Sulla quarta di copertina de "Il tagliaboschi", silent book di Alain Cancilleri, è scritto:
Cosa accadrà quando anche l'ultimo albero sarà tagliato?
Perché io citi perlopiù la metà dell'intero testo scritto di questo libro silenzioso è presto detto.
Perché leggendo la quarta di copertina (azione che usualmente, e anche in questo caso, compio dopo la lettura del libro) la sensazione che ho avuto è che queste parole potessero suggerire altro, e un velo di angoscia ha appesantito una lettura che fino a pochi istanti prima era stata votata all'ottimismo. Ho effettuato in pochi momenti dei passi indietro, a riguardare tra le pagine, e mi sono chiesta, supportando questa mia domanda con il fatto che il taglio degli alberi mi sembrava gesto piuttosto meccanico e fine a se stesso, mi sono chiesta dunque: Ma anche il tagliaboschi e la sua compagna sono gli ultimi due esseri umani sulla terra? O sono i soli di quel bosco? Questo mondo, questo bosco, è destinato a diventare un'altra Isola di Pasqua, fino a quando non subentri la chiarezza di orizzonti, fino a quando degli esseri viventi, a differenza di muti simulacri, non riusciranno a comunicare l'urgenza di un cambiamento?
Potrebbe sembrare domanda superflua, ma non ritengo che lo sia.
Per questo ricomincio dal principio: c'è un bosco, fitto fitto di alberi; nel bosco ci sono diversi animali, piccoli e grandi, con le ali o a quattro zampe. Di solito li si nota in basso a sinistra, sul margine della pagina, come a voler assumere una posizione di riparo. Perché da destra, invece, giunge il tagliaboschi. Sembra venir da lontano, ma non da molto lontano, giacché arriva a piedi, senza un carro, solo, dalla vetta di una montagna innevata, percorre il bianco con un'ascia sulla spalla, capo chino, sguardo pure.
Arrivato al bosco taglia e taglia. Abbatte e poi accatasta i tronchi, che sembrano leggeri, che solleva senza sforzo alcuno, a occhi chiusi. I ceppi rimangono radicati al suolo, e sono piedistalli per gli animali attoniti e sperduti.
In un poi che potrebbe essere anche molto vicino, il tagliaboschi ritorna a terminare la propria opera. Ma interviene il rosso, forse del tramonto, a illuminare i rami dell'ultimo albero del bosco, e tra i rami tutti i suoi abitanti. L'ascia cade e con essa si pianta nel terreno una consapevolezza ben ferma, palpabile: e torna quella domanda. Quella iniziale, quella che chiude il libro e ce lo presenta.
Il fine è lieto, la storia narrata è ecologica. Gli animali danzanti e il tagliaboschi e la sua compagna pure. E anche il nostro spirito.
Autore: Alain Cancilleri
Editore: Il Leone Verde piccoli
Dati: 2016, 36 pp., 12,00 €