Il calcolo del Tfr avviene sommando per ciascun anno di servizio una quota pari e comunque non superiore all’importo della retribuzione, dovuta per l’anno stesso, divisa per il coefficiente 13,5. L’importo è del 7,41% della retribuzione annua lorda ed è così composto: 6,91% accantonato per il dipendente + 0,50% versato al “fondo di garanzia Inps” = 7,41%.
Gli importi vengono rivalutati al 31 dicembre di ogni anno con un
tasso dell’1,5% + il 75% dell’aumento dell’indice Istat dei prezzi al consumo (inflazione) rilevato per l’anno precedente.
Facciamo un esempio pratico del funzionamento e del calcolo del Tfr:
Il sig. Rossi, lavoratore dipendente, viene assunto il 1° gennaio con uno stipendio annuo lordo di 35.000 euro. Al 31 dicembre il calcolo per l’accantonamento del suo Tfr sarà:
- 35.000 euro x 6,91% = 2.418,50 euro (Tfr al termine del primo anno di lavoro).
Al 31 dicembre dell’anno successivo, si procederà nuovamente al calcolo. Ipotizziamo che il sig. Rossi abbia percepito lo stesso stipendio e che l’aumento dell’indice Istat dei prezzi al consumo, rispetto all’anno precedente, sia stato del 2%:
- Quota annua = 35.000 euro x 6,91% = 2.418,50 euro
- Rivalutazione = 2.418,50 x [1,5% + (2% x 75%)] = 72,55 euro
- Totale accantonamento Tfr = 2.418,50 + 2.418,50 + 72,55 = 4.909,55 euro
Inoltre, il datore di lavoro interviene con una quota variabile, di solito tra l’1 ed il 2%, a seconda degli accordi contrattuali. Se previsto dal contratto il lavoratore può versare anche altri contributi volontari, pari all’1% circa.
Come specificato prima, ogni anno viene versato lo 0,50% in un fondo di garanzia presso l’Inps. Il fondo è stato istituito per il Tfr a tutela del lavoratore e interviene con il pagamento delle spettanze in caso di insolvenza del datore di lavoro.
(Segue seconda parte)