Il telelavoro. Riflessioni

Creato il 19 dicembre 2011 da 19stefano55

Non è proprio il titolo esatto e spero che sintetizzi questi miei pensieri.

Da circa 1 mese vivo negli ospedali, dovendo fare assistenza per 6-7 ore al giorno ai miei familiari anziani e operati.  Sono stato in 2 ospedali, uno moderno, l’altro con reparti un pò vecchiotti.

Vari settori: medicina di emergenza, geriatria, chirurgia.

In ognuno c’è un modo di erogare servizi, fare accoglienza, disponibilità di strutture e personale. Ma vi direte che c’entra il telelavoro.

La mia giornata è cambiata, le mie angosce o attese pure. Il lavoro è quasi scomparso e solo qualche articolo, progettino , il tutto stando a casa , davanti ad un pc che è il compagno di merenda.

6-7 ore a scrivere email, a leggere notizie, a creare qualche innovazione, a verificare i silenzi di datori di lavoro offerenti speranze inevase.

Ebbene queste giornate spesso sempre uguali mi arrecavano un senso di impotenza, di sfinimento: eppure ero sempre seduto, solo la testa lavorava intensamente.

Poi improvvisamente il pc è rimasto chiuso per tante ore, aperto solo per scrivere qualche post o vedere la posta, la vita chiedeva altro.

Chiedeva una presenza, una relazione, un contatto con la sofferenza, con la speranza, con la gratitudine.

La mattina pur alzandomi relativamente presto non avevo malanni, guidavo (azione per me piuttosto sofferente) . Stavo bene con me stesso, aiutavo i miei, la mia vita, pur non guadagnando nulla economicamente, aveva un significato più ampio.

Se non era per la constatzione salutistica (pensate casuale?) forse non mi sarei soffermato con questi concetti, ma il dentro ha migliorato anche il fuori.

Il telelavoro questa panacea, a volte l’unica, per tanti giovani con lavoretti,  mi ha fatto riflettere. Magari poi fatto il lavoro si esce ma la mancanza di uno sguardo, il convivere un’esperienza (anche se non positiva) personalmente mi ha fatto recuperare i valori e accettare  la vita quotidiana ma intensa.