Il valore delle piccole cose utili - The value of small useful things

Creato il 30 maggio 2012 da Womanactually @womanactually


Nella vita di una donna ci sono le “grandi” cose indispensabili come: la casa dei sogni, l’uomo giusto con cui costruire una famiglia o magari una favolosa vita da single e per concludere, il lavoro perfetto.

Poi ci sono le “piccole” cose indispensabili: una pelle luminosa, una chioma fluente, una linea invidiabile, l’abito giusto, la borsa all’ultimo grido e le scarpe della nuova stagione.In un angolo ci sono invece le “piccole cose utili” che sono talmente vicino a noi e di cui nemmeno ci accorgiamo, perché le diamo per scontate. Ed è da queste cose che ci arrivano le più grandi lezioni di vita.L’ultima domenica l’ho trascorsa a lavorare a un nuovo progetto sul mio inseparabile notebook, mentre il mio fidanzato si godeva una giornata di meritato riposo facendo una maratona di serie televisive su Sky.La domenica è anche però la giornata addetta al “grosso” delle faccende domestiche e quando ho spento il computer, ho detto la solita frase: “Tesoro, sistemiamo un po’?” Del resto non posso lamentarmi, perché ho un fidanzato che partecipa attivamente alla vita di casa. Ma dal divano è arrivata questa risposta: ”Ieri ho passato il Folletto mentre eri fuori”. Mi guardo un po’ intorno e penso “Ma dove lo ha passato il Folletto?”. Decido di lasciarlo davanti alla tv, consapevole della settimana di lavoro impegnativa che lo avrebbe aspettato. Esco sul balcone e prendo il Folletto dal ripostiglio; inizio a passarlo per terra e il mio fidanzato collega le cuffie alla tv per non sentire il rumore. Dopo un paio di minuti il Folletto, improvvisamente, si spegne. Stacco e riattacco la spina: nulla. Prendo il cavo in mano, lo muovo e il Folletto riparte, per poi fermarsi di nuovo. A quel punto, con un’espressione simile a quella della bambina nel film "L'esorcista", dico ad alta voce: “Cosa hai fatto al Folletto?”, ma dal divano nessuna risposta. Ripeto a voce ancora più alta ma niente. Poi mi ricordo delle cuffie e mi ritrovo a mimare il problema davanti al divano con gesti incomprensibili e il Folletto in mano. Il mio fidanzato si toglie le cuffie e con un’espressione basita dice: “Cosa c’è?”. Il demone in me era cresciuto e, con un tono tutt’altro che cordiale, lo aggredisco: “Hai rotto il Folletto!”. Lui si alza e d’istinto afferma: “Io? Ma se non lo tocco da una settimana!”. E meno male che l’aveva passato il giorno prima. A quel punto tira fuori il MacGyver che c’è in lui e determina che il cavo del Folletto si è rotto internamente. Bisogna trovare un centro assistenza a Roma. A Roma, dove le distanze sono sempre incalcolabili e il pressapochismo dei centri assistenza regna sovrano. Lui non si scompone più di tanto, si rimette sul divano e con leggerezza dice: “Dai, ci andiamo in settimana!”. In settimana? Io, che non ho nemmeno la scopa in casa perché il Folletto è la mia arma letale... “No caro, ci andiamo domani nella tua pausa pranzo!” Lui fissa attentamente i miei occhi scorgendovi il terrore e così acconsente.Il centro assistenza più vicino a casa nostra si trova in zona Vaticano. Sul google maps sembra un gioco da ragazzi: 3 chilometri e mezzo.Ed ecco che alle 12:00 in punto del giorno seguente mi passa a prendere a casa. Noi due sul motorino (perché così si fa prima, dice lui) X City Yamaha nuovo di zecca, con i caschi in coordinato Dainese (che ovviamente ho voluto io). 

Io attrezzatissima: giacca di pelle nera leggera, stivaletti biker borchiati, Roady bag di YSL su una spalla e stretto nell’altra mano…il Folletto.

Ci addentriamo nella giungla del traffico romano, abbiamo un’ora per arrivare perché il negozio chiude alle 13, ma considerando i 3 chilometri e mezzo che ci separano dalla meta, non siamo certo preoccupati. Arrivati in zona Vaticano i sensi unici ci fanno girare come delle trottole, facendoci sempre ritrovare allo stesso malefico incrocio. Ci fermiamo numerose volte per controllare sull’applicazione mappe dello smartphone, ma è in questi tragici momenti che ti accorgi che non vale una cicca.Chiediamo a qualche passante, ma casualmente nessuno ha mai sentito nominare la via dove si trova il centro assistenza. Insomma arriviamo a destinazione alle 12.58 con il commesso del negozio che sta già abbassando le serrande. Io smonto dal motorino e blocco la serranda con il Folletto pregando quell’uomo di aspettare un attimo. Vedendo la mia espressione disperata, mi fa entrare. Guarda il mio Folletto con aria sospetta e sentenzia: “Ma questo è er modello VK121, è en reperto storico, no o sò se c'ho ancora li ricambi”. Sbarro gli occhi, terrorizzata, e il commesso sparisce nel retro per almeno dieci minuti. L’attesa è insopportabile; guardo il mio fidanzato che è rimasto fuori, in sella al motorino e sotto il sole cocente, perché ovviamente non c’era parcheggio. Finalmente il commesso torna e da una scatola impolverata tira fuori il filo dicendo: “C'ha avuto fortuna, era l’urtimo!” e in un nano secondo lo sostituisce. Una volta uscita dal negozio mi accorgo che non mi sono nemmeno tolta il casco. Torniamo a casa e il mio fidanzato prosegue per l’ufficio con un incalcolabile stress addosso. E ora sono qui che scrivo, mentre guardo il Folletto appoggiato alla parete e che, probabilmente, sta ridendo di me.Ha resistito per anni sotto l'accurata tutela di mia madre prima di essere tramandato alla sottoscritta,ha sopportato importanti sbalzi climatici nel ripostiglio fuori dal balcone di casa, è stato sballottato in motorino per le strade di Roma, ma... il Folletto ha deciso non abbandonarmi (ancora). Insomma, un "survivor".Ed ecco svelato il senso del prologo esistenziale di questo post: ci sono quelle piccole cose utili così vicine agli occhi, tanto che non le sai vedere, ma che un giorno "ti lasciano a piedi" e capisci che devono stare in prima linea in mezzo alla chioma fluente, alla pelle luminosa, alla casa dei sogni, al lavoro perfetto, al principe azzurro e alle scarpe della nuova stagione.


