Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 27: Eddard

Creato il 10 agosto 2012 da Martinaframmartino

Dettagli finali nella preparazione del torneo del Primo cavaliere. Ned ne farebbe volentieri a meno, ma mi sa che quando Robert non vuole ascoltare è bravissimo a non sentire. Janos Slynt ha difficoltà a mantenere l’ordine, e il lettore potrebbe avere difficoltà a tenere a mente tutti i nomi. Pazienza, tutti quelli presenti in questa sala troveranno modo di essere ricordati. Parliamo ancora di Stannis, il grande assente arroccato a Roccia del Drago, personaggio che da questi primi accenni sembra giusto un filino rigido.

Tornato nelle sue stanze Ned riprende a guardare il libro, in tutti i sensi una lettura di peso. Jon Arryn si è sentito male il giorno dopo averlo avuto in prestito, a Ned non è ancora accaduto nulla e dalla scena sembra che lo abbia fra le mani da qualche giorno. Allora cosa c’è dietro? L’assassino di Jon Arryn non sa che ora è Ned ad avere il libro? Jon aveva capito tutto subito mentre Ned non ci arriva? È cambiata qualche circostanza che noi non conosciamo e il libro non è più così pericoloso? Ned è troppo ben protetto per poter essere facilmente fatto fuori? Qualcuno pensa di poter in qualche modo corrompere o ricattare Ned, cosa che invece non poteva fare con Jon? O forse il libro non c’entra nulla ed è un depistaggio di Martin?

Quante domande possiamo farci su un solo libro del quale sappiamo semplicemente quel poco che George R.R. Martin ci descrive? Io ovviamente conosco la risposta da anni, ma questo è solo un breve assaggio di quel che Martin sa fare. Ci dice una cosa e allo stesso tempo ci lascia con mille dubbi. A proposito, giusto per tranquillizzare tutti, verrà il momento in cui sapremo senza alcun dubbio chi ha ucciso Jon Arryn, come ha fatto a farlo e perché.

Ned legge e noi troviamo un’altierata. Noi conosciamo la dimora dei Lannister come Castel Granito, e questo nome ci dà l’idea di una fortezza imprendibile e forse anche della solidità della sua casa, i Lannister, e del loro attuale leader, Lord Tywin. Ma il nome originale di quella località è Casterly Rock, la Rocca dei Casterly, o il Castello dei Casterly. Martin ci spiega (e Altieri debitamente traduce) che secondo un’antica leggenda Lann l’Astuto ha “espulso i Casterlys da Castel Granito” (pag. 305). Ora, a parte il fatto che il nome della casata è Casterly e non Casterlys (quest’ultimo è solo un plurale, visto che Lann caccia i Casterly dalla fortezza) si perde il richiamo storico. La dimora dei Lannister non deve il suo nome a una caratteristica fisica ma a un’antica leggenda, e per Martin le leggende sono fondamentali. Qui probabilmente si limita a dirci che non c’è da fidarsi dei Lannister perché sono tutti imbroglioni come il loro leggendario antenato. Gli Stark traggono le proprie origini da Brandon il Costruttore, cioé uno che costruisce, non uno che imbroglia. E guardiamo un po’ chi sono i suoi discendenti. Fra l’altro Brandon ha costruito anche quel simpatico muro noto come Barriera, quindi si è posto a difesa dei reami degli uomini come faranno poi gli altri Stark dopo di lui. I Baratheon discendono da un bastardo di casa Targaryen, e infatti sul trono troviamo un Baratheon. Non dico che tutti gli antenati storici o leggendari prefigurino una caratteristica delle loro casate, ma Martin gioca anche con questi elementi.

Jory ha parlato con le quattro persone lasciate indietro da Lysa al momento della sua fuga. Il cavaliere è sgarbato e ci fa capire che qui la cavalleria non è un modo di comportarsi ma un vuoto titolo, l’ex stalliere è del tutto inutile, la servetta fornisce un rapido quadro familiare e lo sguattero mette Ned sulle tracce di Gendry. Stannis, ancora lui, viene descritto come un guerriero tenace, uno di quelli che non si arrendono se prima non li hai ammazzati, e tutti sono curiosi d’incontrarlo. J.R.R. Tolkien parlava dell’importanza delle storie non narrate ma solo accennate, dei paesaggi intravisti da lontano per dare maggiore profondità a quanto si sta narrando, e qui Martin accenna a molte cose per ampliare i nostri orizzonti. Certo non potrebbe dirci tutto subito, non ne verrebbe fuori un discorso coerente, con la trama che sfuggirebbe da tutte le parti persa in mille rivoli di spiegazione, però anche lui accenna tantissimo e ci lascia immaginare ancora di più. Quando verrà il momento giusto riprenderà questi accenni e ci mostrerà su cosa sono basati, solo per piantare nuovi semi che forse germoglieranno in futuro.

Vediamo Renly giocare con un ritratto di Margaery, e Ned ne viene colpito anche se non capisce cosa ci sia sotto. Perché sotto c’è qualcosa, vero?

Usciamo dalle stanze e assistiamo all’arrivo di lord Beric Dondarrion. Ma quante sono le persone che Martin nomina almeno una volta? Sicuramente superano il migliaio, comunque il nome del lord della folgore va ricordato visto che tornerà anche in futuro.

