Il Festival che Torino propone non è rutilante come quello romano, né tantomeno patinato come la Mostra di Venezia. Un punto d’orgoglio oppure un’eterna, malinconica imperfezione? Sul palco sfilano gli striscioni contro il razzismo e riecheggiano le parole di protesta degli studenti universitari. Penso che abbia ragione Gianni Amelio: occorre lasciare aperte le finestre sulla realtà, non sprangarsi in una sala buia e ovattata, nel foyer adibito per l’avvenimento, facendo finta che la vita scorra via come pellicola. Il TFF apre le finestre alle inquietudini che stanno sui tetti e per le strade della città, che attraversano l’Italia intera. Non le nega, bensì le accoglie nelle proprie sale, dando loro voce, prestandovi ascolto. È questo il suo valore aggiunto.
(Fotografia scattata durante la serata inagurale del TFF il 26 novembre 2010)