Titolo: Il tiranno di Roma
Genere: storico
Autore: Andrea Frediani (sito ufficiale – Wikipedia)
Nazionalità: italiana
Anno prima pubblicazione: 2013
Ambientazione: Roma, I secolo a.C.
Personaggi: Crisso, Giunilla, Gaio Mario, Gaio Ottavio
Casa Editrice: Newton Compton (Live)
Copertina: © iStockPhoto
Pagine: 124
Provenienza: Libreria
Link al libro: SITO UFFICIALE – IN LETTURA – ANOBII – GOODREADS
inizio lettura: 14 agosto 2014
fine lettura: 9 settembre 2014
Voto: 7/10
Etruria, tarda primavera, 87 a.C.
Un tambureggiante rombo di zoccoli di cavalli risuonò sul terreno. Crisso buttò a terra la falce e sollevò lo sguardo verso l’orizzonte, delimitato dalla cerchia d’alberi ad alto fusto che circondava la tenuta del suo padrone.
[incipit]
Ho comprato questo libro perché era nella Collana LIVE a 99 centesimi, e mi ispirava l’ambientazione nell’antica Roma. Una lettura piacevole e interessante.
Italia, 87 a.C. Crisso è uno schiavo in una tenuta in Etruria quando i soldati di Gaio Mario la attaccano, uccidono i padroni, e arruolano tutti gli schiavi come soldati. Per il giovane si presenta una preziosa occasione: guadagnarsi la libertà servendo il grande generale che vuole ottenere il suo settimo consolato.
Come dico sempre, il fascino dei romanzi storici, per quanto mi riguarda, aumenta esponenzialmente con la distanza temporale dell’ambientazione. In particolare i romanzi di epoca romana, anche perché non ne trovo tanti come accade per altre epoche, mi emozionano sempre non poco.
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Questo qui con l’ambientazione mi ha fatto esplorare una parte di storia romana che non conosco bene, quella dei contrasti tra Mario e Silla (quest’ultimo però resta sempre lontano, a combattere all’estero). La trama, in particolare, si concentra sul tentativo di Mario di “convincere” il Senato a nominarlo console per la settima volta. Tutta la storia è raccontata (in terza persona) dal punto di vista di due personaggi, due schiavi: Crisso, arruolato da Mario con la speranza della libertà, e Giunilla, schiava in casa di Ottavio, principale nemico politico di Mario. Mentre Crisso ha vissuto la sua vita di schiavo tra sofferenze e soprusi, Giunilla è molto contenta della sua condizione perché i padroni la trattano bene, mentre vede tutti i giorni come la gente comune se la passa male. E gli altri personaggi principali sono i loro due padroni, e mi è piaciuto come Frediani li ha caratterizzati: sono opposti quasi in tutto, sia nel bene che nel male. Mario è un grande generale, il più grande (Cesare ancora doveva arrivare), vuole liberare gli schiavi, ma in realtà li sfrutta per compiere violenze. Ottavio è razzista e nazionalista, ma tratta bene i suoi schiavi, è integerrimo e onesto, e tiene davvero a Roma, non vuole soltanto, come Mario, il potere, però quando la moglie muore si disinteressa della politica e vuole far uccidere Giunilla ingiustamente. E Crisso, protagonista positivo, non può fare a meno comunque di ammirare entrambi (anche se Ottavio lo incontrerà solo per pochi secondi, per ucciderlo poco dopo) nonostante sia ben conscio delle loro mancanze e, all’occasione, anche della loro crudeltà. Mi è piaciuto come personaggio, perché è costretto a fare cose orribili e ne soffre, però realisticamente non si tira indietro, i tempi in fondo erano quelli, e il suo obiettivo, diventare un uomo libero, era troppo importante. Giunilla compare di meno, anche perché muore purtroppo verso la fine del romanzo. La storia sua e di Crisso si congiungeranno ad un certo punto, e i due si innamoreranno. Un po’ troppo scontata, per i miei gusti, questa storia d’amore, ma vabbè.
Lo stile è gradevole, racconta il mondo romano senza perdersi in spiegazioni, ma mostrandocelo con la vita dei personaggi.
La copertina di questa mia edizione LIVE non è particolarmente bella o accattivante, ma non è malaccio. Il titolo invece non l’ho capito, non mi è sembrato attinente alla storia, a parte la menzione di Roma.
Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da Bluelyne
Commento generale.
Un libro piacevole che indaga un pezzo di storia romana che personalmente non conosco molto, e un aspetto che invece è piuttosto famoso: la schiavitù. Il romanzo bilancia il realismo storico con un po’ di romanticismo (sia in senso stretto che in senso lato), e mantiene queste caratteristiche anche nel finale: Crisso non avrà l’agognata libertà, ma anzi verrà venduto come gladiatore. Questo però gli permetterà di incontrare Spartaco, e noi che sappiamo come andò la Storia possiamo immaginarci un finale migliore per Crisso. Certo, sappiamo che anche quella rivolta finì male, ma nulla ci vieta di sperare che almeno Crisso se la sia cavata!
Insomma, un gradevole romanzo storico che dosa bene le due componenti essenziali del genere di realismo e fiction, con un’ambientazione accurata e protagonisti (sia i personaggi veri che non) interessanti.
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Mini recensione in 5 parole
Roma, la guerra, gli schiaviUn po’ di frasi
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Crisso lo guardò per la prima volta. Aveva il piglio del capo, come Gaio Mario. Ad ogni modo, lo sconosciuto aveva ragione, si disse: era vivo a dispetto di Cinna e gli avrebbero dato delle armi, in un prossimo futuro. No. Non era finita.