Il valore delle regole

Creato il 13 ottobre 2012 da Gadilu

Fonte dell’immagine: http://oernen2020.blogspot.it/2012/02/michl-laimer.html

“È lo scandalo politico più grave della storia dell’Alto Adige – Südtirol”. Suona apocalittica l’interpretazione data dai Verdi alla vicenda che ha visto ormai pienamente assodata la falsificazione della gara per le concessioni ex Enel mediante la manipolazione dei progetti Sel avvenuta nello studio dell’ex assessore (e adesso anche ex consigliere provinciale) Michl Laimer. In una terra nella quale, almeno a livello di credenza diffusa, ogni tipo di malversazione è immediatamente riferita al vicino italiano, si tratta di un colpo durissimo. Talmente duro che né la giustificazione sommaria adottata da Laimer, né quella esposta ieri da Durnwalder in un’intervista al quotidiano Dolomiten riescono a farci desistere dall’idea che in questo caso, più che con la fine di un certo “sistema di potere”, abbiamo a che fare con una sua generale illustrazione.

Le due pennellate complementari in grado di far emergere questo sistema possono all’incirca essere riprodotte così. Da un lato un assessore che in “buona fede” trucca le carte di una partita neppure per un minuto considerata da giocare in campo neutro, cioè mediante requisiti trasparenti, perciò aperta a un esito diverso da quello voluto; dall’altro un presidente che sembra sempre occuparsi di tutto e di tutti, ma che invece stranamente si distrae quando sono in gioco interessi rilevantissimi, come se insomma tutta l’attenzione investita per controllare ogni cosa alla fine evaporasse proprio davanti alle circostanze che la richiederebbero di più. Anche dando per buona questa versione dei fatti, il referto sulla qualità del nostro ceto dirigente non è esaltante.

Da tutto ciò è possibile trarre una lezione? Personalmente eviterei di gioire malignamente (non è improbabile che qualcuno lo faccia) alla luce di un parallelismo scontato, ossia che pure qui vi sia un denso strato di opacità democratica e amministrativa – chiamiamolo pudicamente così – comparabile a quello riscontrabile a sud di Salorno. Abbandoniamoci pure al riflesso della comparazione, ma l’isola felice, o quantomeno creduta tale, non risulta completamente affondata nel disdoro disteso su altri lidi. Molto semplicemente, l’unica garanzia contro la degenerazione di una politica popolata dai mariuoli e dai distratti resta il continuo richiamo al rispetto delle regole poste a prevenzione dell’arbitrio e della dittatura del più forte. Un maggiore pluralismo e il buon funzionamento dei meccanismi istituzionali che servono per spezzare concentrazione o sovrapposizione dei poteri sono le carte sulle quali bisogna sempre puntare. Il caso Sel ci ricorda solo che non esistono eccezioni, neppure in nome di un supposto interesse comune.

Corriere dell’Alto Adige, 13 ottobre 2012


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