Il Tempo dei Musei

Creato il 12 luglio 2012 da Larivistaculturale @MePignatelli

“Chissà perché quando si pensa al museo si pensa al passato, si domanda l’antropologo Pietro Clemente dell’Università di Firenze, forse per via delle Muse, o dei musei egizi, etruschi e romani. Quando si pensa a questi popoli li si pensa, opacamente, nel loro tempo lontano, e non nel ‘vero’ tempo della nostra conoscenza di essi: l’archeologia è uno dei settori più moderni e computerizzati della ricerca umanistica. E’ ancora ammesso qualche gesto romantico, qualche intuizione visionaria, ma poi si fa stratigrafia computerizzata e solo su queste basi si interpreta.

Il collezionismo è un fenomeno relativamente recente, e per certe tipologie (oggetti della gente comune, carte telefoniche, modernariato) è in continua mutazione.

L’ICOM ( International Council of  Museums, che fa capo all’UNESCO) nasce sui musei della scienza e i musei di civiltà, quelli archeologici ed etnografici,  che non hanno più di 150 anni, e sono in continua revisione di forme comunicative e di tecnologie multimediali.

In questo senso non c’è nulla di più attuale, postmoderno, neotecnologico del museo, se lo si intende almeno come mezzo di comunicazione di massa, legato alla scolarizzazione diffusa, alla crescita del turismo di cultura e alla domanda sociale di radici e identità territoriali da costruire e rappresentare.

Se devo immaginare il mondo globale, continua Clemente, posso cominciare con internet e televisione, ma posso anche cominciare con un museo, non solo perché lo trovi in internet, ma perché esso è oggetto di pacchetti di viaggio internazionali, di riproduzioni e souvenir che dal suo spazio si disperdono nel mondo.

Il museo oggi è un’istituzione culturale capace di iniziativa e di svolgere un ruolo socialmente formativo, di educare la sensibilità, la conoscenza, di salvare il futuro del passato e il passato del futuro.

Il museo oggi è (o vorrebbe essere) un ‘gramsciano’ ‘organizzatore di cultura’ radicato nella società civile.

Il museo contemporaneo sta dunque in un movimento verso il futuro: il passato è uno dei principali oggetti sui quali lavora per produrre immagini che costruiscono l’immaginazione di domani”.

Pietro Clemente, Antropologi tra Museo e Patrimonio,

in Antropologia. Annuario n°7, Meltemi Editore, 2006.

Nella fotografia ‘Ombre e Luci’

nel cortile di Palazzo Strozzi, museo fiorentino.



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