Sono i topinambur ( Helianthustuberosus), una pianta erbacea perenne, rustica, infestante, alta fino a 1-2 metri, originaria dell’America, arrivata in Europa verso il 1600.
E’ chiamata anche “patata del Canada”, “tartufo di canna”, “carciofo di Gerusalemme”, per la forma del tubero che ricorda la patata o il tartufo e il suo sapore che assomiglia al carciofo.
Nelle nostre zone (Emilia-Romagna e dintorni) trova le condizioni favorevoli per fiorire verso la metà di settembre, mentre il tubero viene raccolto verso dicembre – gennaio.
Contiene anche discreti quantitativi di vitamina A e vitamine del gruppo B, ferro, potassio, asparagina, arginina, aminoacido che aiuta le ferite a rimarginarsi e contribuisce alla rigenerazione del tessuto del fegato.
La presenza di sali potassici ne fanno un alimento leggermente diuretico. I fiori possono essere usati come insetticida, perché hanno un profumo molto sgradito alle mosche.
Il topinambur si trova nei mercati verso fine autunno. E’ bene scegliere tuberi sodi, con buccia marroncino violacea, senza ammaccature o lesioni.
Si conserva avvolto in sacchetti di carta nel frigorifero, perché a contatto con l’aria tende a raggrinzirsi.
In cucina i topinambur possono essere consumati crudi, tagliati a fettine sottilissime e conditi con olio e pepe, lessato o cotti al vapore e in tutte le preparazioni classiche della patata.