(i)Love(Folletto), G.

L'ultimo modello del Folletto Vorwerk  VK 140- The last model of the Vorwerk Folletto VK 140 



In the life of a woman there are the "big" things such as: the house of dreams, the right man with which to build a family, or perhaps a fabulous single life and to conclude, the perfect place to work. And then there are the "small" things that are equally indispensable: a light skin, beautiful hair, a body sculpted, the dress right, the bag and shoes of the new season.In a corner there are the "small useful things" that are so close to us, and of which even we realize, why the we take for granted. And it is from these things that come to us the greatest lessons of life. I spent the last Sunday to work on a new project on my inseparable notebook, while my boyfriend was resting on the sofa by watching the TV series on Sky.Sunday is also, however, the day of cleaning in the house, and when I turned off the computer i said the usual sentence: "Honey, clean up the house?'" usually i can't complain about, because I have a boyfriend who participates actively in the life of the house. He told me directly from the sofa: "Yesterday i cleaned with the Folletto while you were out." I looked at the floor and i think "But where he clean with the Folletto?". (Folletto is the Italian name of the Kobold vacuum cleaner -or hoover- made by the German Vorwerk company.)I decide to leave my boyfriend in front of the tv, knowing the difficult week of work that would have waited. I'm going out on the balcony and i take the Folletto from closet. I beginning to clean and my boyfriend connects the headphones to the tv to not hear the noise. After a couple of minutes the Folletto, suddenly, it turns off. I detach and reattach the plug: nothing. I move the cable: the Folletto again, but then stops again.At that point, with an expression similar to that of the little girl in the movie "The Exorcist", i say aloud: "What you did to the Folletto?'", but from the sofa no response. I repeat to voice still more high but nothing. Then i remember of headphones and here I am, in front of the sofa, to mimic the problem with the Folletto in hand.My boyfriend and takes off his headphones and with a shocked expression, says: “What?”. The demon in me had grown and with a bad tone I says: “You broke the Folletto!” He gets up from the sofa and d'instinct says: "I? But if not touched it by a week! ". Behold! The guy that cleaned the day before!At that point he becomes MacGyver and determines that the cable of the Folletto is broken internally. We need to find a service center in Rome. In Rome, where the distances are always incalculable and the imprecision of assistance centers reigns supreme. He sits still on the sofa with lightness says: " We will go to the service center during the week! ". During the week? I have not even the broom in the house because the Folletto is my lethal weapon?"No dear, there we go tomorrow in your lunch break." He carefully fixed my eyes filled with terror and so consented. The nearest service center to our house is located in the heart of the Vatican area. On google maps seems to be a child's play: 3 and a half kilometers.At 12:00 pm in the following day my boyfriend is for me at home. In two on the motorcycle (because it is the fastest way) X City Yamaha brand new, with helmets in coordinated Dainese (which of course i chose). I equipped: black leather jacket, biker boots and YSL Roady bag on one shoulder and close in the other hand…the Folletto.We are venturing into the jungle of roman traffic, we are an hour to arrive because the store closes at 01:00 pm, but considering the 3 and a half kilometers that separate us from the destination, we are not worried. Arrived in Vatican area the unique senses make us turn as spinners, making us always find the same mischievous crossroads.We stop several times to check on the maps application on our smartphone, but it is in these tragic moments that you realize that it is worth nothing.We ask a few people in the street, but casually nobody knows where to find the service center. In short we arrive at the destination at 12.58 pm with the commit of the shop, which is already lowering the shutters. I alighted from the motor and block the photocell of the gate with the Folletto praying that man to wait a moment.Seeing my expression desperate, makes me enter. Watch my Folletto with suspected air and says: "But this is the VK 121 model, an historical finding, i don't know if I still get the spare parts". I opened my eyes, scared, and the committed disappears in the back for at least ten minutes.The wait is unbearable; i look at my boyfriend that remained outside, in the saddle to the motorcycle and under the scorching sun, because obviously there was no parking. Finally the committed back and a dusty box pulls out the wire, saying: "It was the last one." and in a minute replaces it.Once exit from the store i realize that i did not even removed the helmet. Let's go back home and my boyfriend continues for the office with an incalculable stress on him. And now I am here that I write, while looking at my Folletto resting against the wall that is probably laughing about me.Bounced in motorcycle on the streets of Rome, after having resisted for many years to my mother's house before being passed to me, the Folletto decided do not forsake me and be a "survivor".And here we see revealed the sense of existential prologue of this post: there are those small useful things so close to the eyes, that it is almost impossible to see, and that a day break and you realize that must be in the forefront in the midst of priority as the light skin, beautiful hair, the house of dreams and the shoes and bags of the new season.(i)Love(Folletto), G.
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