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Il Trofeo Binda parla svedese (il tizio quà sotto non si sa)

Creato il 31 marzo 2014 da Manuel
Accompagnato da un palinsesto televisivo puramente simbolico (e dal ‘nuovo’ commentatore tecnico), il Trofeo Binda è stato appannaggio della svedese Emma Johansson. Benino le italiane. Il Trofeo Binda parla svedese (il tizio quà sotto non si sa) Con quasi 140 atlete al via, l’edizione 2014 del Trofeo Alfredo Binda di Cittiglio ha salutato l’affermazione della svedese Emma Johansson del Team Orica, davanti a Elisabeth Armistead della Boels Dolmans e ad Alena Amialiusik dell’Astana. Emma Johansson è da molte stagioni una specie di ‘migliore dopo la migliore’. A parte infatti Marianne Vos (che non ha partecipato a questa edizione), la Johansson è atleta che spesso e volentieri ha occupato le posizioni di vertice in molte cose tra le più importanti. Insomma, se non vince, ci va spesso vicina. La corsa ha vissuto di fughe che sono diventate affare serio e preoccupante per il gruppo solamente all’ultima tornata, quando nell’affrontare l’ultima erta l’italiana Elisa Longo Borghini ha menato forte sui pedali dando inizio alla selezione conclusiva, per quando riguarda il gruppo di atlete che si sarebbero giocate la corsa. Un gruppo composto da circa 30 atlete, che si è poi ulteriormente frazionato, lasciando in testa 8 cicliste che se la sono giocata allo sprint. Emma Johansson è riuscita a concludere da vincitrice, in un’ordine d’arrivo che ha visto 3 italiane tra le prime dieci, 6 nelle prime venti, con Elisa Longo Borghini migliore delle nostre al 6° posto. Un’edizione che mancava di Marianne Vos, della Campionessa d’Italia Dalia Muccioli e di una certa ciclista italiana di qui non ricordo il nome. Nonostante queste defezioni le squadre al via sono state 24, per affrontare il 124 chilometri del percorso. Corsa che RAI-Sport ha trasmesso alle 22:00, nonostante su Televideo (che è roba gestita dalla stessa RAI) si dava l’inizio per le 22:40. RAI che per affossare in maniera totale l’altra metà del sellino ha messo al microfono ‘tecnico’ nientemeno che Luigi Sgarbozza. Supportato dal una padronanza linguistica terrificante, Sgarbozza si diverte a trasformare i nomi delle cicliste straniere ad ogni occasione, probabilmente per regalare momenti d’esaltante ilarità e rendere così più godibile la trasmissione al telespettatore. Abbiamo anche potuto apprendere la nascita di una nuova confederazione, la “Uniti Stati America” che ci ricorda qualcosa ma forse ci sbagliamo noi. Se Sgarbozza stava facendo le prove per il Giro femminile (Martinello adesso è stato promosso al posto di Cassani), non è da escludere che le telecronache del Giro-Donne vivranno momenti di tragica ilarità, e non si sa se sarà cosa positiva o meno.

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