Ciao A tutti, mi presento, sono Luigi e sono un appassionato di Sport. Come sono finito a Destinazione Libri? Facendo da ospite in una puntata in radio, dove si parlava di uno dei pilastri del calcio…Da lì, Alessandra e Veronica mi chiedono se volevo occuparmi di una loro rubrica… dedicata allo sport.. quindi.. eccomi qui..
Oggi inizio a parlarvi del Tennis, ho pensato di dividere questo pezzo in due parti.. così riuscirete a seguirmi fino alla fine…
Origini, nascita, prime espressioni e nomenclature del tennis.
La storia del tennis (pallacorda) ha avuto inizio nel periodo greco romano come attività sportiva e nel medioevo come oggetto di racconti in alcune opere letterarie. Il tennis fin da subito, come del resto anche oggi, è stato strettamente legato agli alti strati della nobiltà europea tanto da chiamarsi royal(reale) tennis e diventare così sport praticato a corte. La palla veniva colpita direttamente dalla mano, prima nuda e successivamente usando dei guanti. Solo tra il 1500 e il 1600 sono apparse le prima racchette e con esse è nata la prima corporazione dei professionisti di pallacorda con lo svolgimento dei primi tornei soprattutto in Inghilterra e poi in Francia.
Perché questo sport si chiama tennis? La parola tennis non ha significato ma nasce da un errore di pronuncia dei tennisti inglesi nel gridare l’avvertimento tenez!(tenete) prima di lanciare la palla, da qui ne deriva l’assonanza “tennis”. Per uno strano gioco del caso, però, in Inghilterra è improprio chiamare il tennis…tennis. Questo nome è infatti ancora riservato alla pallacorda. Il nome corretto è lawn-tennis, anche se ovviamente tutti, inglesi compresi, per comodità hanno abbreviato a “tennis”.
La data di nascita ufficiale del tennis è 23 febbraio 1874, giorno in cui il maggiore inglese Walter Clopton Wingfield presentò il brevetto alla Camera dei Mestieri di Londra. Wingfield prese in prestito parole ed espressioni francesi per la nomenclatura del suo gioco: deuce (usato per indicare il 40 pari), deriva da à deux le jeu, che significa “a entrambi il gioco”. Love (usato nei punteggi per chiamare lo zero), deriva da l’oeuf, che significa “uovo” e che simboleggia la forma dello zero.
L’inusuale convenzione di segnare i punteggi con 15, 30 e 40 ha sempre suscitato la curiosità degli esperti. Una teoria annuncia che si tratti dei quarti d’ora segnati per prendere il tempo (il 40 deriva da un accorciamento); un’altra invece sostiene che la traduzione francese (quinze, trente et quarante) sia orecchiabile e che quindi il punteggio fosse una sorta di ritornello. Un’altra ancora avanza l’ipotesi che i punteggi si riferiscano ai soldi che venivano scommessi durante le vecchie partite di pallacorda (15 soldi per il primo punto, altri 15 per il secondo e altri 10 per il terzo).
Regole e
Il tennis è praticato da due giocatori contrapposti o da due coppie di giocatori utilizzando una racchetta ciascuno ed una pallina su un campo di gioco rettangolare diviso a metà da una rete. Il campo può essere in terra battuta, erba, cemento o materiale sintetico, all’aperto o al coperto.
Lo scopo del gioco è di mandare la palla nel campo opposto, in zone delimitate da righe in base al tipo d’incontro ossia singolo o doppio, per far punto facendo toccare una volta a terra la palla nel campo avverso in modo che l’avversario non possa rispondere. Il punto si assegna anche quando l’antagonista non riesce a far passare la palla sopra la rete o manda la pallina fuori dalle righe (errore gratuito o non forzato), quando l’avversario non riesce a prendere la battuta oppure sbaglia due volte il servizio (doppio fallo). La palla viene colpita della racchetta, mai staccata dalla mano, al volo o dopo solamente un rimbalzo.
Gli incontri si suddividono in partite (in inglese set). In base ai tipi di torneo gli incontri sono al meglio di 3 o 5 set. Un set è costituito da 6 o più giochi (in inglese game). Dal 1976 se i giocatori sono sul punteggio di 6-6, quando il regolamento del torneo lo prevede, si disputa un game decisivo (in inglese tie-break) per conseguire la vittoria sul 7-6, eccetto in genere che nel quinto set dove vince chi supera di due game
l’avversario. In particolare, sono solo cinque i tornei che utilizzano il sistema dei 3 set al meglio di 5 e sono i tornei del Grande Slam e la Coppa Davis e di questi solo lo U.S. Open prevede il tie-break al quinto set.