Alla fine arriviamo a Gendry, il cui apprendistato viene pagato da un lord che possiede una costosa e pesante cappa di tessuto viola con ricami d’argento, è tozzo di corporatura e ha una barba marrone con qualche filo rossiccio. Comunque secondo Ned Gendry non ha “la stoffa del guerriero” (pag. 313). Non può saperlo, dato che lo ha semplicemente visto una volta e ha scambiato con lui poche parole. No, lui ha “the look”, l’aspetto del guerriero. Ma perché la scoperta del figlio bastardo del re è costata la vita a Jon Arryn?

Sotto la foto spoiler da Il grande inverno.

Martin si diverte a giocare con noi. Cersei ammazza tutti i figli bastardi di Robert, non per gelosia visto che lo odia e neppure per mera crudeltà. Lei non voleva neppure uccidere Bran, era convinta che sarebbe riuscita a farlo tacere spaventandolo. Però se tutti i figli bastardi di Robert somigliano al papà e solo quelli legittimi alla mamma qualche dubbio nella mente della gente può venire.

Morti i figli, spesso così giovani che nessuno sa nemmeno che Robert li ha avuti, chi può mettere in dubbio la legittimità di quel bastardo di Joffrey (e non mi sto riferendo al fatto che suo papà non è il marito di sua mamma), di Myrcella e di Tommen? Ecco allora che a qualcuno, nello specifico a Cersei, può interessare venire a scoprire il più in fretta possibile dell’esistenza dei figli di Robert, e la stessa Cersei può non gradire che Jon Arryn, lo stesso tizio che legge libri di genealogia, ne avesse scoperto uno.

Sotto la foto spoiler da La regina dei draghi.

Renly è gay. Per ora abbiamo visto solo che sperpera un patrimonio in vestiti, ma Martin metterà altri indizi in futuro. Nella serie televisiva la cosa è stata resa esplicita fin da subito e ci sono stati anche spettatori-lettori che si sono arrabbiati perché HBO avrebbe fatto diventare Renly gay. No, è stato Martin a decidere che lui fosse gay, e a donargli pure un amante: Loras Tyrell, il fratello di Margaery.

Visto che Renly non poteva essere innamorato della fanciulla, allora cosa c’è dietro? Se per lui è importante la presunta somiglianza con Lyanna, forse di lei avrebbe dovuto innamorarsi qualcuno già innamorato di Lyanna: suo fratello Robert. Pensiamoci, Renly non ama particolarmente i Lannister (e in questo mi pare che sia in buona compagnia). Se per qualche motivo Robert avesse messo da parte Cersei (che ne so, incesto? Ma magari può bastare il semplice odio esistente fra i due) ecco che il fratellino si preparava a proporgli una nuova regina. Mettere da parte una Lannister però sarebbe stato rischioso da un punto di vista politico, e forse lo si sarebbe potuto fare solo innanzando un’altra famiglia potente come i Tyrell. In più è la sorella del suo amante, e probabilmente per Renly questo sarebbe stato un modo per fare felice il suo Loras.

Sotto la foto spoiler da Il portale delle tenebre.

Più in su ci ho scherzato, se non voglio fare spoiler devo fare in modo che le mie frasi siano del tutto chiare solo a chi ha letto i romanzi. Perciò metto un bel po’ di ipotesi sbagliate in mezzo alla verità in modo che non possa essere riconosciuta per sbaglio. Il libro che sta leggendo Ned non c’entra nulla con la morte di Jon, visto che lo ha ucciso Lysa su istigazione di uno dei più grossi bastardi dell’intera saga. Però è ugualmente fondamentale, e aiuta Eddard a scoprire l’incesto. Qui però, quando già abbiamo smesso di pensare al libro per concentrarci sulle indagini di Jory, ci viene ricordato che Lysa è giovane (cosa confermata anche nell’incontro fra lei e Catelyn), e la servetta ci dice pure che il marito era ruvido con lei. Ma quanti di noi hanno anche solo avuto un barlume di sospetto sul fatto che potesse essere lei l’assassina? Il fatto che Martin ce l’abbia presentata all’inizio come una vedova spaventata che è fuggita per salvarsi la vita limitandosi a mandare un avvertimento ci ha completamente depistati, e ce l’ha fatta togliere dall’elenco dei sospettati. E quando l’abbiamo conosciuta di persona l’abbiamo ritenuta una totale inetta, quindi incapace di fare qualsiasi cosa. Chi ha pensato al fatto che qualcun altro potesse manovrarla dietro le quinte? Io no di certo.

Ned, sperando di far sbilanciare Pycelle, ha definito il veleno un’arma da donne. Lui pensava a Cersei, ma chi l’ha usato è stata un’altra donna, una apparentemente indifesa e spaventata.

A proposito, l’interrogativo su Gendry, il fatto che fosse figlio del re e che quella scoperta fosse costata la vita a Jon Arryn, è uno dei magnifici depistaggi di Martin. Ned crede che aver trovato Gendry sia stato l’elemento che ha armato la mano dell’assassino, e quindi lo crediamo anche noi. Ecco cosa significa vedere le cose dal punto di vista di uno specifico personaggio. Se lui crede una cosa noi non abbiamo motivo per non credergli, specie se è qualcuno di cui ci fidiamo come Eddard. Invece l’assassino, Lysa, non sapeva nulla di Gendry e anche se avesse saputo qualcosa non avrebbe potuto importagliene di meno, mentre la cara Cersei avrebbe ucciso il ragazzo, non l’uomo. Il ragazzo era la prova da far sparire, uomini capaci di fare due più due se ne trovano sempre, quindi provare a ucciderli tutti sarebbe stato come provare a svuotare il mare con un cucchiaino. Ma quanto avrà riso Martin scrivendo certe frasi?



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