Secondo l’Osservatorio NFC&Mobile Payment, entro il 2016 il mercato potenziale sarà di 25 milioni di persone, molte delle quali non hanno mai utilizzato carte di credito o altri sistemi di pagamento che non fossero il contante. Una piccola rivoluzione, in un Paese come l’Italia, che continua a preferire la cartamoneta al denaro digitale. Le transazioni previste ammontano a circa 8 miliardi di euro nei prossimi 3 anni.
Il pagamento tramite tecnologia Nfc, secondo quanto dichiarato da Alessandro Perego, ordinario al Politecnico di Milano e responsabile scientifico dell’Osservatorio NFC & Mobile Payment, porterebbe un vantaggio significativo in termini di risparmio nei costi di gestione (rispetto al contante). Per i clienti, invece, il vantaggio sarebbe soprattutto nei tempi d’attesa.
I risultati di un sondaggio commissionato da Nokia sui propri utenti, ha dimostrato che, per il momento, solo il 9% di coloro che ha un telefonino dotato di tecnologia Nfc lo usa per i pagamenti. Ma tra i desideri più diffusi troviamo la possibilità di pagare i biglietti sui trasporti pubblici, la sostituzione delle carte di credito e dei pagamenti in contante, l’ingresso in edifici e altri luoghi e l’utilizzo del telefono al posto del passaporto o della carta d’imbarco in aeroporto.
Questa è la tendenza. Ma la sicurezza? Considerato che l’operazione di pagamento avviene nel raggio di pochi centimetri, i rischi sono effettivamente ridotti al minimo. Anche se un hacker tedesco, Karsten Nohl, dopo essere riuscito a infettare una scheda sim, ha spiegato che questo potrebbe anche avere conseguenze sui pagamenti Nfc. Ma potrebbe essere sufficiente sostituire le vecchie sim con nuove schede per garantire un livello di sicurezza superiore.