Vittoria meritata e sudata, quella del siciliano, che quando sente odore di tricolore si esalta mostrando tutte le sue qualità spesso in ombra durante l'anno. Per Visconti è la vittoria del ritorno, dell'orgoglio ricucito e del rilancio di una carriera da qualche anno arenata nella classe Continental, che non rende giustizia ad una grande speranza del ciclismo italiano. Una maglia tricolore che per questo determinato 27enne, vale come una ventata d'aria fresca in una giornata afosa ed asfissiante.
ATTACCO DECISIVO. La corsa si sblocca alla penultima tornata sul circuito trevigiano. Fin li ordinaria amministrazione, con i due squadroni, Liquigas e Lampre, ad imporre un ritmo regolare, ma non impossibile. E' la mina vagante Riccardo Riccò ad accendere la miccia, con un attacco ai 45 km dall'arrivo sul penultimo passaggio sul Cà del Poggio. Gli si francobollano alla ruota Carrara e Visconti, e i tre si fanno un giro in avanscoperta prima del ricongiungimento. Ed è li in quel momento di calma apparente e di transizione, che Visconti piazza a 20 km dal traguardo uno scatto fulmineo. Sembra un attacco suicida stile Banzai, ma il corridore della ISD guadagna metri involandosi in discesa e resistendo in pianura; mentre i 14 all'inseguimento cercano di ricucire. Tra gli inseguitori, rispodono presente molti dei favoriti del giorno, tranne Basso che non tiene il loro ritmo, e Nibali e Cunego staccati nettamente nella penultima ascesa al Cà del Poggio.
Proprio all'ultimo passaggio su questo muro al 15%, Visconti stringe i denti e resiste andando poi a vincere sul traguardo con distacco, avendo anche il tempo di sventolare negli ultimi metri il tricolore; per il quale ha una passione sfrenata e che vestirà per un altro anno.