Che l'apparenza bella, ma falsa [...] all'improvviso si muti qui in nulla. (Kant)
Chi sei tu? È il titolo di un post pubblicato dall'"artista-attivista" (così lo appellano) Ai Weiwei, autore di un blog incredibilmente vitale; in esso vi si trovano riflessioni concrete sul tema di una trasformazione in atto ad un certo livello della comunicazione: quello artistico e coscienziale, sociale. Di più, lo spirito di Ai Weiwei sa cogliere quelle scosse telluriche (e a fortissima risonanza) che caratterizzano la frequenza, molto spesso distorta, della nostra attuale percezione.
Ne estraggo dunque una lunga citazione, come a motivare i temi del Tarocco, del Simbolo e dell'Archetipo, di una voce che oggi, come tutti noi, trasmette il suo "essere in divenire"; poi testi di Jung e un accenno al Tao-teh-ching. Non mancherà nemmeno - come voleva Verlaine - "l'orrore del fogliame, sul guazzabuglio fumoso d'uno sfondo da abbozzo". Abbozzo di cosa? Non ci è dato sapere. Che ci consenta almeno di aprire qualche porta. Dischiudere qualche sentiero.
AI WEIWEI E FELICITAS
Dietro la legge umana c'è una forza divina non paragonabile alle forze dell'umanità. L'ordine umano si applica alla terra e alle città, e la maggior parte delle persone viaggia semplicemente in autobus lungo una certa strada per arrivare in questo o quel posto, oppure utilizza i frutti di migliaia di ore di fatica per procurarsi questa o quella macchina. Sono le azioni di questo tipo a porre la gente all'interno del presunto grande meccanismo dell'ordine umano, da cui è improbabile che saremo mai liberati.
Dato che la nostra psiche e la nostra anima hanno raramente l'opportunità di fare esperienza - v edere e sperimentare sono la risorsa principale per l'intelletto - queste diventano risorse interne, e sono fornite dal semplice fatto di esistere.
La gente di questi tempi si aspetta di ottenere uno status, di essere accettata o di ricavare piacere dal numero di metri quadrati della propria casa o da un insieme di standard prefissati: una vita in cui limitarsi a riempire spazi bianchi.
Il gioco è molto semplice, e non è qualcosa che tutti siamo preparati ad accettare. [...] È difficile per un individuo valutare obiettivamente il proprio stato mentale, o entrare in contatto con gli altri, o osservare le cose con chiarezza. Sono cose che possono sembrare facili, ma non si fanno così facilmente. (Ai Weiwei, Il blog - Scritti, interviste, invettive, 2006-2009)
Cito infatti l'esempio di donna Felicitas... disperata.
Quanta gioia nel portamento. Sentendosi stringere i piedi dalle scarpette affusolate, dai tacchi troppo alti per non arrecare dolore e sangue.
Il sollievo di una pausa tra il giornale ed un caffè, seduta, Felicitas, l'alluce che sbuca dal suo involucro. Allo stesso modo è precinto il corpo.
Non mi trattengo, piango nel vederti assente.
"Per volere di chi hai sognato una vita sedentaria?"
"Per volere di chi hai sospeso la vita sui trampoli pur non essendo un pagliaccio?"
Per volere di chi?
Una semplice parte, una Persona, dietro alla quale era celato il suo vero essere, il suo Sé individuale. (Jung, L'io e l'inconscio)
È in questo senso grottesca la nostra scena, il tripudio della farsa che genera appunto la maschera, la Persona. Ci costri n giamo adesso, nel "qui-ora", ad un futuro non realizzato. Pazzesco!
Occorre - se me lo permettete - "vegliare e pregare" , ovvero ci serve ascolto (di sé) e, una volta visto, occorre risoluto intervento, sicuro, da che si è compreso il meccanismo che schiavizza, il quale non fa altro che imped ire al Presente di essere realmente e pienamente vissuto.
Non ce ne importa nulla di come quel che più sopra abbiamo descritto possa accadere.
Intanto, q uell'energia archetipica , dianzi menzionata, quella sensazione agisce per l'appunto stra carica di motivi collettivi sotterranei - opera sulla nostra psiche individuale. Impedisce, se non correttamente gestita, la realizzazione punto per punto del nostro tragitto.
In quest'ottica subentra l a paura sul da farsi continuo, la previsione e la speranza che divora più anime che l'effettivo incontro con un presente magari, sotto sotto, meno raccapricciante. Ma nella nostra testa tutto è già montato, fatto per inibire e recare sconforto.
Fantasie sulla nostra pelle. "Cosa avverrà domani?". Fantasie che c i uccidono. Ce ne freghiamo di cosa tutto ciò possa significare... Nel frattempo
Con il dissolvimento della Persona avviene però uno scatenamento della fantasia involontaria, che evidentemente non è altro che l'attività specifica della psiche colletti v a (Jung, L'Io e l'inconscio)
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Che ne sarà... se gli archetipi dell'inconscio collettivo sono intrecciati in modo inestricabile con l'anima individuale?
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Chi mi ha scelto questa faccia? Donna Felicitas... chi ti ha svergognata?
È una forza vitale, una realtà plasmatrice, una forma creatrice di vita. Questo tempo più intimo della vita organica procede dalle conseguenze alla causa-scopo, ma è un tempo che perviene oscuramente alla coscienza. (Florenskij, Le porte regali)
Mille nomi a definirla ed essa cambia; a seconda della tradizione o comunità di riferimento, uno stesso "fattore", una stessa intrinseca ed elementare Energia, sembra stia alla base delle mutazioni e delle trasformazioni umane, tanto fisiologiche quanto psicologiche.
Adesso accontentiamoci di un accenno... a quella stranezza che nel Tao si indica con la Via, in psicologia con la libido... ed io? Che vi dico? Ho saputo! Di una Cosmica Energia.
Con la scusa di identificarla alla P ersona, ne smarriamo il flusso, opponiamo alla continuità la nostra violenza deterministica.
Sarebbe come non permettere allo scalpello di incidere il marmo, impedire al vento di sedurre la montagna e di sgretolarla. Una volta fatto:
la grande immagine non ha forma.
L'INDETERMINATO
Tao-teh-ching (o Daodejing) è "il libro canonico della Via e della sua Virtù". Ma "virtù" intesa come efficacia, disposizione, potere di realizzazione, attuale, intrinsecamente vitale. "Sembra durare ininterrottamente, nella sua azione è infaticabile."
Il suo sorgere non illumina, il suo tramontare non oscura.
Formando una linea ininterrotta non nominabile, ritorna all'indeterminato. Questo si chiama "forma del senza forma", "immagine dell'indeterminato"; questo si chiama "caos". (Lao-Tzu, Tao-teh-ching)
UN'ULTIMA STROFA
... ancora una canzone: "Mentre io aspettavo te... Felicitas".
In un'unica frase un poeta, Rino, ha riassunto il Tao, la Via della trasformazione: "Fiorivi, sfiorivano le viol e".
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