Il tempo che vorrei di Fabio Volo

Creato il 13 agosto 2013 da Ilrepungente @Repungente

Ogni tanto mi piace cambiare genere letterario, leggere sempre di assassini, uomini e donne morte, intrighi e suspense mi annoia e così ho fatto una piccola ricerca su internet per vedere cosa legge la gente e quali sono i libri più venduti.

Ho selezionato cinque titoli, più due consigliati da amici e sono andato in biblioteca nella speranza di beccarne qualcuno; con mio grande stupore la bibliotecaria mi ha detto che sei dei sette libri da me scelti li possiedono, per cui mi sono affidato al caso e ho chiesto “Il tempo che vorrei”, di Fabio Volo.

Ho commesso il peggiore dei peccati che possa commettere un uomo. Non sono stato felice.

Jorge Luis Borges

In passato avevo letto qualcosa del buon Fabio, credo un libro elettronico scaricato da internet e un altro libro prestato da un amico, ma di cui non ricordo i titolo.

Mi aspettavo qualcosa di frivolo e leggero, una storiella allegra, dinamica e veloce da leggere e digerire, ma mi son dovuto ricredere già dalle prime pagine.

" Non stai vivendo se non sai di vivere."

Parlare di trama non è così semplice, per com’è articolato il libro e poi, parlandone è in questo caso come anticipare quello che poi andrete a leggere, per cui la tralascio volentieri.

Nella trama riportata sul libro, c’è una frase di una canzone di Janis Joplin:

cambierei tutti i miei domani per un solo ieri

ed è proprio questo tutto il senso del libro di Volo, un voler ritornare alla vita passata in cambio di una vita non vissuta come si vorrebbe.

Ho letto numerose critiche, molte positive, in particolare dagli uomini, ma tante altre negative per cui la scelta di leggerlo non è semplice.

Ho intrapreso questa lettura consapevole del fatto che lo “scrittore” in questione ha solo la terza media e soprattutto consapevole di non aspettarmi proprio nulla a livello intellettivo.

Difatti le citazioni sono scopiazzate da internet e dai vari siti enciclopedisti, ma le emozioni, quelle che mi ha trasmesso Fabio Volo, no. Quei ricordi sbiaditi di vecchie storie d’amore finite male, quei momenti, le sensazioni di quei periodi, quelle si che ti segnano molto di più di uno dei tanti romanzi, magari famosi ma insulsi e che ti fanno pure riflettere sul momento, ma alla fine te li dimentichi altrettanto facilmente.   

Non stare più con la persona con cui vorresti stare significa allungare la mano di notte nel buio per cercarla. Significa svegliarsi le prime mattine e, guardando il suo lato del letto, stropicciarsi gli occhi sperando sia solo stanchezza. Significa avere il fornello sporco di caffè, perchè non ti ricordavi più di averlo messo sulla fiamma. Significa mettere due volte il sale nella pasta. O non metterlo affatto.

Non stare più con la persona con cui vorresti stare significa rifare: un sacco di cose, un sacco di pensieri. Significa pulire, grattare, scrostare, raccogliere, riordinare, buttare.

Significa comprare cose per riempire spazi vuoti. Significa tornare indietro quando si legge un libro perché non afferri le parole e, quando te ne accorgi, sei a un punto della storia che non capisci.

Significa tornare indietro anche con i DVD, schiacciare REWIND, perché non hai capito cosa è successo. Non stare con la persona con cui vorresti stare significa semplicemente tornare indietro. Guardare indietro molto più che avanti. E’ un viaggio che fai appoggiato alla ringhiera di poppa, non di prua. Non stare con la persona con cui vorresti stare significa non dover chiamare dal lavoro per dire che sei in ritardo. A nessuno interessa, nessuno ti aspetta.

Significa anche non poterti lamentare della giornata quando rientri a casa. E non è cosa da poco.

Come dicevo, il libro non ha una storia lineare, lo scrittore parla in prima persona e rievoca ricordi passati, alternandoli a ricordi più recenti, ma sempre di vita vissuta.

Ad accompagnarlo in questo racconto/percorso diversi personaggi, più o meno rilevanti, le prime storie d’amore, le prime delusioni, gli amici più grandi che ti prendono a cuore e di cui ti puoi fidare ciecamente, quelli gelosi e invidiosi del tuo piccolo successo e quelli inseparabili e preziosi che ti aiutano ad andare avanti, anche con stupide battute, quando sembra crollarti il mondo addosso.

Ci sono storie che durano anni e in questi anni magari ci s’innamora e disamora. Alcuni smettono di amarsi, ma rimangono comunque insieme. Altri decidono di lasciarsi, ma per farlo hanno bisogno di tempo.

