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Il Trentino-Alto Adige VS i Motociclisti: continua la criminalizzazione, stavolta tirano in ballo i disabili

Da Motovita

Il Trentino-Alto Adige è una regione che non finisce mai di stupirmi. Evito oramai di viaggiare e fare turismo in questa regione da un paio d’anni, in particolare dopo aver incontrato i cartelli stradali di cui ho scritto in questo articolo: comunicare in maniera positiva e distruttiva, ovvero positività versus negatività. Avendoli percepiti come offensivi nei confronti della mia intelligenza e di chiunque vada in moto, nonché di coloro che realmente hanno subìto incidenti stradali (e dei loro famigliari) rimanendo gravemente feriti o rimettendoci addirittura la vita (magari per colpa di altri), da quel momento ho rinunciato all’idea di visitare una regione dove non sono ben voluto e dove si tende ad inquadrarmi come una sorta di psicopatico per il semplice fatto che mi piace andare in moto. In Trentino esistono anche strade vietate espressamente ai motociclisti (e non a chi guida altri veicoli), ovviamente senza una ragione chiara e valida, perciò a me pare evidente il fatto che i centauri non siano ben accetti da quelle parti. Bene, io ho smesso di andarci e di portare loro il mio denaro da qualche tempo, tuttavia mi tocca passare di là quando sono diretto verso Austria e Svizzera, e non posso non notare certe nefandezze come questa:

Campagna choc per motociclisti in Alto Adige
Il presente manifesto compare su varie strade del Trentino-Alto Adige, è piuttosto piccolo e lo si nota soltanto viaggiando ad andatura turistica e prestando attenzione non solo alla strada ma anche al paesaggio. Tra l’altro viene messo in zone a dir poco discutibili, per esempio poco prima di una curva, cercando così di distogliere l’attenzione dei guidatori dalla strada nei momenti meno opportuni. Ripeto, viene notato soltanto se si va piano e se ci si guarda attorno.

Ora, io continuo a non capire cosa stiano cercando di ottenere in Trentino esibendo cartelli stradali come questo, ma l’unico pensiero sensato che mi viene in mente è appunto che vogliano scoraggiare i motociclisti ad utilizzare le loro strade. Bene, io spero che riescano in questo intento e che nessun motociclista vada più a visitare la loro regione, che è comunque ricca di posti molto belli ed interessanti. Ma poco male, credetemi! Sul pianeta Terra esistono altri luoghi altrettanto ameni: in Veneto, in Lombardia, In Austria, Svizzera e Francia. I francesi in particolare sono molto gentili nei confronti dei centauri e capita sovente di incontrare gendarmi loro stessi motociclisti. All’estero non verrete etichettati come criminali se vi piace andare in moto e verrete trattati nella maggior parte dei casi come tutti gli altri; in alcuni rari casi persino meglio degli altri. La polizia non vi darà la caccia come fa invece in Trentino, attaccandosi a qualsiasi scusa pur di farvi una multa

Comunque veniamo al tema principale di questo articolo: l’immagine che vedete qui sopra. C’è una persona su una sedia a rotelle, quindi disabile dal punto di vista motorio, che indossa tuttavia un casco motociclistico e una tuta in pelle da moto. Si trova sulla strada e sta salutando qualcuno, presumibilmente un motociclista (il gesto che esibisce con la mano sinistra rappresenta il tipico saluto tra motociclisti). E poi la solita frase frutto di una mente contorta: <<no credit>>. Non riuscivo a capire cosa significasse il messaggio riportato sui cartelli dell’anno scorso (<<non perdere la testa, vivi la vita>>) e ovviamente non riesco a comprendere il messaggio di quest’anno. Forse per capirlo bisogna mettersi nei panni di chi l’ha partorito, una persona che evidentemente non ama andare in moto e vede i motociclisti come personaggi strani e pericolosi. Non si rende probabilmente conto che sono prima di tutto esseri umani, persone, individui dotati di una passione che difficilmente può essere compresa da chi vive una vita “inquadrata” e priva di fantasia. Ma non mi stupirei se l’idea provenisse da un possessore di moto (attenzione, ho scritto “possessore di moto” e non “motociclista”). Si può anche possedere una moto per tutta la vita senza diventare mai Motociclisti.

Ora, cosa vorrebbe comunicare un’immagine del genere associata a quel testo? Io non riesco nemmeno stavolta a pensare a nulla di positivo e/o costruttivo. Mi pare nello stesso stile dell’immagine utilizzata l’anno scorso e che ripropongo qui sotto.

non-perdere-la-testa
L’anno passato hanno offeso tutte le vittime di incidenti stradali causati da terzi associando la moto alla morte, come se la colpa degli incidenti stradali fosse sempre e solo dei motociclisti, ma quest’anno sono riusciti ad offendere persino i disabili, come se la disabilità motoria fosse solo ed esclusivamente una conseguenza degli incidenti motociclistici (in cui magari si viene investiti senza avere nessuna colpa…). Purtroppo disabili si può anche nascere, oppure diventarci in seguito a malattie e incidenti che nulla hanno a che fare con la guida.

Davvero, io non riesco a trovare alcunché di costruttivo in tutto questo e continuo a vederlo come un’offesa alla mia intelligenza e a quella di chiunque sia in grado di ragionare con la propria testa. Se l’obiettivo di questi geniali cartelli stradali che, ricordiamolo, vengono pagati da tutti noi attraverso le tasse, fosse quello di rendere più consapevoli i motociclisti indisciplinati, allora il suo obiettivo sarebbe fallimentare in partenza. Prima di tutto queste immagini si notano appena! Io le ho viste soltanto perché stavo andando piano e mi guardavo attorno, ma se semplicemente avessi avuto altri veicoli davanti a me e la mia attenzione fosse stata focalizzata esclusivamente sulla strada, non avrei visto proprio nulla (e forse sarebbe stato meglio!). Sicuramente alcuni di essi mi sono sfuggiti, dato che ce ne sono vari sparsi su più strade. In secondo luogo, come ho già scritto nell’articolo dell’anno scorso, la gente che ha “progettato” (parola grossa) tali porcherie forse non ha ben presente un concetto basilare: chi usa la moto per correre e guidare al limite non noterà mai questi cartelli! E anche se dovesse farlo, ciò non lo spronerà ad andare più piano! I cartelli sono piccoli e si vedono soltanto se osservati in maniera diretta. Chi va forte non può notarli nemmeno se dotato di una vista eccezionale.

Quindi, ciò che mi domando a questo punto, è: a chi sono rivolti? Non sembrano essere rivolti ai motociclisti indisciplinati per le ragioni che ho elencato qui sopra… per chi sono stati “pensati”, dunque? E qui sono portato a pensare male! Secondo me sono rivolti a tutti indiscriminatamente, e il loro messaggio reale non vuole essere quello di suggerire ai centauri di andare più piano e guidare con consapevolezza, bensì quello di invitare i motociclisti, tutti nessuno escluso, a non frequentare le strade del Trentino-Alto Adige. Questi cartelli stradali mettono paura, cercano di rendere sgradevole qualcosa che invece non lo è, associano l’andare in moto alla morte e alla disabilità fisica, come se, per altro, i disabili motori fossero persone in qualche modo disprezzabili.


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