Domenica ho assistito praticamente "in diretta web" a quello che è accaduto a Catepol, a partire da una sua frase via twitter riguardante una pagina su facebook che lei ha suggerito come pagina da segnalare per via dei contenuti poco rispettosi delle persone Down. La pagina in questione conta circa 160.000 membri, in gran parte giovanissimi, ma non solo, e per loro stessa definizione è una pagina di Humor nero. Il loro divertimento consiste in pratica, non solo ovviamente ma in prevalenza, nell'ironizzare sulle diversità e sulle disgrazie umane: Down, Gay, Donne, terremoti, malattie e quant'altro riguardi il genere umano e perfino quello animale. Il tweet incriminato ha avuto come esito quello di scatenare gli appartenenti al gruppo, che si sono mossi a centinaia, rispondendo al tweet in tutti i modi e i luoghi possibili in rete: insulti, minacce, foto della protagonista suo malgrado, modificate con insulti e brutali prese in giro, migliaia di accessi al suo blog alla ricerca di un post dove segnalava di essere sotto attacco, attività che si è protratta per tutta la giornata di domenica fino allo sfinimento.
Prendiamo atto quindi che nel web c'è tutta una comunità, a voler essere magnanimi, che trae divertimento dalle tragedie altrui, che confina nel divertimento ciò di cui ha in realtà paura, è un fatto normale fare ironia sulle nostre paure più profonde, non è normale identificarle nelle persone. In superficie si vedono giornali, blog, social, le cui scaramucce quotidiane rappresentano la lite con il vicino di casa o al parcheggio. Il resto, spesso sommerso e confinato in zone meno esplorate dai normali utilizzatori del web, c'è l'equivalente del bullo, spessissimo ragazzi nati negli anni novanta, quindi i famosi nativi digitali di cui il web decanda le mirabili gesta e le strabilianti capacità di apprendimento, che chiama i suoi amichetti armati per difendere il territorio dove spadroneggia facendo il bello e il cattivo tempo. La riprova è che in tanti stiamo scrivendo quanto accaduto ma nessuno di noi mette un link alla pagina. La verità, non c'è nessuno male a riconoscerlo, è che li temiamo e nessuno di noi vuole ritrovarsi un nugolo di mosconi nelle sue pagine.
Quanto accade, non tanto la pagina in questione, quanto la risposta pervenuta dai suoi iscritti sentendosi minacciati, è roba buona per sociologi, e lo sarebbe perfino per la magistratura se non fosse così drammaticamente presa da altri impegni più pressanti ed ormai eternamente in emergenza. Viene in mente, però, che è materia interessante per la scuola: non facciamo abbastanza per insegnare a questa sorta di "nati imparati", in realtà asinelli digitali, felice definizione di un amico della rete, che dei contenuti si può chiedere la rimozione. Perché se il tweet di Catepol era una richiesta di rimozione inesatta, si poteva chiederle la cancellazione e chiudere lì la questione. Il fatto è che lei è diventata al pari degli altri, che il gruppo prende di mira, un bersaglio. Il momentaneo oggetto del divertimento e dello sfogo collettivo.
[edit] Ovviamente saranno ben accetti tutti i commenti che, debitamente firmati, argomenteranno anche con ironia e humor, ma sempre in modo consono, qualsiasi opinione. © Crescere Creativamente consulta i Credits o contatta l'autrice.