Giovanni si era svegliato molto presto eccitato per ciò che lo avrebbe atteso in quella giornata.
Lui e i suoi compagni avrebbero visitato, in gita con la scuola, il maestoso Museo di Storia Naturale di New York.
Giovanni ne era rimasto affascinato sin da quella volta in cui aveva guardato alla tv il film Una notte al museo con Ben Stiller, ma non aveva mai avuto l'occasione di visitarlo personalmente, almeno fino a quel fatidico giorno, visto che si era trasferito da poco negli Stati Uniti.
Il ragazzo si sbrigò a fare colazione e vestirsi per essere perfettamente puntuale all'appuntamento dinanzi alla scuola con tutti i suoi compagni e i professori.
Il trasporto degli studenti sarebbe avvenuto grazie ad un autobus che li avrebbe condotti al museo.
Arrivati dopo qualche ora di viaggio, gli studenti si trovarono davanti a una monumentale struttura architettonica, sormontata da una scritta emblematica: "Truth Knowledge Vision".
I prof fecero l'appello per controllare che tutti fossero presenti e condussero gli allievi all'interno del museo.
Subito, all'entrata, la scolaresca si trovò davanti una guida pronta ad accompagnarli e illustrare le curiosità relative a tutto quel ben di dio, messo in mostra dal museo, da ammirare e contemplare.
Una fermata lunga venne effettuata di fronte al colossale fossile di Tyrannosaurus rex, forse il pezzo che più fece rimanere di stucco i ragazzini, totalmente interessati alle spiegazioni della guida, a differenza di quanto avveniva nelle tradizionali e noiose lezioni in classe.
Giovanni si sforzava di comprendere il più possibile, giacché non aveva ancora acquisito una totale padronanza dell'inglese.
Improvvisamente la luce andò via.
Il buio prese il sopravvento.
I professori gridarono di mantenere la calma e di rimanere tutti uniti, ma Giovanni non aveva dato ascolto alle indicazioni dei suoi insegnanti.
Gli era parso di vedere una strana luce provenire alla sua destra, una luce che aveva completamente catturato la sua attenzione e di cui nessun altro si era accorto.
Guidato dalla luce, Giovanni camminò a lungo per il Museo sino ad arrivare ad una porta.
Era blindata; l'unico modo in cui poteva essere aperta consisteva nel digitare una combinazione segreta di numeri su un tastierino digitale attaccato alla parete prossima alla porta.
Giovanni non conosceva ovviamente la combinazione segreta, ma, all'improvviso, una sequenza di numeri si illuminò di rosso: 3-1-4-1-5.
Giovanni premette questi numeri in sequenza e, come per magia, la porta si spalancò.
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