I punti in ogni gioco vengono assegnati nella successione di 15, 30, 40, la vittoria corrisponde ad una successione di quattro punti conquistati. Se i giocatori si trovano sul punteggio di 40 – 40, consegue la vittoria del game chi si aggiudica due punti consecutivamente. Nel tie-break, invece, vengono assegnati punti nella normale successione numerica (1, 2, 3, 4, …) e si aggiudica il tie-break chi per primo realizza 7 punti, con uno scarto minimo di due punti (ad esempio 7-5, 8-6, ecc.).
Per vincere un game così come per vincere un set un giocatore deve superare l’avversario sempre di almeno 2 punti, quindi il risultato di un set può essere 7-6 (tie-break), 7-5, 6-4, 6-3, 6-2, 6-1 o 6-0. Nel doppio questa regola è stata sostituita dal killer point (punto decisivo), il punto vincente in situazione di parità.
Nel tennis i colpi base sono dritto, rovescio, il servizio o battuta e la voleè o colpo al volo.
Il dritto è di norma il fondamentale più semplice da eseguire ma avendo un movimento molto ampio può essere ostico quando si deve colpire una pallina carica di effetto oppure quando la pallina rimbalza non troppo distante dalla rete. Esiste il dritto lungo linea, incrociato, anomalo, stretto, anticipato, ritardato (top spin).
Il rovescio invece è il fondamentale più rognoso infatti ci sono due modi di affrontare il colpo, ad una mano e a due mani. Chi ha adottato o preferisce la tecnica ad una mano ha notevoli vantaggi nel gioco di volo e nei recuperi in corsa, in quanto non si è costretti a staccare la mano d’appoggio dall’impugnatura, nell’esecuzione del rovescio tagliato (back spin) e della palla corta o smorzata (drop shot) potendo imprimere alla pallina un effetto o un taglio maggiore.
Di contro chi utilizza le due mani riesce ad imprimere più forza al tiro con una maggiore precisione e soprattutto con più anticipo in quanto si esegue un movimento corto e veloce garantendosi notevoli vantaggi di risposta al servizio e nell’esecuzione di un passante.
Il servizio o battuta è il fondamentale più decisivo per le sorti dell’incontro, molto spesso la debolezza di un giocatore ha inizio proprio dell’inefficacia del proprio turno di battuta. Per una buona esecuzione serve un’alzata di pallina perpendicolare il terreno portando il peso del corpo in avanti verso la pallina stessa facendo leva con la spalla. Un servizio vincente è detto ace se l’avversario non riesce a colpire la pallina, ace sporco se l’avversario riesce solo a toccare o sfiorare la pallina. Se la pallina colpisce la rete e rimbalza nell’area corretta non si commette fallo (let) e si ripete la battuta. Si commette fallo e si cede un punto all’avversario se con i piedi si tocca la linea di fondo durante l’esecuzione.
La voleè o colpo di volo è usato di solito insieme alla schiacciata (smash) e al colpo di semi volo (demì voleè) per chiudere uno scambio perché si prende in controtempo o di sorpresa l’avversario impedendoli di raggiungere la pallina. Di norma un colpo di volo segue un colpo di attacco molto profondo o molto angolato in modo che l’avversario non abbia il tempo o lo spazio sufficiente per mettere in piedi un passante sia lungo linea che incrociato o un pallonetto (lob)
Per tutti questi colpi l’ingrediente decisivo e lo stato mentale di chi esegue tali gesti tecnici, occorre un elevato livello di concentrazione e di controllo dei movimenti. Durante un incontro questi fattori vengono facilmente meno considerando che si gioca in primis contro un avversario ma anche e soprattutto contro se stessi non avendo aiuti esterni o compagni di squadra. Per questo motivo molti professionisti hanno al seguito uno psicologo che aiuta l’autostima, l’autocontrollo e la capacità di ripresa.
Cosa leggere? Cinque sezioni documentano la storia e l’evoluzione del gioco: dagli antenati ai pionieri tra Ottocento e Novecento, dagli artefici immo
La narrazione è accompagna da un ricco corredo fotografico, con un montaggio delle immagini capace di proiettare il lettore nel bel mezzo di un appassionante match.
Alla prossima…
Luigi.