Grazie ad internet e alla televisione, ai media in generale, la nostra casa è diventata come un enorme ricevitore verso il mondo esterno, per meglio dire, verso la rappresentazione del mondo esterno.
Il mondo reale invece si allontana sempre più da noi. Indipendentemente dall’uso che facciamo dei mezzi di comunicazione, essi ci allontanano dalla realtà e ci proiettano nell’iperrealtà,( parola usata da Baudrillard)per noi molto più reale della realtà vera. Non è più l’uomo ad esplorare il mondo ma è il mondo, o meglio la sua rappresentazione, ad offrirsi all’uomo sedentario che non ha bisogno di uscire di casa.
Siamo diventati consumatori di una rappresentazione visiva del mondo: oltre a ciò, la realtà virtuale in cui siamo immersi ogni giorno, quella che molti chiamano con l’epiteto “second life”, modifica la realtà reale, ossia noi stessi.
Gli strumenti della tecnologia, telefoni cellulari, computer, tablet etc. modificano le nostre intelligenze e la nostra percezione del mondo reale.
La nostra intelligenza da analitico razionale si trasforma in intelligenza visiva e immediata: insomma siamo sempre meno abituati a riflettere in modo critico e più abituati a “subire” nozioni e informazioni in modo “passivo”. I computer e le altre nuove tecnologie ci bombardano con suoni e immagini tutti i giorni e allo stesso tempo ci trasformano in “automi” che assimilano senza riflettere su ciò che stanno assimilando.
Inoltre capacità come la memoria affievoliscono perchè siamo aiutati a ricordare dalle “macchine” che usiamo quotidianamente. Queste macchine diventano una sorta di “protesi” tecnologiche.
In merito a quest’ultimo concetto espresso, si parla di post-umano, ossia l’uomo comincia ad essere, con la sua dipendenza dalle macchine, meno umano e più “artificiale”.
E’ come se un “terminator” si nascondesse in ognuno di noi.