Il tempo di un sogno

Creato il 19 febbraio 2014 da Scribacchina

Sono in macchina, percorro una tangenziale poco illuminata.
A destra e a sinistra, il nulla: nero, buio, forme indistinte che un velo di luna cerca inutilmente di far risorgere.
Proseguo rapida.
E non mi curo della velocità: non me ne è mai importato.
[Possibile non aver mai preso una multa per eccesso di velocità?...]

Una salita, una curva e… lì, eccolo, lo spettacolo perfetto: una distesa di lucine fitte fitte, tutte sparse lungo la linea dell’orizzonte.

La luna non c’è più; al suo posto è apparso un castello sopra una rocca. Sospeso a mezz’aria: sembra quasi stia navigando nel cielo, con tutti quei fasci di luce che lo colpiscono creando complicate geometrie.

Sento l’istinto di rallentare, ma il piede non vuole lasciare l’acceleratore. Le mani tengono saldamente il volante, mentre la voce della ragione grida – uno ad uno – i minuti di ritardo che mi pesano sulle spalle.

E allora spalanco gli occhi e mangio, divoro con lo sguardo la meraviglia che ho di fronte, queste luci che non riuscirò mai a descrivere con le parole.
Cerco di farmele entrare dentro, perché possano illuminare a modo loro i miei pensieri. Illuminare e scaldare, come fossero un sole.
Carezzare, come fossero una mano.
Baciare, come fossero delle labbra.
[Possibile sentire le labbra di un'altra anima baciarmi i pensieri?...]

Ma questo non è oggi, non è stasera.
Era ieri.
… era ieri?
Peut-être, non ricordo.
Quello che so per certo è che non è ora.
Perché non sono più lì, sulla cima della tangenziale, a caccia di luci.
Ma ci tornerò.
E guiderò ancora più veloce, ancora più decisa, per poter arrivare in anticipo e regalarmi – da ferma, stavolta, senza più correre – il tempo di un sogno.

Bonne nuit.


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