Il tempo sembra avere tante forme, volti, eventi, trascorsi passati e presenti, pronti a renderlo visibile, senza un vero e proprio spazio. Come se il tic tac di un orologio avesse un respiro pronto ad essere calcolato nei suoi magici tempi in una formula matematica.
Le scoperte di ogni genere, proprie dell’infanzia, fluiscono come lo scorrere di un fiume in piena, in un’età più grande di colui che la vive. Un’infanzia che si trasforma presto in adolescenza o addirittura salta quel ponte che lega il tempo bambino che resta in noi, per raggiungere l’adulto che a volte preferirebbe non svelarsi mai. L’autrice ha saputo creare la somma di tutto questo.
Diversi sono i protagonisti di questa narrazione che si incontrano, scontrano e ritrovano come accade ai fanciulli delle nostre favole più antiche. L’aggiustatore di orologi, da non confondere con l’orologiaio, è certo uno dei protagonisti fondamentali della narrazione, ma non è l’unico. È un giovane di età indefinita, così come lo è il tempo che scorre. Un ragazzo che ama gli orologi e li aggiusta. Riceve un nome proprio di persona solo quasi al termine della narrazione. Attorno a lui ruotano diverse figure femminili. Una madre con troppi vuoti nell’anima e tanta rabbia verso il mondo. Un mondo che l’ha costretta volontariamente, o forse involontariamente, a riversare sul figlio le sue insoddisfazioni, rivelandosi con il tempo, quasi come una nuova versione italiana del famoso “Big Brother” di George Orwell.
In “Il tempo bambino” di Simona Baldelli ci si trova alle prese anche con un argomento celato sotto tante vesti, la cui parola è già un dolore: pedofilia. È un termine scomodo, ma la lucidità e il rispetto verso il genere umano, con il quale le storie vengono narrate,
Non appare finzione nella descrizione della bambina truccata come un’adulta, desiderosa di mostrare la sua bellezza. Così come non vi è plagio o volgarità nella prima esplorazione intima del giovane Mr. Giovedì con la compagna di giochi. Un atto di cui neanche il ragazzo ne è pienamente consapevole. Così come non è del tutto consapevole delle sue buone capacità nell’aggiustare il tempo attraverso un orologio. In “Il tempo bambino” tutto scorre, come due lancette che scoccano ad ogni battito di cuore. Un cuore che pulsa negli animi degli stessi colpevoli, rivelatesi in fondo vere vittime del proprio male.
Simona Baldelli osserva il tutto da più angolazioni. Non tralasciando nulla al caso o ad una inesperta spontaneità. A lei si può attribuire il profondo merito di aver donato voce a chi non ne ha e una nuova redenzione a chi, vittima del proprio buio cammino, ha saputo attraversare la strada e sceglierne una migliore.
Written by Rosanna Lanzillotti