Prima cercano di capire se sono veramente sicuri, o se è solo una crisi passeggera.

Se poi alla fine si convincono che è veramente finita, devono comunque trovare il modo di farlo, le giuste parole per lenire il dolore.

Ci sono persone che su questo punto possono anche perdere mesi, a volte addirittura anni. C’è anche chi ci ha perso una vita e quel passo non l’ha mai fatto. Molti non riescono a lasciare, semplicemente perché non sanno dove andare, oppure perché non riescono a sopportare l’idea di essere responsabili del dolore dell’altro. Un dolore intenso, che può provare solo qualcuno con il quale abbiamo vissuto in intimità. Si ha la convinzione che un dolore improvviso sia troppo forte e faccia maggior danno di un dolore piccolo ma dosato giorno per giorno.

Parole sacrosante, chi di voi non si è trovato in una situazione del genere? Il solito dubbio amletico: continuare la storia per evitare di far del male al proprio compagno o liberarsi da un legame ormai logoro, buttandosi giù nel vuoto e provando a non far star male l’altra persona, ma sempre con scarsi risultati?

L’amore è come la morte: non si sa quando ci colpirà. La morte non si può evitare, ma un controllo possiamo averlo: per esempio possiamo decidere il momento.

L’amore no, non è possibile pianificarlo, non si può decidere di amare. Viviamo senza poter sapere quando la donna o l’uomo che ci sconvolgerà entrerà nella nostra vita. Potrebbe arrivare, come purtroppo è successo a me, quando ormai non si è più nemmeno capaci di amare.

Ci sono periodi in cui ci piacerebbe essere sconvolti da qualcuno, ma non è detto che la semplice forza del nostro desiderio ce la faccia incontrare. E’ come quando si esce per fare shopping, spinti dal desiderio di comprare qualcosa, ma non si sa cosa. Potrebbe essere un libro, una sciarpa, un paio di occhiali o un profumo, ma a volte succede che “non ho preso niente, perché non ho trovato nulla di interessante”.

E già, l’amore e la morte, due temi che spesso si accavallano nel libro, che sembrano arrivare a un punto cruciale, ma che lo scansano per un lieve alito di vento.

L’amore arriva sempre quando meno te lo aspetti”, “si chiude una porta e si apre un portone”…. Frasi, frasi fatte, sentite e risentite chissà quante volte; un’attesa che può durare mesi, anni, a cui ognuno di noi si è appigliato pur di non continuare a soffrire per una storia terminata nel peggiore dei modi.

A volte ci si sente pronti per l’amore, altre volte si è vuoti, scarichi, demoralizzati, quest’amore che non arriva o che arriva quando meno te lo aspetti, ma tu non sei pronto per affrontare una nuova storia, hai la testa altrove e sono in questi momenti che forse è il caso di non buttarsi a precipizio in una nuova storia, si rischia di far soffrire l’altro…

Lei non era invadente, ha sempre rispettato i miei spazi. Non si è mai voluta mettere tra me e il mio lavoro, tra me e i miei amici. Lei voleva essere a fianco, non “tra”.

Penso a quando ci siamo visti la prima volta: ci siamo guardati negli occhi e ci siamo trovati subito antipatici. Io non la sopportavo. Eravamo a una cena e lei era seduta di fronte a me. Pur riconoscendo che era bella, era il contrario del mio tipo: capelli biondi e occhi chiari, di un azzurro intenso, Forse per questo lei non mi ha colpito. Sono le donne mediterranee, more e con gli occhi scuri, a catturare la mia attenzione.

Classica situazione in cui ognuno di noi ha un ideale di donna, mora con gli occhi chiari, bionda con gli occhi azzurri, il fascino della rossa... e alla fine ci innamoriamo sempre di quella che ci attrae, oltre dall’aspetto fisico, da quello intellettivo.

Tutte situazioni che sono ovvie, è vero, ma leggerle in un libro e sapere che è pura verità ti fa sorridere e pensare che forse non sia uno dei pochi a pensarla così.

Un finale in parte atteso e in parte a sorpresa, quello che conclude una storia travagliata e complessa, un misto di malinconia, di senso di abbandono, di sensualità, di confessioni, di sesso allo stato puro, ma che non penso sia veramente volgare o illegibile…

Il romanzo è edito dalla Mondadori Editore S.p.A. di Milano e sulla copertina troviamo uno sfondo all’imbrunire e un barattolo con dentro delle luci per l’albero di Natale accese, davvero originale e particolare, su questo Volo ha buon gusto nello scegliere e nel catturare l’attenzione dei potenziali lettori.


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