Il tempo che ci rimane

Creato il 29 dicembre 2014 da Sbruuls

Dopo la pausa natalizia e in arretrato di recinsioni, riprendiamo con il regista palestinese Elia Suleiman che ci racconta come la sua famiglia ha vissuto l’occupazione israeliana e il lento e forzato passaggio culturale.

Titolo: Il tempo che ci rimane
Cast: Elia Suleiman, Saleh Bakri, Samar Qudha Tanus
Regia: Elia Suleiman
Protagonisti: Famiglia
Materia: Biografia,
Energia: Storie di Vita
Spazio: Israele
Tempo: Anni 40, Anni 70, Anni 80, 2000

Spicchi di vita dal 48 a oggi della palestina martoriata dall’occupazione israeliana dove gli abitanti palestinesi non hanno più diritti fino ai giorni nostri.
Il regista anche co-protagonista, racconta le vicende della sua famiglia a Nazaret ormai città israeliana.
Passa il tempo e cambiano i costumi ma lo sguardo di chi ha vissuto il cambiamento non riese ad adattarsi a questa nuova forzata realtà sempre in labile equilibrio.

Un film che traccia flebili linee sulla politica d’annessione territoriale israeliana, come hanno occupato fisicamente la palestina e propagandato la loro cultura cercando di cancellare quella palestinese per compiere il loro piano di conquista.
Dal surreale all’angosciante, ben lontano dalle produzioni hollywoodiane citate proprio perchè parte di quella propaganda che, soprattutto le nuove generazioni assorbono pienamente, il film a tratti è lento e lacunoso, e manca proprio nella parte recitata dal regista-protagonista, taciturno figliol prodigo tornato nella moderna Nazaret irriconoscibile nei luoghi e nelle persone.
Riesce però a colpire il cuore e la mente dello spettatore illustrando i modi di occupazione e propaganda israeliani.

Voto Finale: Insufficiente

Frase del film: O una vita che allieti il cuore degli amici o una morte che torturi il cuore dei nemici


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