria
non fu mai più chiusa se non per motivi di restauro. Ha cambiato spesso sede per stabilizzarsi nell’ex
convento delle Carmelitane Scalze a S. Giuseppe Capo le Case, dove ancora oggi rimane aperta al pubblico con un patrimonio di oltre tremila opere totali distribuite in
sessanta sale.
Come a testimoniare la volontà di ristabilire l’immagine di
un secolo segnato dalle guerre, ma non per questo muto di linguaggi “positivi”,
lo GNAM raccoglie fermenti artistici disparati, forme e colori
diversi, da quelli morbidi e tenui dei Simbolisti, a quelli decisi e forti dei
Realisti, a quelli confusi e infuocati del Futurismo. Per il vasto numero di
opere, il museo seleziona periodicamente le opere da mostrare al pubblico e
organizza mostre ed eventi ispirate ad un tema di volta in volta diverso.
Degno di nota un’opera di Monet appartenente alla serie delle Ninfee ispirate al suo giardino a Giverny, vicino Parigi; Le tre età della donna di Gustav Klimt, la più celebre e preziosa allegoria di tutti i tempi;
la Ballerina con tamburello di Degas; Ercole e Lica di Antonio Canova, che in forma
maestosa rappresenta il momento in cui Ercole scaraventa Lica in mare, dopo che
questi inconsapevolmente gli consegna una camicia avvelenata da parte della gelosa moglie;
Grande composizione A di Piet Mondrian, unica opera
dell’artista inaugurativa del movimento artistico del Neoplasticismo; e poi Falce
e martello di Andy Wharol.
Febbrili i volti stilizzati di Amedeo Modigliani, razionale
la purezza formale degli astrattisti, sublimi i campi all’aperto dei
Macchiaioli, enigmatiche le
piazze assolate di de Chirico, e infine stupefacenti le istallazioni variopinte degli
artisti più recenti. Il visitatore nel corso del suo percorso verrà assalito da
emozioni forti e intense, tali da regalargli la sensazione di rivivere le
ansie, i panorami e i fermenti dei due secoli scorsi. Vi lascio con uno dei
dipinti che più mi hanno colpiti: Il Sentimento VI di Ferdinand Holder. A voi
la libertà di vivere il “sentimento” di tale opera d’arte.
Marilea!