Ci si mette anche la scienza, si lamenta il Time, permettendo di ascoltare il battito del cuore di un bimbo e vedere quasi subito il suo corpo nella pancia, inoltre i nati molto prematuri oggi sopravvivono ponendo in seria questione la correttezza delle leggi. Il Nord Dakota e l’Arizona, ade esempio, oggi hanno soltanto una clinica che permette di abortire, il Texas ha appena avuto il via libera per tagliare i finanziamenti alle cliniche abortiste di Planned Parenthood e lo stesso ha fatto la contea nord del Michigan. Tra il 2011 e 2012 ben 135 leggi sono state emanate per limitare l’accesso all’aborto.
Secondo una recente indagine condotta su 4.000 studenti di scuole superiori e universitari, il 50% crede che l’aborto dovrebbe essere legale sempre o nella maggioranza dei casi, e il 50% crede che dovrebbe essere illegale in tutte le circostanze o eccetto nei casi di stupro, incesto, o per salvare la vita della madre.
Planned Parenthood, che ha ucciso un’altra donna in una sua clinica abortiva, ha annunciato di voler prendere le distanze dall’etichetta “pro-choice”, nel tentativo di attrarre il sostegno di persone che non si riconoscono nei gruppi “per la scelta” e “per la vita”. Tuttavia il problema più grande oggi per per il mondo pro choice (o pro death) è la fatica a rigenerare la leadership. Il trend dell’aborto in America è ormai in costante diminuzione, la strategia del mondo pro life non è trascinare di nuovo in tribunale la Roe Vs Wade, ma “renderla irrilevante”, come dice Charmaine Yoest, presidente di Americans United for Life. Come? Attraverso l’informazione corretta su cosa sia l’embrione, la difesa dell’obiezione di coscienza, l’appoggio della scienza e gli avvertimenti sulle pericolose conseguenze dell’aborto per la salute della donna.