I bambini… e il loro magnifico talento.
Alcuni, fin da piccoli fanno domande sull’universo, sulla vita, sul cosmo in generale. Altri imparano a leggere a tre anni. Piccoli fenomeni? O veri e propri geni? Forse.
Tutti i bambini però, hanno delle potenzialità, dei talenti.
Riconoscerli è importante.
Perché, come spiegano gli psicologi, li fa sentire compresi e amati. E li supporta nella realizzazione dei loro sogni.
Ci sono però dei bambini che hanno veramente quel dono particolare, quel “quid” che li contraddistingue, che fa capire che c’è qualcosa in più.
Come si riconosce un bambino incredibilmente dotato? Sicuramente non c’è un’unica risposta.
-C’è quello che fin dai tre-quattro anni dimostra di usare ad esempio un linguaggio particolare, ricco, perfino stupefacente se paragonato alla media degli altri bambini.
-C’è chi , sempre a quell’età, conosce i numeri, le operazioni.
-Chi invece è curioso, vuol sapere come funziona l’universo, la terra, il sole.
Altri bambini invece fino alla scuola elementare sembrano percorrere una strada normale, per poi esplodere di capacità e di conoscenze ad una velocità strepitosa un volta entrati nella cuola dell’obbligo.
Ma putroppo non sempre bambini così dotati hanno garantito un futuro luminoso.
La storia e la vita sono piene di questo genere di esperienze.
Forse un bambino pur dotato se non viene seguito nel modo giusto, tende a chiudersi. Ricordo di un ragazzino chee era in classe alle scuole elmentari con mia figlia e che aveva come carattteristica principale una incredibile creatività e, come tutti i più creativi, aveva una enorme difficoltà nell’uniformarsi ai programmi, ai tempi, alle regole della classe.
Così pur essendo dotatissimi, magari raggranellano un voto peggiore dell’altro.
E questo vale anche per altre caratteristiche dei bambini plusdotati.
Credo che la soluzione e la chiave per risolvere e per far sì che le potenzialità e talenti di questi bambini non vengano sprecate sia quello di valorizzarle al massimo livello possibile.
E’ un qualcosa che vale ovviamente per tutti, sia per i normalmente talentuosi, sia per quelli di dotati in modo eccezionale.
Altro aspetto positivo è sicuramente quello del dialogo costante con gli insegnanti, con la scuola in generale, e con tutti coloro che sono maestri in qualcosa di cui si occupa il bambino: ad esempio uno sport o un’arte di cui siano appassionati e che pratichino.
Facendo così il bambino viene seguito nel suo percorso e i bambini eccezionalmente dotati non corrono il rischio di veder naufragare questi doni nella banalità o “normalità” della vita.
Spesso però e di questo ne ho diretta esperienza avendola tratta dall’ambiente sportivo, molti genitori vedono degli incredibili talenti anche in bambini che di talento, nel vero senso della parola, ne hanno pochino.
Anche in questo caso c’è il rischio che il bambino venga eccessivamente investito di aspettative che lo portano solo sulla strada della sofferenza.
Alla fine bisogna riflettere e convincersi sul fatto che i bambini debbano in primo luogo fare soprattutto “i bambini.”
Sia che madre natura li abbia dotati di qualche dono particolare, sia che invece rientrino in un ambito di assoluta normalità,
è necessario che genitori e adulti insegnanti li accompagnino e li seguano con uno stimolo costante e positivo nel loro percorso di vita.