I templi Jain
Nel tempio
Vasanta Jain fa il sacerdote da più di quaranta anni, da quando i suoi lo portarono al tempio ancora bambino. Scelsero per lui questa strada quando lo videro come folgorato, girarsi intorno con gli occhi sgranati a guardare lo spettacolo di quel caleidoscopio di colori, di vetrini colorati incastonati nelle colonne, dei milioni di pietre dure che spiccavano nel marmo bianco a formare volute complesse, fiori multicolori, geometrie che quasi stordivano la mente catturando l'attenzione in maniera ipnotica. Le svastiche augurali, le piastrelle coi disegni fitti, tutte lucide e splendenti sembravano accompagnare il salmodiare lento dei sacerdoti presenti, quasi come se queste voci facessero da sottofondo al sonno della divinità. Ne rimase avvinto per sempre. Da allora dopo aver percorso i vari gradi del sacerdozio, ogni mattina all'alba sale i bianchi gradini, dopo aver attraversato il giardino con i curvi vialetti bordati di palme nane e sosta un poco sotto la grande veranda dal tetto risplendente di ori e di milioni di vetrini colorati, poi entra nella grande sala illuminata dalla prima luce del mattino che tracimando dalle fessure si fa colorare dall'alabastro sottile in mille sfumature diverse. I pavoni con le tessere dalle tante gradazioni di blu, fanno corona dai vasi, le piccole luci delle offerte si accendono ad una ad una.Vasi
Compie i gesti di rito, la pezzuola bianca davanti alla bocca per impedirgli di inghiottire e quindi far del male a qualche pur minuscola creatura vivente, si aggiusta il grande dothi bianco che gli avvolge la vita lasciandolo a torso nudo e comincia le preghiere del giorno davanti al sancta sanctorum che contiene la venerata statua di Lord Shithalnathji e controlla la fiamma della lampada che sta lì accesa senza spegnersi mai dal 1867. Un filo rosso gli avvolge il dorso passando sopra la spalla sinistra ad indicare la sua origine bramina. Poi va all'altare di marmo e comincia a comporre con farina di riso di diversi colori, un piccolo mandala propiziatorio. Dall'altra parte del tempio ancora deserto di fedeli arrivano i canti degli altri sacerdoti. C'è una atmosfera di grande serenità mentre la luce aumenta moltiplicandosi nei continui rimandi dei vetrini che ricoprono le pareti. Anche il giardino prende vita. Gli specchi d'acqua e le fontanelle rimandano i colori delle cascate di fiori che ricoprono le aiuole o sono posti ad ornare le porte, gli altari, le statue. Rose rosse, rosa, gialle bianche in tante sfumature diverse, è la loro stagione per rendere gloria. Le tageti piccoline ed umili hanno invece la forza del numero, spesse ed ammucchiate a formare corone grasse e corpose, in cascate ricche e complesse.Preghiere
Anche le stoffe e gli stendardi dai viola accesi o dai rossi purpurei sembrano stesi per far meglio risaltare il candore abbacinante del marmo. C'è aria pulita intorno; come sembrano lontane le strade di Calcutta che pure stanno appena fuori dai grandi portali, popolate di mendicanti e di storpi che fanno ciondolare le membra deformi in attesa della pietas dei fedeli. Ma il tempio rimane ancora deserto, forse è presto, forse la festa dell'Holi appena finita, che ancora colora le strade ed i volti di polvere rossa, richiede qualche giorno di calma, il fatto è che qui si respira una pace assoluta. Vasanta è rimasto in meditazione accoccolato nella posizione del loto, gli occhi semichiusi, le mani aperte verso l'alto con i pollici e gli indici uniti, le labbra che forse mormorano una preghiera per la mente. Sembra quasi un affronto scattare una foto, ma la meditazione non deve essere così profonda, gli occhi si aprono in un sorriso e Vasanta si avvicina parlando a voce bassa, sembra quasi dare una benedizione, poi, con la testa leggermente piegata da un lato chiede un'offerta. Cento rupie sono un po' poco, conferma, meglio duecento. Pecunia non olet ed il tempio ha tanto bisogno.Mendicanti fuori dal tempio
SURVIVAL KIT
Blue Sky Cafè - Sudder street - Posto di ritrovo molto popolare nella zona del New market per molti occidentali che viaggiano fai da te. Simpatico e con camerieri molto cortesi che ti riconoscono alla seconda volta che ci vai. Abbiamo cenato 2 o 3 volte. Ottimo pollo tandoori e anche piatti western. Garlic cheese nan, da provare. Prezzi solo poco più alti dei ristorantini indiani della zona. Quasi sempre pieno.
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