Il Tar del Lazio conferma il divieto di espatrio per Berlusconi

Creato il 24 luglio 2014 da Nicola933
di Mario Marrandino - 24 luglio 2014


Resta in vigore il divieto d’espatrio deciso nei confronti di Silvio Berlusconi.

Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso dei legali dell’ex premier per poter riavere il passaporto, ritiratogli dopo la sentenza Mediaset.

Viene spiegato nella sentenza che il documento valido per l’espatrio non doveva essere rilasciato in quanto Berlusconi, “dovendo espiare una pena di un anno di reclusione, seppure sospesa, non aveva titolo a ottenere il passaporto, né potesse lasciare il territorio italiano, e quindi la sua carta d’identità doveva essere non valida ai fini dell’espatrio”.

Per il Tar: “Non è la semplice condanna penale che automaticamente legittima la restrizione bensì una condanna penale non ancora espiata; e la ragione della limitazione non è collegata alla gravità del reato accertato (quando la pena è stata scontata) ma alla necessità per lo Stato di rendere effettiva e agevolmente eseguibile la condanna penale”.

Il Tar del Lazio, oltre a ritenere “infondato” il ricorso, ha ritenuto anche non sussistenti “ragioni di dubbio per rimettere alla Corte di Giustizia europea la questione di compatibilità delle norme nazionali con quelle comunitarie” sollevate col ricorso proprio in merito al “concetto di espatrio”.

I legali di Berlusconi avevano anche sostenuto che per espatrio si debba intendere andare oltre il territorio della Comunità europea e che un provvedimento che limita il diritto di espatriare, limita i cittadini europei e il loro diritto alla circolazione. Il Tar ha rilevato che la questione sostanzialmente da risolvere fosse quella di stabilire se il divieto di espatrio (anche verso uno Stato dell’Ue) stabilito in Italia per chi deve espiare una pena restrittiva, fosse compatibile con la Direttiva Ce che consente la limitazione della libertà di circolazione di un cittadino dell’Unione per motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o di sanità pubblica.

La sentenza: “Norme tese a garantire l’effettività della pena appaiono chiaramente rientranti nei motivi di ordine pubblico in senso ampio, al quale principio sono improntati gli ordinamenti degli stati comunitari” e la questione quindi diventa strettamente connessa “ai tempi necessari per l’espiazione della pena, la quale è evidentemente collegata al comportamento tenuto dal cittadino comunitario e ritenuto in sede giudiziaria contrario alle norme di diritto penale”. Intanto, secondo quanto si è appreso, i legali di Berlusconi stanno valutando l’opportunità di proporre appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar.